ISRAELE, caso el-Qaisi. Rilasciato lo studente italo-palestinese; tuttavia, per il momento non potrà lasciare il Paese

Khaled el-Qaisi, lo studente italo-palestinese arrestato lo scorso 31 agosto dalla polizia di frontiera israeliana presso il valico di Allenby mentre si accingeva a fare ingresso in Giordania assieme alla sua famiglia, è stato scarcerato dalle autorità dello Stato ebraico, tuttavia dovrà rimanere in territorio israeliano ancora per sette giorni, fino alla conclusione delle indagini a suo carico

Khaled el-Qaisi, lo studente italo-palestinese arrestato lo scorso 31 agosto dalla polizia di frontiera israeliana presso il valico di Allenby mentre si accingeva a fare ingresso in Giordania assieme alla sua famiglia, è stato scarcerato dalle autorità dello Stato ebraico, tuttavia dovrà rimanere in territorio israeliano ancora per sette giorni, fino alla conclusione delle indagini a suo carico.

LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI RISHON LE TZION

Il giovane era stato tratto in arresto a seguito di un periodo di vacanza trascorso con la propria moglie e il figlio a Betlemme, città della Cisgiordania dove rinviene le origini la sua famiglia paterna. Il regime di detenzione al quale era stato sottoposto era di natura «amministrativa», ma oggi il tribunale di Rishon le Tzion ha stabilito la sua scarcerazione a condizione che egli rimanga per sette giorni a disposizione delle autorità israeliane, che gli hanno trattenuto il passaporto. La notizia è stata confermata dalla moglie, la signora Francesca Antinucci, che ha appunto dichiarato alla stampa che il marito «per una settimana non potrà muoversi dai Territori» (la Cisgiordania, n.d.r.), aggiungendo che probabilmente si recherà a Betlemme prima di sapere quando potrà fare ritorno in Italia».

EL-QAISI È IN LIBERTÀ, MA NON PUÒ LASCIARE ISRAELE

Dunque el-Qaisi godrà di libertà di movimento ma non di espatrio per l’intera durata del periodo fissato dal tribunale israeliano, un lasso temporale durante il quale verranno effettuate le indagini a suo carico da parte degli inquirenti. Dal momento dell’arresto hanno avuto luogo presso il tribunale israeliano quattro udienze, al termine delle quali non sono stati tuttavia formulati capi di imputazione. L’ultima, risalente al 21 settembre scorso, ha prorogato la custodia cautelare fino a oggi, giorno della sua scarcerazione. Con ogni probabilità, l’arresto di el-Qaisi va ricondotto alle sue simpatie e ai suoi contatti, magari casuali, avuti durante il suo soggiorno in Cisgiordania.

VICINANZA AL FPLP?

Al riguardo, nei giorni scorsi erano state formulate diverse ipotesi, tra le quali figurava quella di una sua «vicinanza» al Fronte Popolare di Liberazione della Palestina (Fplp), formazione un tempo guidata dal cristiano-palestinese di orientamento marxista-leninista George Habash, fautore di una linea radicale che contemplava il pieno ricorso alla lotta armata, inclusa nell’elenco delle organizzazioni terroristiche oltreché da Israele, anche dagli Stati Uniti d’America e dall’Unione europea; el-Qaisi stesso avrebbe espresso favore nei confronti di tale formazione mediante la pubblicazione di alcuni post sui social network.

MONITORATO DALL’INTELLIGENCE

Non stupisce dunque il fatto che uno come lui, studente di lingue presso l’Università la Sapienza di Roma che risulta essere tra i cofondatori del Centro di documentazione palestinese dell’Ateneo, associazione il cui fine è quello della promozione in Italia della cultura e dei diritti del popolo palestinese, possa essere stato attentamente monitorato dall’intelligence israeliana e, al momento opportuno, fermato allo scopo di ottenere informazioni su eventuali reti di palestinesi. L’el-Qaisi è infatti noto in conseguenza del suo impegno nella raccolta e nella successiva divulgazione di materiali inerenti la questione palestinese, testi che sovente sono stati da lui tradotti dall’arabo in lingua italiana.

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