Roma, 27 giugno 2023 – «Si apre una nuova epoca per la tutela dei diritti dei uomini e delle donne in divisa. Tra i provvedimenti di maggior rilievo approvati segnalo il decreto che disciplina le modalità di versamento alle associazioni delle quote trattenute sulla retribuzione e quello in materia di adeguamento delle procedure di contrattazione dei comparti Sicurezza e Difesa, nonché l’istituzione dell’area negoziale per il personale dirigente delle forze armate, di polizia e ordinamento militare. È da tempo pronto il testo del decreto legislativo relativo alla definizione e alla disciplina dell’indicazione all’esercizio all’attività sindacale per il personale militare impiegato in attività anche fuori il territorio nazionale».
IL GOVERNO RINVIA AL PROSSIMO ANNO
Lo ha dichiarato oggi il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso del question time a Palazzo Madama rispondendo alla senatrice di Fratelli d’Italia Antonella Zedda sul completamento della disciplina in materia di libertà sindacale per il personale militare. «Nonostante la delega scada il 27 novembre – ha sottolineato il ministro – il provvedimento non può essere ancora finalizzato, in quanto le associazioni professionali a carattere sindacale tra i militari non sono ancora state dichiarate rappresentative e non possono pertanto esprimere il previsto parere richiesto dalla legge. Per questo motivo il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che prevede la proroga sino a novembre 2024 del termine per l’esercizio di tale importante delega. L’effettiva operatività delle associazioni potrà verosimilmente concretizzarsi il primo trimestre 2024, una volta realizzato il completamento del quadro giuridico di riferimento e il computo degli associati e l’accertamento del conseguimento delle soglie percentuali di rappresentatività previste dalla legge».
DIRITTI SINDACALI SANCITI DALLA SUPREMA CORTE
Netta contrarietà sugli argomenti del titolare del Dicastero di Via XX Settembre è stata invece espressa da Luca Marco Comellini, segretario generale del Sindacato dei Militari. «È uno schifo! – ha egli dichiarato a insidertrend.it -, annichilire i diritti sindacali sanciti dalla Corte Costituzionale è quanto di meglio possiamo aspettarci da questo ministro. La sua contrarietà ai sindacati l’aveva già resa nota nel corso di una trasmissione andata in onda a Radio Radicale, “Cittadini in divisa”, il 4 luglio del 2011. Nel merito daremo battaglia, e lo diffidiamo fin da ora a rispondere alle numerose diffide che gli abbiamo inviato in ordine all’applicazione delle procedure relative alle violazioni della legge 46/2022 sui diritti sindacali commesse dalle associazioni già iscritte all’Albo e guidate da delegati del Cocer o da appartenenti alla rappresentanza militare in aperto contrasto con quanto stabilito dal Consiglio di Stato in tema di incompatibilità tra le funzioni di delegato Cocer e quelle di delegato sindacale. Pertanto, se si pensa di fare dei sindacati di comodo o delle reti sindacali create ad arte da novelli consiglieri, allora la lotta per l’affermazione dei diritti sindacali nell’ambito delle Forze armate deve ancora iniziare e inizierà con la nostra dichiarazione di guerra»