ANNIVERSARI, Cile 1973. Cinquant’anni fa il golpe di Pinochet: lo speciale di “Internazionale”

Il governo di Salvador Allende, il colpo di stato e la dittatura del generale Augusto Pinochet raccontati dalla stampa straniera in un nuovo numero monografico speciale. Da Gabriel García Márquez a Eric Hobsbawm: in una raccolta di articoli usciti sulla stampa straniera di tutto il mondo, gli anni che sconvolsero l’America Latina

L’11 settembre 1973 i militari cileni rovesciavano il governo socialista di Salvador Allende. A cinquant’anni dal golpe del generale Augusto Pinochet in edicola e nelle librerie viene distribuito il nuovo “Internazionale Storia”, speciale del settimanale “Internazionale” dedicato a un regime brutale, divenuto emblema dell’autoritarismo, nonché alla sua eredità, che continua a determinare i destini del Paese latinoamericano e gli equilibri internazionali.

LA SOPPRESSIONE DEL PROGETTO POLITICO DI ALLENDE

La soppressione del progetto politico di Allende, le torture e gli omicidi compiuti dal regime, fino al ripristino dell’ordine democratico: tutto questo in Cile 1973, una raccolta di articoli usciti sulla stampa di tutto il mondo dal 1971 a oggi, dagli Stati Uniti all’India e alla Russia (al tempo dei fatti Unione Sovietica), con contributi storici e pezzi contemporanei. Spazio anche alle immagini, con tante foto dell’epoca, le opere dell’artista Vicente Larrea e il fumetto di Carlos Reyes e Rodrigo Elgueta. Nel volume una raccolta di riflessioni, brani e articoli: la via cilena al socialismo intrapresa da Allende nel racconto di Eric Hobsbawm, tra i maggiori storici del novecento; i drammatici eventi del 1973, tra interferenze statunitensi e ferocia dei militari, nell’analisi dello scrittore premio Nobel per la letteratura Gabriel García Márquez.

LA VIA CILENA AL SOCIALISMO

Inoltre, le difficoltà economiche e la polarizzazione politica che accompagnarono il progetto di Unidad Popular in un reportage di Pierre Kalfon, uno dei grandi inviati europei in America Latina. E ciò che è venuto dopo: le ferite lasciate dalla dittatura sono raccontate da una delle più importanti firme del giornalismo cileno, Mónica González, mentre lo scrittore Ariel Dorfman riflette su come l’elaborazione di questo trauma collettivo sarà determinante nella definizione del futuro e dell’identità cileni. Nel volume anche le parole del brano Manifiesto di Victor Jara, cantautore, militante del Partito comunista cileno e sostenitore di Allende, tra i prigionieri politici torturati e uccisi nello stadio nazionale di Santiago.

LA REPRESSIONE DELLA GIUNTA MILITARE

Allende era impegnato da quasi tre anni nel tentativo di trasformare il Cile, organicamente e pacificamente, in una democrazia socialista. Il golpe mise bruscamente fine all’esperimento, impedendo al mondo di assistere alle sue possibili evoluzioni. Seguirono quindici anni ricordati soprattutto per le indicibili violenze, ma che videro anche la riorganizzazione sociale ed economica del Paese che sarebbe poi stata alla base del successivo neoliberismo, fino alle proteste che, attraversando il Cile dal 2019, hanno portato all’assemblea costituente e all’attuale governo Borić. Il Cile di oggi è un paese in movimento, che rimettendo in discussione e rilanciando il proprio progetto democratico e i propri percorsi di partecipazione sfida e interroga allo stesso tempo i modelli di riferimento dell’Occidente.

IL CILE OGGI: UN PAESE IN MOVIMENTO, MA CON LE SUE EREDITÀ

Che significato assumono oggi per noi, quindi, la storia e l’eredità del golpe di Pinochet e della dittatura che è seguita? Cosa possiamo capire dell’attuale crisi delle nostre democrazie? E ancora, fino a che punto è possibile trasformare un sistema dall’interno prima che si scateni la reazione violenta dei custodi dello status quo? Se non esistono risposte certe a queste domande, l’esperienza cilena mette senz’altro in luce come, per progettare il futuro, sia necessario elaborare il passato. Come scrive Ariel Dorfman: «Il modo in cui il Cile interpreta i traumi del passato determinerà la sua identità più profonda, il tipo di futuro che la popolazione immagina per i suoi figli. Non posso prevedere come il mio paese uscirà da questa ricerca di un’unità sfuggente, di un consenso diffuso su chi siamo veramente». La collana Internazionale storia è curata da Andrea Pipino e Daniele Cassandro.

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