Evgenij Viktorovič Prigožin, sessantadue anni, imprenditore e politico fino a non molto tempo fa molto vicino a Vladimir Putin, noto per essere stato a capo dell’organizzazione militare privata Wagner, che ha inviato i propri contractors (mercenari) in diverse aree di crisi dove Mosca nutriva interessi, sarebbe deceduto a causa di un incidente (ma c’è chi non ha escluso l’ipotesi di un volontario abbattimento con sistemi d’arma contraerei) verificatosi poche ore fa nell’oblast di Tver, territorio a nordovest di Mosca. Almeno questo è quanto reso ufficialmente noto dalle autorità della Federazione russa competenti per materia in casi di incidenti aerei ed emergenze.
LA VERSIONE UFFICIALE DI MOSCA
Queste ultime hanno precisato che tutte e dieci le persone a bordo del velivolo sono decedute nello schianto, che è avvenuto in aperta campagna. Tuttavia, l’agenza di stampa RIA Novosti ha in seguito riferito che gli stessi Servizi di emergenza hanno però precisato che, allo stato attuale, sul luogo dell’incidente sono stati rinvenuti soltanto otto cadaveri. L’Agenzia federale russa per il trasporto aereo ha confermato l’inclusione del nominativo di Prigožin tra quelli dell’elenco dei passeggeri imbarcati sull’aereo precipitato, tuttavia non vi è ancora conferma che egli fosse realmente a bordo di esso al momento dello schianto. Nel presunto incidente sarebbe rimasto vittima anche Dmitry Utkin, tra i comandanti del gruppo Wagner ed elemento apicale dell’organizzazione ritenuto vicino a Prigožin.
L’AFRIKA KORPS DEL CREMLINO
Secondo il giornalista russo Andrey Zakharov quest’ultimo era volato nella giornata di oggi dall’Africa alla Russia accompagnato dall’intero stato maggiore della Wagner. Dal fronte ucraino di Zaporizhzhia, nel frattempo sono pervenute voci che confermerebbero la morte di Prigožin e Utkin nell’incidente. Lunedì scorso sui social media era stato pubblicato un video che mostrava un uomo molto somigliante a Prigožin che si trovava in un’area desertica; questi aveva dichiarato in favore della telecamera che «la Wagner sta conducendo operazioni di ricognizione e ricerca rendendo la Russia ancora più grande in ogni continente e l’Africa ancora più libera», l’individuo concludeva infine che la Russia stava assumendo «uomini davvero forti», ma non vi sono certezze sulla data e l’ora precisa nella quale è stato girato quel video.
LA REAZIONE A WASHINGTON
Appresa la notizia, da Washington il presidente degli Stati Uniti d’Americaa, Joe Biden Biden, ha dichiarato che la notizia della morte del capo della Wagner in questo modo non debba sorprendere più di tanto, aggiungendo inoltre «che non accade molto nel paese (la Russia, n.d.r.) senza che Putin non sia al corrente». In precedenza, il mese scorso, Biden e il direttore della Central Intelligence Agency Williams Burns avevano affrontato lo specifico argomento palesando il potenziale pericolo corso da Prigožin, ricorrendo anche ad alcune battute che, alla luce dei fatti, assumono i contorni dell’umorismo macabro. «Se fossi in lui, starei attento a cosa mangio, terrei d’occhio il mio menu – aveva dichiarato Biden nel corso della conferenza stampa congiunta con il presidente finlandese Sauli Niinisto -, ma a parte gli scherzi, non credo che nessuno di noi sappia con certezza quale sarà il futuro di Prigožin in Russia». Una settimana dopo, intervenendo all’Aspen Security Forum, il direttore della CIA era tornato sul tema sottolineando come Putin «sia qualcuno che generalmente pensa che la vendetta sia un piatto che va servito freddo» e che, quindi, se si fosse trovato negli scomodi panni di Prigožin non avrebbe separato il proprio cibo dal suo assaggiatore preventivo.