In effetti c’è molto di Fabio Nobile in questo libro, lui, che adesso è un sereno cinquantatreenne, ma che in passato ha militato nei movimenti studenteschi dove ha ricoperto anche ruoli apicali, venendo quindi eletto dapprima al Consiglio comunale di Roma, poi a quello della Regione Lazio. Già, poiché le dinamiche della vita a un certo punto presentano il conto, con tutti i connessi risvolti malinconici. Nulla è casuale ne “Gli immorali”, a cominciare dalla collocazione temporale della storia narrata, che si intreccia perfettamente con gli stati d’animo dei personaggi e con la temperie sociale che tutto avvolge.
IL CONTESTO: LA ROMA DELUSA DEL 2013
La Roma di Cesare, il protagonista del romanzo, è quella del 2013, quando a Palazzo Chigi si è insediato un giovane e baldanzoso Presidente del Consiglio dalle belle speranze e dalle determinate intenzioni di rinnovamento totale del Paese, propugnate (meglio: propagandate anche grazie all’aiuto di eccezionali e creativi ghostwriters) al suono di pifferi e tamburi dal palco fiorentino della Leopolda. Insomma, una fase di «rottamazione» che è anche il colpo di grazia per l’animo di uno come lui, che proviene da un passato di impegno politico (gli anni Novanta), quando riteneva di credere in ideali, mentre ora vede appiattirsi tutto intorno a sé. È finita l’età dell’oro del patrimonio collettivo e ormai regnano incontrastati e neanche troppo discreti il cinismo, l’egoismo e l’invidia.
UN UOMO ALLA RICERCA DI SÉ STESSO
Col tempo Cesare è divenuto un quarantenne solo e fragile, deluso a causa dell’affievolirsi e poi spegnersi della scintille della sua gioventù ribelle, incanutita in un grigio lavoro svolto in una grande azienda. Ma poi, improvvisamente prende una decisione: lascia l’ufficio per un anno sabbatico che lo possa rendere libero di inseguire i suoi sogni di artista, di cercare e trovare la sua dimensione esistenziale, imprimendo finalmente una svolta alla propria vita. Tuttavia, Cesare è alla ricerca anche di un’altra intima idealità: l’amore. Quell’amore raffigurato nelle silhouette femminili dei suoi disegni vergati sulla carta con il lapis e colorati ad acquerello. A un certo punto della storia gli sembra di averlo trovato in Michelle, un architetto italo-francese. Questo è il momento dell’emersione di alcune figure del passato.
L’OMICIDIO DEL «CRAVATTARO» A TESTACCIO
Infatti, in quell’anno sabbatico Cesare ritrova delle persone che si riveleranno «immorali», nel mentre, a pochi isolati da casa viene perpetrato un omicidio. A venire assassinato è un ambiguo e controverso avvocato, individuo privo di scrupoli che prestava soldi «a strozzo», un «cravattaro» come si dice a Roma. Ogni immorale della storia è inseguito dalle proprie ombre: nessuno di loro è buono e subisce una mutazione nel corso della vicenda, di pari passo a quelle che incidono sul contesto nel quale la vicenda ha luogo, quel quartiere di Testaccio che è quello dove l’autore del romanzo risiede da anni. Il romanzo “Gli immorali” è stato presentato presso la Sala del Carroccio in Campidoglio, a Roma, lo scorso 22 settembre per iniziativa del consigliere capitolino di Europa Verde Ecologista Ferdinando (Nando) Bonessio, che ha partecipato al dibattito assieme all’autore del romanzo e a quelli delle illustrazioni a corredo del testo e della musica del filmato promozionale dell’opera.
la registrazione audio integrale dell’evento è disponibile di seguito in questa pagina web (A575)