POLITICA, testimonianze. Compagno: sei ancora comunista?

In un libro la raccolta delle riflessioni di una generazione di «noti militanti» della Federazione giovanile comunista italiana, attivisti formatasi in una fase cruciale della vita del Paese. Giuseppe (Pino) Santarelli è l’autore del volume “Io c’ero: dal luglio del ‘60 al crollo del muro i comunisti romani si raccontano”. L’opera è stata presentata ieri a Roma presso la libreria Tomo, nello storico quartiere di San Lorenzo; insidertrend.it era presente con i suoi microfoni (A572)

Il giorno seguente a quello della scomparsa del professore e filosofo Gianni Vattimo, a Roma, in una libreria del quartiere (un tempo popolare) di San Lorenzo, alcuni vecchi (ex) militanti del Partito comunista italiano (Pci) formatisi nella Federazione giovanile comunista italiana (Fgci) a partire dai primi anni Sessanta, si sono ritrovati per discutere del libro scritto da un loro compagno, altro storico militante comunista romano: Pino Santarelli.

IL DIBATTITO ALLA LIBRERIA TOMO DI SAN LORENZO

Nomi noti che hanno ripercorso quasi trent’anni di storia del Paese e della sinistra in Italia, concentrando il focus del dibattito sulle dinamiche interne al Partito comunista italiano. Assieme all’autore sono infatti intervenuti Silvana Pisa (in gioventù attivista nei movimenti studenteschi, sessantottina e femminista, nel 2001 eletta al Parlamento nelle liste dei Democratici di Sinistra), lo storico Simone Oggionni, Fausto Bertinotti (sindacalista, segretario del Partito della Rifondazione comunista, già parlamentare della Repubblica e presidente della Camera dei Deputati) e Paolo Flores D’Arcais (scrittore, pubblicista e ricercatore universitario italiano, direttore della rivista MicroMega).

UNA GENERAZIONE E I SUOI MITI

Nel libro di Santarelli c’è lo spaccato di un universo attraverso una fase cruciale e controversa dell’esistenza della Repubblica. I testimoni di vaglia che rispondono alle domande si formano in un contesto mondiale regolato dalle leggi non scritte della Guerra fredda, di quel bipolarismo plumbeo ai cui lati divampavano e si combattevano guerre e guerriglie di liberazione. È in questa temperie, nata e seguita alle cariche di Polizia e Carabinieri a cavallo contro i manifestanti che protestavano a Porta San Paolo contro il governo Tambroni, che inizia a formarsi questa generazione di militanti di quel partito di massa che era il Pci.

LA RIVOLUZIONE: UN BIENNIO CRUCIALE

In fondo il Novecento ha rappresentato l’unico periodo nella storia dell’umanità durante il quale è stata concretamente esplorata l’ipotesi (e l’idea) che si potesse davvero fare la rivoluzione e superare così la fase storica del capitalismo, qualcosa che prima di allora non si era mai verificato. Ebbene, le provenienze di questi giovani militanti furono le più diverse, ma ebbero destini più o meno comuni. La generazione di comunisti romani crebbe, attraversò il cruciale biennio 1968-69 durante il quale si verificarono alcune dolorose separazioni: molti restarono nel Pci, altri ne uscirono per andare a militare nei movimenti, altri si allontanarono. Nel frattempo questa generazione di militanti maturava sempre più, tuttavia, contestualmente stava mutando anche il capitalismo.

FINE DEL COMPROMESSO SOCIAL-DEMOCRATICO

Infatti, a metà del trentennio descritto nel libro di Santarelli interviene a scombinare le carte in tavola un altro elemento, quello della cosiddetta «rivoluzione capitalistica», la cui incubazione viene fatta risalire agli inizi degli ani Settanta, che sarebbe poi culminata con l’affermazione del ciclo neoliberale degli anni Ottanta e dalla globalizzazione sempre più spinta. I partecipanti al dibattito di presentazione del libro di Santarelli riconducono le cause di questa rivoluzione conservatrice nella decisione assunta dal capitalismo di mutare le caratteristiche del sistema, ritenuto eccessivamente democratizzato, e per ottenere questo risultato pone fine al ciclo espansivo del compromesso social-democratico

GIROTONDI: IL CANTO DEL CIGNO DELLA SINISTRA

Tutto questo impatta fortemente sulla nostra generazione di militanti comunisti romani, ormai divenuti anagraficamente “maturi”, che si ritrovano giocoforza a doversi confrontare con questa rivoluzione capitalistica che rinviene in Ronald Reagan e Margaret Thatcher i suoi due più evidenti simboli. Ma ciò per la sinistra, in generale, comporta il passaggio a una diversa politica e a un diverso modo di fare politica, mentre inesorabilmente si profila il crollo del muro di Berlino. Riflusso, riformismo, nuovo: sono diversi i vocaboli ai quali si sarebbe fatto ricorso in quegli anni Ottanta. Poi la fine del Partito e, ad avviso di alcuni, l’incombente «ine della passione politica», che per Flores D’Arcais ha una data precisa: il 14 settembre 2002, giornata di grandi Girotondi ma canto del cigno delle grandi manifestazioni di massa. In seguito arriverà Beppe Grillo e la «rabbia» non si coagulerà più a sinistra.

COMPAGNO: SEI ANCORA COMUNISTA?

Sei ancora comunista? Domanda Santarelli ai suoi interlocutori nelle pagine del suo libro, Io c’ero: dal luglio del ’60 al crollo del muro i comunisti romani si raccontano, edito da Bordeaux Edizioni. Molti di quegli ex giovani militanti della Fgci non hanno dubbi e, senza indugio, rispondono sì! Al contrario, altri esprimono il frutto delle loro riflessioni, elaborazioni durate anni, e replicano negativamente all’autore loro compagno di lotte, oppure manifestano le loro incertezze al riguardo. Santarelli li ascolta, prende nota e raccoglie tutto nelle pagine del suo libro, un’opera affatto nostalgica o a uso di fantasmi del passato, bensì un testo che stimola a una riflessione su dove il mondo sta andando, partendo proprio dalle testimonianze di quei, un tempo, giovani militanti romani di un partito che, sebbene caratterizzatosi per il centralismo, le radiazioni e le espulsioni dei propri iscritti, ha in ogni caso mantenuto sempre dei meccanismi di democrazia interna che hanno consentito (ossimoro) uno scontro dialettico.

di seguito è possibile ascoltare la registrazione integrale del dibattito che preso spunto dalla presentazione del volume di Pino Santarelli (A572)

A572 – POLITICA, TESTIMONIANZE: COMPAGNO, SEI ANCORA COMUNISTA? In un libro la raccolta delle riflessioni di una generazione di «noti militanti» della Federazione giovanile comunista italiana, attivisti formatasi in una fase cruciale della vita del Paese.
“Io c’ero: dal luglio del ‘60 al crollo del muro i comunisti romani si raccontano”, questo il titolo dell’opera di Pino Santarelli presentata ieri a Roma presso la libreria Tomo, nello storico quartiere di San Lorenzo, dove alcuni nomi noti della sinistra italiana hanno ripercorso quasi trent’anni di storia del Paese e dei comunisti. Assieme all’autore, GIUSEPPE (PINO) SANTARELLI, sono infatti intervenuti SILVANA PISA (in gioventù attivista nei movimenti studenteschi, sessantottina e femminista, nel 2001 eletta al Parlamento nelle liste dei Democratici di Sinistra), lo storico SIMONE OGGIONNI, FAUSTO BERTINOTTI (sindacalista, segretario del Partito della Rifondazione comunista, già parlamentare della Repubblica e presidente della Camera dei Deputati) e PAOLO FLORES D’ARCAIS (scrittore, pubblicista e ricercatore universitario italiano, direttore della rivista MicroMega).
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