È quanto emerge da un nuovo rapporto pubblicato dalla Fondazione Hinrich, organizzazione filantropica con sede in Asia che ha trovato molta eco sui media cinesi e su quelli africani, vicini a Pechino. La notizia è stata puntualmente ripresa dal periodico specializzato “Africa e Affari” – https://www.africaeaffari.it/39721/africa-contratti-infrastrutturali-cinesi-sono-piu-del-doppio-di-quelli-occidentali-nel-continente -, che ha altresì specificato come negli anni Novanta otto contratti su dieci relativi alla realizzazione di infrastrutture in Africa siano stati vinti da società occidentali. Una tendenza che nello studio elaborato dalla Fondazione Hinrich è risultata soggetta a un mutamento nel momento in cui la Repubblica Popolare ha avviato un’aggressiva politica in Africa, attuando la cosiddetta strategia di going out, che ha incoraggiato le aziende cinesi a cercare mercati e materie prime all’estero.
PENETRAZIONE CINESE IN AFRICA
Nel 2013, quando Xi Jinping ha assunto la presidenza della Cina Popolare, le imprese occidentali gestivano il 37% dei progetti di infrastrutture africane, questo rispetto al 12% delle aziende cinesi. Oggi, secondo il citato studio ripreso da “Africa e Affari”, la situazione si è ribaltata, poiché nel corso del 2022 le aziende cinesi si sono aggiudicate il 31% dei contratti di infrastrutture africane, per un valore pari ad almeno cinquanta milioni di dollari, rispetto al 12% di quelle occidentali. Esse hanno portato a termine progetti multimiliardari nell’intero continente: porti, ferrovie, autostrade, ponti e dighe idroelettriche, alimentati dalla Belt and Road Initiative.
BELT AND ROAD INITIATIVE
«Un grande cambiamento rispetto al 1990, quando le aziende statunitensi ed europee si aggiudicarono l’85% dei contratti di costruzione africani», si legge nel rapporto di Keith Rockwell, ricercatore senior e ex direttore dell’Organizzazione mondiale del commercio (World Trade Organization, WTO). Rockwell ha inoltre reso noto che nel quadro dell’iniziativa Belt and Road varata nel 2013 Pechino ha finanziato progetti del valore di miliardi di dollari, quali le ferrovie in Kenya e in Etiopia e i porti a Gibuti e in Nigeria. «Con relazioni commerciali ed economiche così strette non sorprende che la Cina stia giocando la parte del leone nei contratti per progetti infrastrutturali», ha concluso l’analista.
Per approfondire il tema relativo al necessario sviluppo infrastrutturale dell’Africa è possibile fare riferimento al focus di “Africa e Affari” al seguente indirizzo web: https://www.africaeaffari.it/rivista/il-nodo-delle-infrastrutture