ISRAELE, guerra. Ancora combattimenti nel sud del Paese; strage ad Ashdod e ostaggi segregati a Gaza; ipotesi governo di emergenza

In serata da Washington è intervenuto pubblicamente il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che in un breve discorso ha ribadito il pieno sostegno americano a Israele. In seguito, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha reso noto di aver contattato con il presidente dell'Autorità palestinese (Anp) Mahmoud Abbas, esortandolo a prendere provvedimenti al fine di calmare la situazione. Blinken ha altresì invitato tutte le leadership della regione a condannare gli attacchi di Hamas contro Israele, sollecitando Ramallah a intensificare le misure per ripristinare la calma e la stabilità in Cisgiordania

Il bilancio aggiornato delle vittime è di 250 morti e oltre 1.450, ma si tratta di cifre soltanto provvisorie, poiché in oltre venti centri abitati a ridosso della linea di frontiera con la striscia di Gaza i terroristi di Hamas sono ancora presenti e attaccano sia i militari che la popolazione civile israeliana. Nel corso della giornata l’esercito israeliano ha rinforzato il proprio dispositivo militare nell’ampio settore oggetto dell’attacco nemico ridislocandovi quattro divisioni, unità che si sono aggiunte ai trentuno battaglioni schierati in precedenza.  Rappresaglia israeliana su Gaza, 198 le vittime.

ANCORA OLTRE VENTI FOCOLAI DI COMBATTIMENTI

A distanza di ore dall’attacco sferrato questa mattina di miliziani delle Brigate Izz al-Din al-Qassam, braccio armato dell’organizzazione islamista palestinese Hamas, si combatte ancora all’interno del territorio israeliano in oltre venti località lungo la fascia a ridosso della linea di frontiera con la striscia di Gaza. Un’area estesa dove persiste la presenza di terroristi e dove non poche abitazioni, kibbutz e moshav si trovano tuttora assediate o, comunque, esposte al rischio di attacchi da parte degli  jihadisti armati penetrati dal territorio palestinese che non sono stati ancora respinti o posti nelle condizioni di non nuocere dalle forze di sicurezza dello Stato ebraico.

LE STRAGI TERRORISTICHE DI HAMAS

Gli aggressori palestinesi hanno compiuto una vera e propria strage. A seguito del passaggio dei terroristi jihadisti città quali Ashdod, nel sud del Paese, hanno assunto le sembianze di quelle ucraine dove nel recente passato i militari russi e i loro alleati hanno perpetrato stragi  di civili inermi. Infatti, la furia dei miliziani di Hamas si è abbattuta su tutti quelli che hanno incontrato sul loro cammino, assassinati senza pietà. Hanno comunicato col sangue della gente la loro volontà di pulizia etnica. Hamas ha dichiarato di aver sequestrato dei cittadini israeliani che attualmente segrega in luoghi della striscia di Gaza.

SEQUESTRATI NUMEROSI OSTAGGI

La notizia è stata confermata dalle autorità dello Stato ebraico, che hanno specificato che si tratta sia di militari che di civili. Sarebbero cinquantadue in totale le persone rapite. I terroristi islamisti si sono inoltre appropriati di diversi veicoli, tra i quali un veicolo corazzato delle Forze di difesa israeliane e due autoambulanze della struttura sanitaria civile Magen David Adom. Da Bruxelles l’Unione europea ha immediatamente rimarcato di considerare «abominevole» la presa di ostaggi.

WASHINGTON: L’INTERVENTO DI BIDEN E I CONTATTI DI BLINKEN

In serata, da Washington è intervenuto pubblicamente il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che in un breve discorso ha ribadito il pieno sostegno americano a Israele. In seguito, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha reso noto di aver contattato con il presidente dell’Autorità palestinese (Anp) Mahmoud Abbas, esortandolo a prendere provvedimenti al fine di calmare la situazione. Blinken ha altresì invitato tutte le leadership della regione a condannare gli attacchi di Hamas contro Israele, sollecitando Ramallah a intensificare le misure per ripristinare la calma e la stabilità in Cisgiordania.

LA RISPOSTA DELLA POLITICA: VERSO UN GOVERNO DI UNITÀ NAZIONALE?

Il leader dell’opposizione ed ex primo ministro Yair Lapid ha esortato Netanyahu a formare un governo di unità nazionale allo scopo di fare fronte all’emergenza e gestire nel migliore dei modi possibili la guerra, un’iniziativa alla quale, con ogni probabilità, vedrà l’adesione dell’ex ministro della Difesa (ed ex capo di stato maggiore di Tsahal) Benny Gantz. Si tratta di una ipotesi certamente esplorabile, che tuttavia incontra una serie di difficili ostacoli di natura politica, poiché la debole maggioranza che sostiene il governo di destra attualmente in carica, dimostratosi incapace di prevenire l’attacco degli jihadisti palestinesi, dovrebbe rinunciare a numerose posizioni chiave nell’esecutivo oggi controllate da esponenti di partiti dell’estrema destra e dell’ortodossia religiosa. Intanto, il ministro israeliano dell’energia e delle infrastrutture, Israel Katz, ha disposto l’interruzione dell’erogazione di energia elettrica alla striscia Gaza.

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