La due giorni veronese di Jan Brokken (1949), prodigioso talento narrativo e autore tra gli altri del best seller mondiale “Anime baltiche”, prenderà il via il 6 novembre dal Teatrino di Palazzo Maffei Casa Museo (ore 18:00) con un incontro speciale appositamente pensato per la Casa Museo e la presentazione – in anteprima assoluta – di un racconto inedito dello scrittore dedicato a uno degli iconici oggetti di design presenti nel multiforme percorso della Casa Museo: la “Red and Blue Chair” di Gerrit Rietveld, iconica poltrona-scultura esposta anche al MoMA di New York.
I RACCONTI DELL’AUTORE OLANDESE
Spirito libero, studioso coltissimo, viaggiatore, musicologo, lo scrittore olandese racconta nei suoi libri, in modo unico, la vita dei grandi uomini e delle grandi donne della letteratura e dell’arte del Novecento ma anche le vite straordinarie e sconosciute di persone eccezionali ma poco note. Un viaggio intimo e molto personale nelle storie, nell’anima e nei luoghi di autori protagonisti della letteratura, della musica, dell’arte quali Dostoevskij, Achmatova, Mandel’stam, Éjzenštejn, Kremer, Gary, Lipchitz, Arendt, Rothko, Pärt, Berberova, Morandi, Donizetti, Beuys, Satie, Mahler, Rachmaninov, e tanti altri. A Palazzo Maffei, Brokken presenterà in assoluta anteprima un racconto inedito intorno alla “Red and Blue Chair” che a Palazzo Maffei dialoga con pezzi d’arte antica e capolavori dell’arte di diverse epoche nel salotto blu, il salotto del collezionista, al secondo piano. Progettata nel 1917 la “Red and Blue chair” è considerata ii manifesto dell’estetica De-Stijl e riproduce tridimensionalmente, con l’utilizzo di linee semplici e colori primari, i principi figurativi alla base delle opere di Mondrian.
JAN BROKKEN
L’autore olandese, tradotto in ventidue lingue e paragonato dalla critica a un nuovo Bruce Chatwin, parlerà nell’occasione anche di luoghi e personaggi straordinari del mondo dell’arte, tratteggiati nelle pagine dei suoi libri e presenti nelle collezioni del Museo: da Picasso a Modigliani, da Morandi a Hokusai e Max Ernst. «Io Morandi lo capisco. Quando sei cresciuto in una città come Bologna, non hai bisogno di andare a vedere se la vita sia meglio altrove. Giorgio Morandi visitò sei città in tutta a sua vita, soggiornando per brevi periodi a Firenze, Venezia, Padova, Milano, Roma, e, a sessantasei anni, a Winterthur, ammesso che la si possa considerare una città. Dopo due giorni nel Mittelland svizzero gli venne nostalgia di casa. Gli aeroplani per lui erano invenzioni diaboliche e, ancora meno, lo attiravano i viaggi in nave: gli veniva il mal di mare al solo pensiero». (tratto da “L’anima delle città”, La città di Morandi – 2021). In Italia, con la casa editrice Iperborea, Brokken (uno dei massimi scrittori del nostro tempo) ha pubblicato: “Jungle Rudy”; “Nella casa del pianista”; “Il giardino dei cosacchi”; il bestseller “Anime baltiche”; “Bagliori a San Pietroburgo”; “I Giusti”; “L’anima delle città”.