a cura di Simone Baroncia, pubblicato dall’agenzia giornalistica ACI Stampa il 21 agosto 2023, https://www.acistampa.com/story/si-apre-il-meeting-di-rimini-con-il-cardinale-zuppi-a-parlare-di-fraternita?utm_campaign=ACI%20Stampa&utm_medium=email&_hsmi=271082871&_hsenc=p2ANqtz–iejHt1hoPoJ9GywWfUNIYoYesMEdsno-wvU6t2tuey9hzqU71dEOzdz5N8lNW08tIAys6N2UeMNI7KIyEWDGdNWAmAdmHE4ig2fIEdzP3B4ZKaIs&utm_content=271082871&utm_source=hs_email – «Proprio mentre stavo scrivendo questa lettera, ha fatto irruzione in maniera inattesa la pandemia del Covid-19, che ha messo in luce le nostre false sicurezze. Al di là delle varie risposte che hanno dato i diversi Paesi, è apparsa evidente l’incapacità di agire insieme. Malgrado si sia iper-connessi, si è verificata una frammentazione che ha reso più difficile risolvere i problemi che ci toccano tutti… desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità».
FRATELLI TUTTI APRE IL MEETING DI RIMINI
Partendo dall’incipit iniziale dell’enciclica “Fratelli tutti”, domenica 20 agosto ha preso avvio a Rimini la XLIV edizione del Meeting dell’Amicizia tra i popoli, intitolata L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile, con un incontro di testimonianze: Fratelli tutti. Testimonianze di un’amicizia operativa sulle orme di Papa Francesco, a cui ha partecipato il presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Zuppi, che ha dialogato con Alberto Bonfanti (presidente di Portofranco), Vittorio Bosio (presidente del Centro sportivo italiano, CSI), Regina De Albertis (presidente di Assimpredil Ance Milano, Lodi, Monza e Brianza), Dario Odifreddi (presidente di Piazza dei Mestieri e del Consorzio Scuole Lavoro).
GLI INTERVENTI DI ZUPPI E ODIFREDDI
Il cardinale Zuppi ha sottolineato che l’amicizia sociale è necessaria per costruire la pace: «L’amicizia sociale – ha egli affermato – è un liberare da tanta rabbia, odio, individualismo. L’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco raccoglie i tanti sogni della generazione che ci ha preceduto, che ci ha consegnato dopo la tragedia della Seconda guerra mondiale i desideri e gli strumenti per un mondo di pace». Una missione mossa dallo struggimento: «Papa Francesco ci chiede di non abituarci alla guerra. A me ha commosso la commozione del Pontefice l’8 dicembre in piazza di Spagna. Dobbiamo continuare ad avere lo stesso struggimento: ogni giorno che passa vuol dire tante persone che muoiono, l’odio diventa più profondo, l’inquinamento diventa più insopportabile. È davvero una guerra mondiale, non solo a pezzi, che già coinvolge tanto». Al termine dell’incontro, dal presidente di Piazza dei Mestieri, Dario Odifreddi, ci siamo fatti raccontare in quale modo l’enciclica del papa può trasformare i luoghi in cui si vive, generando un’amicizia sociale. «Innanzitutto – ha esordito -, prendendo seriamente la sfida che il papa ci lancia nell’enciclica: “C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo tutti a vicenda a guardare avanti”. Tutti noi abbiamo bisogno di luoghi e di persone che ci aiutino a trovare un senso alla nostra vita e al nostro desiderio di costruire; a quattordici anni o a novanta è lo stesso. Solo se troviamo luoghi e persone che ci fanno intravvedere che la vita è un bene e vale la pena di essere spesa possiamo diventare amici e fratelli. Solo con questo amore al proprio destino e a quello degli uomini e delle donne che la vita ci mette davanti si possono trasformare i luoghi in cui si vive».
COME IL LAVORO PUÒ DISEGNARE IL FUTURO?
«Tutte le attività della Piazza dei Mestieri – ha aggiunto Odifreddi -, educative, culturali, sociali, eccetera, sono indirizzate a quella che è per noi la grande sfida: che i nostri allievi trovino lavoro. Per questo in Piazza, oltre a studiare si lavora davvero all’interno di vere e proprie business unit che vendono i loro prodotti e i servizi sul mercato. Dal cioccolato alla birra e ai prodotti da forno, dal ristorante al pub aperti al pubblico sino all’agenzia di comunicazione. Nella Piazza dei Mestieri si studia e si lavora riscoprendo il valore e il fascino del lavoro manuale, della bellezza di trasformare la realtà con il lavoro delle proprie mani. Nell’impatto col lavoro, oltre a percepire il fascino di un mestiere, si percepisce la mancanza di competenze, acquisendo il desiderio di colmare il gap. Cosa c’è di meglio che una cena al ristorante della Piazza dei Mestieri con ospiti stranieri per capire che la conoscenza delle lingue è fondamentale per un cameriere! La realtà è sempre più convincente di mille esortazioni che spesso per i giovani suonano false o perlomeno esagerate e noiose».
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