La crisi finanziaria, quella dei flussi migratori, l’ondata nazional-populista, la pandemia, la guerra e la crisi energetica sono tutti fenomeni che rendono l’Italia e l’Europa sempre più compresse da una catena di emergenze tra loro correlate. Tra di esse, l’autrice del saggio “Fuori dal tunnel: come l’Europa può superare la grande crisi” (volume edito per i tipi di Solferino) rinviene nella crisi climatica quella più devastante di tutte. «A tal punto drammatica – ella afferma – da indurci a ignorarla, ma che segnerà le nostre vite e soprattutto quelle dei nostri figli».
LUCI E OMBRE DEL «GREEN DEAL» EUROPEO
«Spento un incendio ci si affretta ad arginare il fuoco successivo – argomenta ancora Nathalie Tocci -, adottando spesso soluzioni contraddittorie tra loro. L’invasione russa dell’Ucraina ha riportato in primo piano la questione della sicurezza energetica, con il rischio di accantonare la transizione ecologica, pilastro cardine del Green Deal europeo». Ma, come spiega nelle pagine del suo libro, «è proprio riconciliando sicurezza e transizione energetica che l’Unione europea sta rilanciando il processo di integrazione dopo quasi vent’anni di stagnazione». Insomma, l’umanità (e in particolare l’Occidente industrializzato) vive le ultime fasi di un mondo che prima o poi non ci sarà più. «La transizione ci sarà e non sarà l’ultima – prosegue l’autrice -, è solo più complessa e richiede una visione strategica che tenga conto degli impatti sociali ed economici».
GOVERNARE I MUTAMENTI EPOCALI
Non solo, poiché dovranno venire tenute nella debita considerazione le conseguenze geopolitiche di queste radicali trasformazioni, che sul piano interno saranno fonte potenziale di alimentare le già crescenti diseguaglianze, con prevedibili riflessi di natura politica sui «populismi» in Europa, mentre su quello regionale con forti tensioni nel Mediterraneo, soprattutto nei Paesi dell’Africa settentrionale. Infine, a livello planetario si potrà andare incontro ad attriti sempre più aspri tra gli Stati Uniti d’America e la Cina Popolare, che saranno destinati ad aumentare. Ad avviso della Tocci il problema è la rapidità di questo fenomeno di mutazione e le connesse indefettibili politiche di compensazione dei gap insiti in questi processi epocali.
RE-SKILLING, COMPENSAZIONI E REDISTRIBUZIONI
Già, poiché non è ancora del tutto chiaro quale impatto avranno i finanziamenti che verranno stanziati per la cosiddetta transizione green, cioè qualcosa che assomiglia a una rivoluzione, che vede un sistema economico consolidato venire sostituito da un altro, ma non in maniera indolore, bensì con vincitori e vinti. Su questi ultimi, in particolare, sarà necessario intervenire, e il nuovo mantra in voga nelle sale degli strateghi e dei decisori è «re-skilling, compensazioni e redistribuzioni». Tuttavia, se l’evoluzione al green si prevede in ogni caso irreversibile e inarrestabile, in quanto determinata dalle prevalenti condizioni tecnologiche e di mercato, questo non vorrà comunque dire che non si incontreranno forti resistenze ai cambiamenti.
DAI GILET GIALLI ALL’AGRICOLTORE OLANDESE
Non vanno infatti sottovalutate le prevedibili resistenze di ampi settori dell’elettorato ai radicali cambiamenti in atto destinati a incidere sempre più sensibilmente sulle loro esistenze. Come convincere queste persone di non divenire parte del crescente fronte politico sovranista? In questo senso i primi segnali inquietanti si sono avuti nel recente passato, mentre le ultime due conferme sono derivate in luglio dallo scivolone sull’immigrazione del primo ministro olandese Mark Rutte, quindi, pochi giorni fa, dal successo dell’ultradestra in Slovacchia. Seppure, sovente i vertici di questo genere di formazioni politiche illudano le opinioni pubbliche dei loro paesi con promesse e programmi concretamente irrealizzabili, le prossime elezioni al Parlamento europeo presentano alcune grandi incognite.
IL DEFICIT DI GOVERNANCE
Nel corso della campagna elettorale il dibattito, che nei suoi prodromi è già carico di una forte dose di conflittualità, verterà principalmente sui temi relativi all’energia (transizione, approvvigionamento, eccetera), all’immigrazione e alla revisione del patto di stabilità e crescita, le cause di un eventuale deragliamento del Green Deal (la Tocci si dice convinta che non si andrà comunque incontro a un suo collassamento) andranno ricercate nello scontro sulle politiche agricole comunitarie. È lì che si manifesteranno le più forti resistenze e questo avverrà in un quadro di scarsa coesione europea. Il tema di fondo del saggio di Nathalie Tocci è che il Green Deal costituisce una vocazione genuina dell’Europa, che tuttavia deficita di convergenze politiche che ne rafforzino la governance.
SFIDE E PARADOSSI
Si tratta di una situazione per certi aspetti paradossale, poiché gli obiettivi in materia climatica vengono fissati a livello transnazionale, ma poi la loro concreta determinazione ha luogo a livello nazionale, attraverso il varo di politiche energetiche da parte degli Stati membri dell’Unione europea che includono il 70% dei provvedimenti concepiti ai fini del conseguimento dei citati obiettivi, spesso scollegati da parallele politiche industriali. In definitiva: il binomio costituito dalla crisi climatica in atto e dalle sfide industriali e ambientali poste oggi dalla Cina Popolare fungeranno da stimolo alla costruzione europea oppure sortiranno l’effetto contrario? L’autrice del volume è ottimista, poiché ritiene che si sia di fronte a una «missione possibile» attraverso la quale l’Italia potrebbe tornare a essere protagonista a livello internazionale e, al contempo, l’Europa ne uscirebbe rafforzata.
INFO
Titolo: Fuori dal tunnel. Come l’Europa può superare la grande crisi
autrice: Nathalie Tocci
editore: Solferino
anno edizione: 2023
Pagine: 175 p., brossura
EAN: 9788828212720
ascolta di seguito la registrazione audio integrale del dibattito (A579)