ENERGIA, idrogeno verde. Futuri fornitori all’Europa: il Marocco diviene grande «competitor» degli spagnoli

Rabat potrebbe superare gli iberici nel ruolo di fornitore di molecole verdi, questo grazie agli ingenti investimenti nel settore, finora pari a oltre 16.400 milioni. Intanto, sempre in Marocco, si lavora allo sviluppo dei siti di produzione di energia solare Noor Midelt sulle montagne dell’Atlante, mentre i cinesi della Tinci Materials sarebbero intenzionati a trasferire dalla Repubblica ceca al Regno nordafricano i loro impianti industriali per la fabbricazione di batterie al litio, poiché affermano che «in Marocco l’ambiente economico è più stabile»

I risultati di uno studio commissionato all’Istituto tedesco Fraunhofer dalla Commissione europea indicano come entro il 2050 il Marocco potrebbe raggiungere una capacità produttiva superiore di oltre il 30% rispetto a quella spagnola, fino a un totale di 160 terawatt, quindi potenzialmente in grado di soddisfare più del 5% della domanda espressa dai Paesi dell’Unione europea. Allo stato attuale comunque, malgrado i progressi registrati nel Regno nordafricano e la conseguente forte concorrenza sul mercato, con una capacità di elettrolisi di 120 gigawatt stimata per quella data, la Spagna si avvia in ogni caso a divenire la seconda maggiore fornitrice di idrogeno in Europa, seconda soltanto alla Francia.

INVESTIMENTI NELL’IDROGENO

Per quanto concernerà invece le esportazioni marocchine, gli esperti ritengono che queste si renderebbero necessarie soltanto nell’eventualità di scenari critici nei quali il ricorso all’idrogeno troverebbe diffusione nell’intero continente, ad esempio qualora lo sfruttamento delle energie rinnovabili risultasse non ottimale o limitato. La società di consulenza Deloitte stima che con i soli introiti derivanti dalle esportazioni di idrogeno verde Rabat si troverebbe nelle condizioni di compensare totalmente il deficit della propria bilancia commerciale. Lo scorso maggio la francese TotalEnergies ha annunciato un investimento di 9,4 miliardi di euro in un progetto relativo a idrogeno e ammoniaca in funzione di future esportazioni in Europa. In giugno, la società pubblica marocchina OCP, attiva nella lavorazione dei fosfati, ha annunciato un’iniziativa analoga per un ammontare pari a sette miliardi di euro.

UN FUTURO IDRODOTTO

Spagna e Italia in futuro potrebbero costituire due punti di accesso al continente dell’idrogeno nordafricano, ma tutto è subordinato alla realizzazione di un’infrastruttura che colleghi fisicamente il Marocco con la sponda meridionale europea. I piani di Spagna e Francia con H2Med e la rete urbana in fase progettuale di Enagas incorporerebbero interconnessioni fisiche con il Marocco rinvenendo un terminale a Tarifa. A quel punto, l’idrogeno prodotto in Marocco potrebbe alimentare l’industria spagnola, mentre quello prodotto nella Penisola iberica andrebbe a soddisfare la domanda espressa altrove, principalmente in Germania, questo sulla base del principio della (sia pur relativa) aderenza dei siti di produzione a quelli di consumo. In questo senso, le proiezioni elaborate nello studio realizzato per la Commissione europea indicano come le esportazioni di Rabat coprirebbero fino al 90% della domanda espressa in Spagna.

NUOVO BANDO PER IMPIANTO ENERGIA SOLARE NELL’ATLANTE

Masen, l’agenzia marocchina per le energie rinnovabili, ha bandito una gara di pre-qualificazione per la terza fase di un progetto di energia solare da sviluppare sulle montagne dell’Atlante. Gli sviluppatori dovranno presentare i documenti relativi entro il 2 ottobre al fine di operare nella realizzazione e gestione del Noor Midelt III, impianto da 400 Mw che basato sulla tecnologia fotovoltaica. Nel 2019Masen aveva dato vita a un consorzio guidato da Edf Renouvelables allo scopo di sviluppare la prima fase del progetto da 800 Mw, Noor Midelt I, combinando il fotovoltaico al solare concentrato, tuttavia, a quattro anni dall’avvio del progetto la prima fase di esso risulta ancora non completata in parte a causa di disaccordi sulle tecnologie alle quali si dovrebbe fare ricorso.

I CINESI E LE FABBRICHE DI BATTERIE AL LITIO

Intanto, la società cinese Tinci Materials, quotata alla borsa di Shenzhen,  specializzata nella produzione di materiali per batterie al litio, ha comunicato di essere intenzionata a realizzare un proprio secondo impianto in Marocco, trasferendolo dalla Repubblica Ceca – si afferma – per ragioni rinvenibili nella minore criticità della situazione economica rispetto al Paese europeo. A influire su questa scelta sarebbero state le ripercussioni della recessione economica che sta colpendo anche la Repubblica ceca, i vincoli alla mobilità del personale e dei materiali, il clima degli investimenti e l’instabilità politica a Praga.

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