Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, l’Occidente ha dimostrato di essere «unito a difesa di un mondo fondato sulle regole», queste le parole pronunciate dal Presidente del Consiglio dei ministri italiano, signora Giorgia Meloni, al termine del suo incontro avuto al Congresso degli Stati Uniti d’America con lo speaker della Camera, il conservatore repubblicano Kevin McCarthy. «Senza il rispetto del diritto internazionale – ha ella poi aggiunto -, vivremmo in un mondo fatto di caos, nel quale chi ha l’esercito più forte può invadere il suo vicino. Non è questo il mondo in cui vogliamo vivere, vogliamo vivere in un mondo in cui la sovranità e la libertà siano rispettati».
L’AGENDA DELLA MELONI A WASHINGTON
Si tratta della prima visita ufficiale negli Usa nel suo incarico per l’attuale inquilina di Palazzo Chigi, che si tratterrà a Washington due giorni. Oltre alla visita al Congresso, c’è stato un incontro con i i leader dei gruppi politici del Senato e, in seguito, alla Camera, quindi la dichiarazione congiunta con McCarthy. Successivamente, la premier Meloni farà visita alla Casa Bianca dove avrà un colloquio con il presidente Joe Biden, incontro previsto per le ore 15:00 locali (le 21:00 in Italia). In agenda i dossier relativi alle questioni sul ruolo italiano in Africa e Medio Oriente e quello ucraino, oltreché la futura presidenza italiana del G7.
USCIRE DALLA VIA DELLA SETA?
Focus sulle migrazioni, lo sviluppo e la stabilità ai fini della sicurezza in un quadro di partnership strategica. Infine, le relazioni tra Italia e Cina Popolare, in particolare il possibile “strappo” di Roma con Pechino a causa dell’atteso ritiro italiano dal Memorandum sulla Nuova Via della Seta, tanto caro ai cinesi (l’Italia è infatti l’unico paese del G7 ad averlo firmato, nel 2019), ma mai digerito dagli americani, che si trovano in uno stato di particolare attrito con il loro avversario sistemico. L’accordo scadrà nel marzo del 2024, ma si rinnoverà automaticamente in autunno, se una delle parti non interverrà nel sensa del proprio ritiro unilaterale. Roma non avrebbe intenzione di prolungare l’accordo, ma non sono ancora stati resi noti i dettagli della conseguente scelta, evidentemente l’esecutivo di destra, come in altri aspetti della vita politica italiana, rinvia cercando di prendere tempo.
IL MONITO DI PECHINO AL GOVERNO ITALIANO
Palazzo Chigi ha tuttavia rassicurato la Cina Popolare riguardo la propria intenzione di perseguire in ogni caso con il gigante comunista un rapporto «equilibrato» e di «dialogo responsabile». Ed sarebbe dunque questa la ragione alla base del richiamo lanciato da Pechino alla Meloni nell’imminenza della sua visita negli Stati Uniti d’America. «Seppure non sia chiaro se l’Italia sarà in grado di resistere alle pressioni o all’influenza degli Usa – hanno fatto sapere i cinesi -, ci auguriamo che abbia un atteggiamento sobrio e non si lasci trasportare dalla geopolitica. Se l’Italia si muove per inseguire le strategie degli Stati Uniti, danneggerà i propri interessi e metterà a rischio la propria autonomia nelle relazioni internazionali».