Mauro Reggio si dedica unicamente alla raffigurazione del paesaggio urbano, di cui ne esalta prospettive e architetture spogliandole dei segni e della presenza dell’uomo per metterne in evidenza le geometrie e i colori e trasformandole nel vero e unico soggetto del quadro: tangenziali, gasometri, palazzi barocchi e archeologie industriali ritratti in un presente senza tempo. L’artista dipinge monumenti provenienti da epoche diverse a partire dai colori tipici della grande tradizione italiana del XX secolo, poi trasformati e rinnovati sulla base delle più recenti riflessioni contemporanee su fotografia, pittura e nuove tecnologie.
LIBERTÀ CONCETTUALE, PIUTTOSTO CHE TRADIZIONE FIGURATIVA
In mostra una selezione di trentacinque paesaggi urbani, dettagli architettonici e scultorei, in olio su tela. «Sarebbe sbagliato interpretare queste opere come scene architettoniche “ordinarie” concepite meccanicamente e prodotte tecnicamente – sottolinea Victoria Noel-Johnson, che della mostra è la curatrice -, in tal senso, la lunga tradizione dei paesaggi urbani popolari dipinti tra il XVII e il XIX secolo costituisce una memoria molto lontana. Al contrario, le opere di Reggio paiono schierarsi consapevolmente proprio contro tali tradizioni pittoriche, in favore delle scoperte artistiche dell’inizio del XX secolo, tra le quali rientrano la pittura metafisica e il surrealismo, che hanno contribuito ad aprire le porte a realizzazioni nate dalla libertà concettuale, piuttosto che dalla tradizione figurativa. Abbracciando questa apertura mentale, l’occhio può estrarre ed enfatizzare ciò che mentalmente vede, costringendo a sua volta la mano a rifiutare le aspettative logiche e, così, le permette di produrre scene o dettagli che vanno oltre il qui e ora e il poi e lì».
NARRAZIONI URBANE DI UNA CITTÀ SENZA TEMPO
«Il lavoro dell’artista romano fornisce visioni straordinarie di immagini ben note della sua città – aggiunge la curatrice della mostra -; l’elemento multistrato della loro concezione ed esecuzione dà origine a ciò che sarebbe meglio definire “narrazioni urbane”, piuttosto che “paesaggi urbani”. Egli funge sia da testimone che da narratore della sua stessa storia unica, basata su memoria ed esperienza». Dunque, interpretato come tale ogni dipinto costituisce un capitolo diverso del libro metaforico che il pittore continua a scrivere attraverso ogni sua opera, la natura senza tempo della città.
PRIORITÀ AL DETTAGLIO ARCHITETTONICO
«Qui, il tempo e lo spazio sono eternamente sospesi in un’estatica esplosione di colore e luce – conclude la Noel-Johnson -, con le tradizionali dimensioni e confini temporali e spaziali volontariamente abbandonati. Nella visione di Roma di Reggio, tutto può coesistere armoniosamente e lo fa: il Pantheon sorge accanto al Gasometro, il Ponte Sant’Angelo del Bernini appare accanto alla tangenziale Est. I ponti ad arco sul Tevere come Ponte Sisto, Ponte Elio e Ponte Cavour, sono posti accanto a edifici barocchi mentre il Colosseo al Palazzo della Civiltà Italiana dell’EUR. Al dettaglio architettonico viene conferita precedenza e Reggio spesso lo spinge in primo piano. Non è un dettaglio di fondo, invece è ciò che fornisce la chiave per sbloccare la nostra comprensione della scena circostante. Avvolta dall’uso caratteristico di Reggio di colori brillanti e surreali e di luce illuminante, questa presenza architettonica è evidenziata a tal punto da riuscire a catturarne l’essenza. Questa è, nelle parole dell’artista, La mia Roma: la sua riflessione intima e acutamente personale su ciò che Roma è, e ciò che un tempo rappresentava».
LA MIA ROMA
Mauro Reggio: La mia Roma, esposizione pittorica allestita grazie all’organizzazione de Il Cigno GG Edizioni presso la Galleria Umberto Mastroianni, Musei di San Salvatore in Lauro a Roma; apertura al pubblico fino al 21 ottobre 2023; orari di apertura al pubblico: dal martedì al sabato dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 16:00 alle ore 19:00; ingresso gratuito.
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