a cura di Vento & Associati – Un sì convinto del governo all’interrogativo posto dalla quarta edizione di iWeek, evento che ha avuto luogo recentemente a Roma nella sede di Banca Finnat a Palazzo Altieri, dove per l’occasione sono convenuti i rappresentanti di buona parte delle maggiori realtà del settore energetico e del comparto nucleare italiano.
NUCLEARE: SI PUÒ FARE?
L’iniziativa “Nucleare, si può fare?”, promossa da Vento e Associati (V&A) e Dune Tech, ha visto nella seconda giornata romana (che ha seguito il primo appuntamento sul tema del 5 ottobre scorso alla Sala Pirelli dell’Agenzia ICE a Milano) la partecipazione del vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, di quello dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e di quello delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, membri dell’esecutivo che, a diverso titolo, hanno espresso il fermo consenso in favore dell’opzione nucleare come parte integrante del portafoglio energetico necessario a conseguire l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050, così come previsto dal green deal dell’Unione europea.
IL CONVEGNO DI ROMA
I lavori, introdotti da Andrea Vento (CEO di iWeek e Vento e Associati), Stefano Donati (vicepresidente di iWeek) e Arturo Nattino (CEO di Banca Finnat Euramerica), sono stati chiusi da Emanuele Marcianò, (presidente di iWeek e CEO di Dune Tech). Il convegno è stato aperto dall’intervento del presidente del fondo specializzato in transizione energetica Tages Holding, Umberto Quadrino, che ha illustrato come sia necessario creare in Italia le condizioni per lo sviluppo del nucleare di nuova generazione, disponibile tra dieci o quindici anni. «Da qui al 2030 non avremo grandi alternative – ha affermato Quadrino -, il nucleare di nuova generazione sarà disponibile nel prossimo decennio, i biocarburanti inizieranno ad avere un peso, ma ancora marginale, l’idrogeno sarà ancora un esperimento con limitato utilizzo e scarso impatto sul mix complessivo. Non restano che le rinnovabili. Il Piano energia e clima della Commissione europea parla di 9 gigawatt all’anno per i prossimi dieci anni. Un obiettivo tecnicamente realizzabile, ma che si scontra con la lentezza dei processi autorizzativi».
ALLA RICERCA DEL «MIX» ENERGETICO
«L’Unione europea indica un obiettivo di rinnovabili nel mix elettrico molto elevato – ha aggiunto Quadrino – pari ai tre quarti della generazione elettrica totale. Ma anche se raggiungessimo tutti questi obiettivi, il peso delle altre fonti nel mix sarebbe ancora di circa un quarto. Se non raggiungessimo interamente gli obiettivi nelle rinnovabili, lo spazio sarebbe ancora maggiore. Per questo è doveroso tenere aperte tutte le possibilità. Il nucleare di terza e di quarta generazione ha l’obiettivo di superare i limiti del nucleare di seconda generazione: ridotte dimensioni, sicurezza intrinseca, utilizzo di combustibili non arricchiti o scorie delle attuali centrali, costi ragionevoli. Sarebbe assurdo non creare le condizioni per il loro sviluppo nel nostro paese».
SALVINI: «SE SI SUPERASSE IL REFERENDUM, NUCLEARE NEL 2032»
«Se si superasse il referendum e si partisse nel 2024 – ha dichiarato nel corso del suo intervento Matteo Salvini – il 2032 può essere l’anno in cui si accende il primo interruttore del nucleare in Italia. Su questo tema bisogna riflettere senza ideologia, con tanta razionalità, informazione e divulgazione scientifica per superare il dilemma relativo alle fonti di approvvigionamento energetico. Io da milanese – ha concluso il ministro – vorrei un reattore di ultima generazione nella mia città, perché sono convinto che sia energia pulita, sicura e costante”, riconoscendo a Milano il ruolo di primato che le fu già proprio nel 1883 quando, con l’apertura della centrale di Santa Radegonda progettata da Giuseppe Colombo, si dotò della prima centrale termoelettrica italiana e della prima dell’Europa continentale, dopo le centrali di Holborn a Londra aperta nel giugno del 1882 e di Pearl Street a Manhattan inaugurata nel settembre dello stesso anno».
PICHETTO FRATIN: «LE RINNOVABILI NON BASTANO»
«Gli esperti mi dicono che il nucleare è fattibile e realizzabile nei primi anni del 2030 – ha dal canto suo dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin -, non parliamo di nucleare di terza generazione, ma di quarta generazione, di small modular reactor e di fusione. Un impianto simile non avrei problemi ad averlo a Torino. Il mandato che è stato affidato alla Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile è specifico, a tempo e con uno scopo preciso: fornire al governo italiano una road map. Vogliamo ragionare su un’energia che ha una produzione lineare e continuativa e cha ha, però uno strumento che la produca e che dia il massimo della sicurezza. Sono convinto che la richiesta di energia sarà in costante crescita: l’Italia si è impegnata ad arrivare alla neutralità nel 2050 ma, rispetto all’utilizzo dei fossili, che sono il carburante da eliminare, abbiamo ancora della strada da fare e le rinnovabili non saranno sufficienti a dare una garanzia di continuità».
ALLA RICERCA DELLA NEUTRALITÀ TECNOLOGICA
«Il mio impegno politico fin dall’inizio si è caratterizzato sempre a supporto della neutralità tecnologica – ha inteso sottolineare il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso -, quindi anche all’uso del nucleare che si può fare. Oggi abbiamo un governo e una maggioranza pienamente coesa per raggiungere questo obiettivo, e io personalmente sono sempre stato convinto di questa opzione». I tre panel della mattinata hanno visto impegnati diversi protagonisti del mondo produttivo, dell’energia, della finanza e delle istituzioni per discutere dell’opzione nucleare in un contesto in cui sono sempre più forti i segnali di un ritorno alla produzione di energia nucleare in Italia. In particolare, sono stati affrontati i temi della geopolitica nucleare con le nuove alleanze dei dodici paesi dell’Unione europea favorevoli all’introduzione del nucleare nella tassonomia green e con il cambio del portafoglio energetico italiano ed europeo; della sostenibilità finanziaria della svolta nucleare; e delle nuove tecnologie che vanno dai moderni small modular reactors ai prossimi micro modular reactors, estremamente versatili e sicuri.
SMALL AND MICRO NUCLEAR REACTORS
Tra i relatori, la senatrice Silvia Fregolent (del gruppo parlamentare Azione-Italia viva-RE), Federico Carminati (cofondatore di Transmutex SA), Riccardo Casale, (amministratore delegato di Ansaldo Nucleare SpA), Alessandro Cattaneo (vice coordinatore di Forza Italia), Nicola Monti (amministratore delegato di Edison SpA), Francesco Venneri (amministratore delegato di Ultra SafeNuclear Corporation) e Carlo Massagli (presidente di Sogin SpA). Quest’ultimo ha avuto modo di dichiarare che «Sogin garantisce la sicurezza, la tutela della salute e dell’ambiente nel decommissioning nucleare applicando standard fra i più stringenti al mondo e con il costante controllo di diversi Enti e Istituzioni. Ciò, unito al patrimonio professionale dei nostri tecnici altamente qualificati ci permette oggi di contribuire allo sviluppo del settore nucleare, come conferma il recente rinnovo dell’Accordo con l’Agenzia Internazionale per l’energia atomica che designa Sogin quale centro di collaborazione».