ENERGIA, transizione energetica. Protocollo d’intesa tra RSE, ENEA e CREA

Il settore agro-energetico, per le sue intrinseche caratteristiche, rappresenta un asset strategico per l’economia italiana e, al pari di altri settori produttivi, verrà chiamato a fornire il proprio contributo alla decarbonizzazione del sistema. L’intesa, sottoscritta individua, tra i temi di interesse della collaborazione, l’agrivoltaico, i processi termochimici, biologici e biotecnologici per la trasformazione energetica delle biomasse, per la produzione di biocarburanti avanzati e idrogeno, nonché l’efficientamento energetico delle filiere agricole e agroalimentari

RSE, ENEA e CREA hanno firmato ieri un protocollo d’intesa finalizzato alla condivisione delle conoscenze e delle competenze scientifiche, nonché alla promozione della ricerca e dello sviluppo nel settore della produzione e del consumo di energia, conciliando i temi energetici e agricoli allo scopo di favorire il perseguimento degli obiettivi di sostenibilità tecnica, ambientale, economica e di inclusione sociale. Il Protocollo di intesa avrà la durata di tre anni e non comporta alcun flusso finanziario per le parti.

IMPORTANZA DEL SETTORE AGRO-ENERGETICO

Il settore agro-energetico, per le sue intrinseche caratteristiche, rappresenta un asset strategico per l’economia italiana e, al pari di altri settori produttivi, verrà chiamato a fornire il proprio contributo alla decarbonizzazione del sistema. L’intesa, sottoscritta dall’amministratore delegato di RSE Franco Cotana, dal direttore generale dell’ENEA Giorgio Graditi e dal commissario straordinario del CREA Mario Pezzotti, individua, tra i temi di interesse della collaborazione, l’agrivoltaico, i processi termochimici, biologici e biotecnologici per la trasformazione energetica delle biomasse, per la produzione di biocarburanti avanzati e idrogeno, nonché l’efficientamento energetico delle filiere agricole e agroalimentari.

ENERGIE RINNOVABILI PROGRAMMABILI

«I biocarburanti, il biometano, la legna e i suoi derivati sono biomasse per uso energetico, prevalentemente termico, che oggi rappresentano circa il 50% di tutte le energie rinnovabili prodotte nel nostro paese», ha nell’occasione dichiarato l’amministratore delegato di RSE Franco Cotana. «Tali biomasse – ha quindi egli aggiunto – sono energie rinnovabili programmabili, la cui disponibilità è indipendente dalle condizioni meteorologiche, e per questo giocano un ruolo strategico nella transizione energetico-ambientale che l’Italia e l’Europa hanno intrapreso. Il potenziale sostenibile delle bioenergie non ancora sfruttato in Italia è elevato e consentirebbe un raddoppio delle attuali produzioni. Più in generale, le agro-energie e il bioidrogeno sono uno dei settori più promettenti e sfidanti per la ricerca e le tecnologie della decarbonizzazione dei prossimi anni».

SINERGIE NELLA RICERCA APPLICATA

Tali sfide, sempre secondo Cotana, «richiedono sinergie tra i protagonisti della ricerca applicata come CREA, RSE ed ENEA e necessitano di un approccio olistico e circolare che l’accordo sottoscritto consentirà di sviluppare pienamente». Ad avviso del direttore generale di ENEA, Giorgio Graditi, «gli eventi globali recenti, dalla pandemia alla crisi energetica, all’instabilità degli approvvigionamenti, hanno ulteriormente evidenziato il ruolo di primo piano dei vettori energetici sostenibili, in tutte le possibili forme, nei settori della produzione, dei servizi e degli usi finali. Attraverso la firma del protocollo di intesa si intende mettere a sistema competenze e esperienze multi-interdisciplinari per contribuire al raggiungimento dei target di decarbonizzazione, allo sviluppo e l’implementazione di modelli di filiere agro-energetiche sostenibili, nonché ad accrescere la competitività e la capacità produttiva delle imprese del settore».

IL PERCORSO VERSO LA TRANSIZIONE ENERGETICA

«In questo quadro – ha dal canto suo inteso sottolineare il professor Mario Pezzotti, commissario straordinario del CREA –, il nostro ente di ricerca per favorire la decarbonizzazione del settore agroalimentare può fornire la conoscenza delle pratiche agricole, della struttura delle aziende, del loro livello tecnologico e dei loro consumi, così come delle loro prospettive di innovazione e delle barriere che ne impediscono gli investimenti. Inoltre, verranno individuati casi di eccellenza che possano costituire un incoraggiamento e una traccia per le piccole e medie imprese che spesso, non avendo al loro interno le opportune strutture tecniche e operative per affrontare le nuove soluzioni, richiedono un opportuno percorso di accompagnamento e di supporto nel percorso verso la transizione energetica».

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