EVENTI, arte contemporanea. Progetti installativi: A-HEAD Project: Angelo Gallo – T(w)O EDGE due bordi_al limite

Fino al prossimo 17 settembre il Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza ospiterà l’evento promosso da A-HEAD_Angelo Azzurro ONLUS: T(w)O EDGE due bordi_al limite, di Angelo Gallo, a cura di Simona Spinella, con testi critici di Simona Spinella e Giuseppe Capparelli

Fino al prossimo 17 settembre il Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza ospiterà il nuovo progetto installativo promosso da A-HEAD_Angelo Azzurro ONLUS: T(w)O EDGE due bordi_al limite di Angelo Gallo a cura di Simona Spinella e con i testi critici di Simona Spinella e Giuseppe Capparelli.

ELIMINARE LO STIGMA SULLE MALATTIE MENTALI

Infatti è dal 2017 che la onlus Angelo Azzurro sostiene e promuove l’arte contemporanea e gli artisti emergenti attraverso una pluralità di iniziative, tra le quali un premio dedicato alla ricerca di artisti under 35, giunto ora alla seconda edizione (il Premio Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti), mostre ed eventi, convegni e laboratori, al fine di sensibilizzare la collettività sulle problematiche derivanti dalle malattie mentali ed eliminarne lo stigma attraverso un percorso conoscitivo che utilizzi l’arte come strumento privilegiato.

ESPOSIZIONE AMBIENTALE CONVERTITA IN LUOGO PERFORMATIVO

Il progetto T(w)O EDGE due bordi_al limite nasce, infatti, da un confronto iniziale tra l’artista Angelo Gallo e il curatore di A-HEAD, Piero Gagliardi, sul concetto di riproducibilità e tiratura della grafica d’arte, che ha portato allo sviluppo di due opere: Studio della scultura dell’ala. Opera unica di possibile tiratura illimitata, una lastra di rame su cui Gallo ha inciso lo studio per un’ala e la scultura – installazione “Edge”, un’ala realizzata in resina e polvere di marmo. Tra le due opere poste una fronte all’altra, il Cyan Carpet, determina uno spazio, un luogo, un tratto di possibilità da percorrere; al centro c’è il ruolo del fruitore che è spinto a confronto con sé stesso in due modi completamente diversi (cit. Simona Spinella). Ed inoltre all’interno dello spazio installativo è anche collocato un piedistallo dove l’osservatore può posizionarsi e posare, interagendo e integrandosi con l’installazione stessa. Lo spazio e il tempo di fruizione così intesi, decretano che l’installazione ambientale si converta in luogo performativo dove il tempo del pubblico e la sua permanenza all’interno di esso diventano elementi fondanti. (cit. Giuseppe Capparelli)

TWO EDGE DUE BORDI AL LIMITE

«T(w)O EDGE due bordi_al limite è il frutto di una serie di dialoghi che si sono fondati sul rispetto reciproco, è uno spazio ospitante di possibilità, è un insieme di relazioni, in cui il sistema di lettura e di fruizione dell’opera sono dialoganti. Quando parliamo di “possibilità” e di “relazione” ci rapportiamo alle due opere che compongono l’installazione con riferimento al concetto di riproducibilità. Difatti all’incisione, può essere concessa la possibilità di esser opera unica o di avere una tiratura illimitata, mentre l’istallazione opera unica, si moltiplica grazie all’interazione. (…) La scelta del titolo T(w)O EDGE due bordi_al limite quindi sta nel concetto del doppio che appartiene all’opera poiché composta da due opere, ma anche nella relazione con il fruitore che sta al centro nella dimensione biunivoca e genera l’alternanza dell’essere. (…) l’opera è stata ideata con una doppia visione dello spazio, quello “concepito” per essere una scultura e quello “relazionale” fondato sulla fiducia e sulla partecipazione, quindi uno “spazio vissuto” che sarà configurato di volta in volta da chi deciderà di salire sul piedistallo. L’opera d’arte e lo spazio che la circonderà vivranno in un rapporto di stretta interdipendenza, e di produzione di uno spazio vivo di azione che si determinerà a partire dal superamento dei limiti convenzionali del piedistallo, del salire sul piedistallo che consente di interpretare alcune attitudini sociali». (dal testo critico di Simona Spinella)

FRA SCULTURA E INCISIONE

«(…) Fra scultura e incisione, atto performativo e installazione ambientale, l’opera T(w)O EDGE due bordi_al limite di Angelo Gallo inalvea e contiene le tensioni dell’artista sulla sua poetica, sul suo linguaggio, sul suo pensiero. L’artista imposta la sua ricerca su un elemento fondante, la razionalità ammantata da un velo di indeterminatezza. (…) Questo intervento artistico è composto dal dialogo fra una serie di elementi interconnessi fra loro che gestalticamente sono presentati al pubblico nella loro totalità, strutturata in modo organico, e non considerabili come elementi singoli e indipendenti. Il principio fondamentale della Psicologia della Gestalt o Psicologia della forma si fonda sul concetto che il tutto è superiore alla somma delle singole parti: secondo questa teoria ciò che percepiamo non è la somma di elementi, ma una sintesi della realtà (…) l’artista ‘sigillando’ la matrice di rame all’interno di un contenitore dichiara che l’opera è da considerarsi come lavoro unico e irriproducibile, ma contestualmente consegna nelle mani del suo possessore una possibilità: rompere il sigillo e aprire l’opera alla serialità, a reiterare l’atto artistico all’infinito. Questo trasferimento di volontarietà, dall’autore al proprietario dell’opera, è la chiave di lettura di tutta l’installazione. È l’elemento di incognita, di variabile di indeterminatezza che ci proietta in una condizione di sospensione, di probabile perdita dell’aura, per dirla con Benjamin, che ne determinerà la sua riproducibilità». (tratto dal testo critico di Giuseppe Capparelli).

INFO

La mostra, prima parte di un progetto che toccherà diverse città italiane ed europee, è un omaggio al curatore di A-HEAD, Piero Gagliardi.  Il progetto si avvale del patrocinio della Città di Cosenza e si inserisce all’interno del Festival Invasioni 2023. A-HEAD Project: Angelo Gallo – T(w)O EDGE due bordi_al limite, a cura di Simona Spinella; testi critici di Simona Spinella e Giuseppe Capparelli; progetto promosso da A_HEAD di Angelo Azzurro ONLUS con il patrocinio della Città di Cosenza; fotografie di Isabella Marina e Cecilia Vaccari. Dove: presso il Museo dei Brettii e degli Enotri, in vico Sant’Agostino, 3 Cosenza

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