Al fine di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici i gestori del servizio idrico investiranno nei prossimi anni dieci miliardi di euro, oltre il 50% dei quali (5,2 miliardi) già nel triennio 2022-2024. È quanto emerso durante il convegno “Prospettive gestionali di investimento nel cambiamento climatico”, organizzato da Utilitalia in occasione della propria assemblea generale lo scorso 17 luglio, nel corso del quale è intervenuto anche il ministro Gilberto Pichetto Fratin. Al centro del dibattito gli impatti del climate change sul rischio di impresa, insieme alle prospettive assicurative e ai finanziamenti per le aziende dei servizi pubblici che, nei prossimi anni, dovranno mettere in campo una considerevole mole di nuovi investimenti per adeguare le infrastrutture a fronte di uno scenario climatico mutato.
LA RIPARTIZIONE DEGLI INVESTIMENTI SUL TERRITORIO
Con riferimento al servizio idrico, tre dei dieci miliardi verranno investiti al Nord, quattro al Centro e tre nel Sud e nelle Isole. Tra gli investimenti in programma, finanziati attraverso la tariffa, poco più di 6,5 miliardi di euro saranno destinati a interventi nei servizi di adduzione e distribuzione, circa 2,5 miliardi invece ripartiti equamente tra i segmenti di fognatura e depurazione, mentre la quota restante (all’incirca un miliardo) verrà destinata a interventi negli altri segmenti della filiera, tra i quali rientrano quelli della captazione, potabilizzazione e dissalazione. La realizzazione di tali interventi comporterà una maggiore quantità di acqua disponibile (intesa come acqua recuperata o come acqua supplementare prodotta) stimata in circa 620 milioni di metri cubi.
ATTIVITÀ DI MITIGAZIONE E ADATTAMENTO
Sono un migliaio i progetti pronti per la fase di sviluppo da parte dei gestori, si tratta di nuovi serbatoi, nuovi approvvigionamenti, riutilizzo delle acque reflue, rifacimenti e manutenzioni delle reti per la riduzione delle dispersioni, interconnessioni tra acquedotti, ampliamento della rete fognaria e ammodernamento degli impianti di depurazione. «Gli effetti dei cambiamenti climatici influiscono in modo diretto sull’operatività delle imprese dei servizi pubblici e sulle prospettive di investimento – afferma al riguardo il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini -, le imprese sono chiamate a porre in essere attività di mitigazione e adattamento che devono procedere di pari passo. Affrontare il problema dei cambiamenti climatici, non solo per ridurre le emissioni di gas serra ma anche per contenere i danni conseguenti, è diventata una questione prioritaria al fine di garantire la continuità e la qualità dei servizi pubblici».