Roma, 26 settembre 2023 – In uno scenario globale orientato alla decarbonizzazione e alla transizione ecologica, l’innovazione ricopre un ruolo sempre più strategico. Tuttavia, nel nostro Paese resta ancora molto da fare: l’intensità tecnologica del tessuto produttivo è inferiore alla media europea e le spese in ricerca e sviluppo (R&S) in rapporto al prodotto interno lordo (Pil) ammontano a circa lo 0,9% contro l’1,4% della media dell’Unione europea (dati 2021). È quanto emerge dall’ultimo numero della rivista scientifica dell’ENEA, Energia Ambiente e Innovazione, dal titolo “Innovatori e Innovazione”, dedicato appunto agli strumenti innovativi, alle best practice internazionali e ai nuovi approcci culturali, https://www.eai.enea.it/archivio/innovatori-e-innovazione.html.
GLI INTERVENTI SULLA VEXATA QUAESTIO
Questo numero, disponibile sia in formato cartaceo che digitale, vede gli interventi, tra gli altri di Maria Chiara Carrozza (presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Cnr), Alberto Bombassei (presidente emerito di Brembo), Francesco De Santis (vicepresidente di Confindustria), Giorgio Metta (direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia), Andrea Prete (presidente di Unioncamere), Caterina Petrillo (presidente di Area Science Park e membro del consiglio di amministrazione di ENEA), Francesco Profumo (presidente della Compagnia di San Paolo) e della direttrice Technology, R&D & Digital di Eni, Francesca Zarri.
INVESTMENT GAP ITALIANONEL VENTURE CAPITAL
Il magazine evidenzia come l’Italia soffra di un investment gap che rappresenta una delle maggiori criticità sul fronte dell’innovazione. Secondo una rilevazione del network mondiale EY, l’investimento venture capital in Italia è stato pari a 35 euro pro capite nel 2022, contro i 149 della Francia e i 153 della Germania, evidenziando un ritardo dai cinque ai sette anni rispetto alle altre principali economie continentali nell’andamento annuo di questo tipo d’investimento. «La transizione verso un’economia sostenibile richiede trasformazioni fondamentali in tecnologia, industria, economia, finanza e società nel suo complesso», sottolinea nel suo editoriale il presidente DI ENEA Gilberto Dialuce.
IL FONDAMENTALE RUOLO SVOLTO DAGLI INNOVATORI
«Non sarà possibile conseguire gli obiettivi prefissati con interventi esclusivamente di natura tecnologica – egli prosegue -, è una sfida impegnativa che rappresenta al tempo stesso un’opportunità di rilievo per la crescita economica e occupazionale. L’innovazione è pietra angolare ed elemento essenziale che fa la differenza». Dialuce sottolinea quindi come gli innovatori rivestano «un ruolo di sempre maggiore rilievo e responsabilità, come pure l’investimento in ricerca e innovazione che resta di assoluta preminenza e impone quindi un cambio di passo per colmare il divario con le economie più avanzate, trovando nuovi strumenti e nuovi approcci culturali, rafforzando il dialogo fra i diversi stakeholder e prendendo esempio dalle best practice internazionali».
RICERCA E INNOVAZIONE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
«La ricerca e l’innovazione sono destinate a giocare un ruolo chiave nel processo di transizione verso modelli di sviluppo sostenibile. In questo contesto e rispetto all’attuazione del Piano nazionale ripresa e resilienza, l’attività di ENEA è orientata non solo a ricerca, sviluppo, innovazione e dimostrazione, ma anche al trasferimento tecnologico dei risultati conseguiti e dei prodotti realizzati al tessuto industriale italiano e alla formazione e qualificazione di figure professionali, al fine di contribuire ad accrescere la competitività delle nostre aziende a livello europeo e internazionale», sottolinea infine il direttore generale di ENEA, Giorgio Graditi.
DIALOGO CON LE IMPRESE
Negli ultimi anni ENEA ha introdotto nuovi strumenti per un rafforzato dialogo con le imprese sul fronte dell’innovazione quali L’Atlante dell’innovazione, la Banca dei brevetti, il Fondo di Proof of concept da 5,5 milioni di euro nell’arco di un triennio e il Knowledge Exchange Program (KEP), tutti basati sul presupposto che occorre investire nel trasferimento tecnologico e di conoscenza e nella creazione di partnership fra ricerca e impresa.