SALUTE, malattie mitocondriali. Policlinico Gemelli centro di riferimento internazionale per l’assistenza e la ricerca

Lo scorso 18 settembre, in occasione della Settimana mondiale delle malattie mitocondriali, presso la hall dell’ospedale romano ha avuto luogo un incontro che ha visto la partecipazione di esperti della materia, sia medici ei ricercatori dell’ospedale romano che dell’Ospedale Bambino Gesù, oltre a esponenti dell’associazione pazienti Mitocon e della Fondazione UILDM Lazio. Obiettivo degli organizzatori dell’evento è stato quello di far conoscere queste malattie rare e discutere sulle ultime novità relative alla loro diagnosi e al successivo trattamento

Le malattie mitocondriali sono tra le malattie rare più diffuse nell’uomo, rappresentando il gruppo più comune di disordini metabolici ereditari. Sono causate da alterazioni del DNA, sia nucleare che mitocondriale, ma solo la metà dei pazienti riceve una diagnosi genetica e non esistono ancora terapie mirate. Fondamentale è essere presi in carico presso un centro di grande esperienza perché la gestione di queste malattie, che coinvolgono numerosi organi e apparati, deve essere multidisciplinare, cioè coinvolgere tanti specialisti, uno per ogni organo interessato, per cercare di limitare i danni. E per questo è importante fare awareness, al fine di sensibilizzare la popolazione in generale e i medici in particolare sull’esistenza di queste malattie e dei centri specializzati nella loro cura. Questo è stato uno degli obiettivi dell’incontro organizzato al Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma in occasione della Settimana mondiale delle malattie mitocondriali.

IL «BLACK OUT» ENERGETICO DELLE CELLULE

«La prevalenza stimata delle malattie mitocondriali – rammenta la professoressa Serenella Servidei, direttore della UOC neurofisiopatologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e professoressa associata di Neurologia presso l’Università Cattolica – è di circa una persona su 4.300; ne esistono forme a comparsa precoce, neonati o bambini, e altre a esordio nell’età adulta. A essere colpita è la catena respiratoria mitocondriale, organelli fondamentali che fungono da “centrale elettrica” della cellula, fornendole energia e garantendone il funzionamento». Se i mitocondri sono colpiti da queste malattie, si generano dei black out energetici a livello delle singole cellule, che vanno a interessare in modo più o meno grave diversi organi e apparati, dando luogo a una moltitudine di manifestazioni cliniche.

UN GRUPPO ETEROGENEO DI MALATTIE

«Si tratta dunque di un gruppo estremamente eterogeneo di malattie – spiega il dottor Guido Alessandro Primiano, dirigente medico dell’Unità operativa complessa di neurofisiopatologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e docente di Neurologia presso l’Università Cattolica -, che possono interessare, oltre ai muscoli, il sistema nervoso centrale (stroke metabolico, atassia, emicrania, epilessia, ritardo psicomotorio, disturbi del movimento, eccetera) e periferico (neuropatie periferiche), il cuore (cardiomiopatie, aritmie),  i polmoni (insufficienza respiratoria, disturbi respiratori del sonno) la vista (oftalmoplegia, ptosi palpebrale, retinopatia, neuropatia ottica) e l’udito (ipoacusia neurosensoriale), i reni, il sistema endocrino (diabete mitocondriale, bassa statura, ipoparatiroidismo), l’apparato gastrointestinale (malassorbimento, dismotilità intestinale, disfunzioni epatiche); comune a tutti i pazienti è la scarsa tolleranza all’esercizio fisico e l’affaticamento muscolare».

LA DIAGNOSI

«Per la diagnosi le tecnologie di sequenziamento genetico di nuova generazione (NGS) hanno un ruolo centrale – aggiunge la professoressa Servidei –, allo stesso tempo, metodiche diagnostiche più tradizionali come la biopsia muscolare, sono in grado di fornire ancora un contributo importante in termini di esecuzione delle indagini isto-enzimatiche e biochimiche, utili a individuare alterazioni della funzionalità mitocondriale. Le forme genetiche possono essere legate ad una patologia del DNA nucleare (nDNA) o di quello presente all’interno del mitocondrio (mtDNA). Al momento non esistono terapie specifiche (eziologica). I pazienti vengono trattati con cocktail di anti-ossidanti (coenzima Q10, vitamine del gruppo B, eccetera). Uno stretto follow up multispecialistico consente di limitare e prevenire i danni a carico dei vari organi e apparati».

ATTIVAZIONE DI «MITOCORNER» INFORMATIVI

L’alleanza tra Policlinico Gemelli e Associazione Mitocon. In occasione della Settimana mondiale delle malattie mitocondriali l’Associazione Mitocon ha inaugurato una serie di punti informativi per la fornitura ai pazienti e alle loro famiglie di un orientamento e di supporto informativo. Uno di questi MitoCorner sarà attivo al Gemelli presso gli ambulatori di neurologia. Mission di Mitocon è il miglioramento della qualità della vita delle persone affette da malattie mitocondriali e delle loro famiglie, facendo informazione e conducendo attività di advocacy in funzione di tutela e promozione dei diritti negli ambiti di ricerca, bioetica, politiche sanitarie e socioassistenziali in Italia ed Europa all’interno dell’Alleanza nazionale di Eurodis-Rare Disease Europe.

LA RICERCA

Va inoltre rilevata l’importanza dell’attività di ricerca svolta dal Centro in collaborazione con altre strutture nazionali e internazionali. «Obiettivo comune – sottolinea ancora la professoressa Servidei – è arrivare a gettare le basi per una medicina mitocondriale personalizzata che consenta di migliorare la gestione clinica dei pazienti, individuare dei biomarcatori di malattia per facilitare la diagnosi, affinare la comprensione dei meccanismi molecolari e metabolici alla base delle forme a impronta genetica». Accanto a questo si situa tutta la componente della ricerca nel campo farmacologico, che vede attualmente i ricercatori del Policlinico Gemelli impegnati nello studio di due molecole (REN001 e elamipretide) nei pazienti con Primary Mithochondrial Myopathies (PMM), un tipo particolare di malattie mitocondriali che dà interessamento prevalentemente muscolare, quale l’intolleranza all’esercizio fisico, la debolezza e i dolori muscolari.

APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE

Si segnala a tal proposito, il progetto ADMAIORA (A multi-Dimensional Model of cARE and transItion for patients with cOmplex Rare diseases: challenges in the era of new technologies), finanziato dal Ministero della Salute con Bando Pnrr 2022 e coordinato dal Policlinico Universitario Agostino Gemelli. La ricerca ha l’obiettivo di definire un modello multidimensionale di gestione di alcune patologie rare (tra cui le malattie mitocondriali) e di studiare i meccanismi di malattia attraverso un approccio multidisciplinare, basato sul network di Research Core Facilities (G-STeP) di Fondazione Policlinico Gemelli. «Fare luce sui meccanismi biologici che sono alla base delle malattie mitocondriali – conclude la professoressa Servidei – può infine contribuire alla comprensione dei meccanismi di patologia responsabili di altre malattie rare, ma anche di malattie neurodegenerative più comuni».

INFO E CONTATTI

In Italia, il Centro malattie mitocondriali della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS è uno dei principali centri di riferimento per le malattie dell’adulto e afferisce alla rete europea per le malattie rare ERN EURO-NMD (European Reference Network for Rare Neuromuscular Diseases). Al momento assiste più di trecento pazienti. È possibile contattarlo al seguente indirizzo di posta elettronica (e-mail): ambulatorio.malattieneurologicherare@policlinicogemelli.it .

Hanno partecipano all’evento che ha avuto luogo il 18 settembre scorso la professoressa Serenella Servidei (UOC Neurofisiopatologia, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS), Giuseppe Zampino (UOC Pediatria e coordinatore delle Unità di Malattie Rare della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS), Guido Primiano (UOC Neurofisiopatologia, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS), Enrico Bertini (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù), Daria Diodato (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù), Cristina Sancricca (direttore sanitario della Fondazione UILDM Lazio), Piero Santantonio (fondatore di Mitocon).

Condividi: