TURISMO, vacanze ai tempi della crisi. Troppe famiglie con figli non possono permettersela

In questi giorni diversi studi stanno segnalando una forte crescita delle presenze turistiche nella prima metà dell'anno. Grazie all’uscita dall’emergenza Covid, prosegue la tendenza emersa lo scorso anno, con l‘aumento dei viaggi per turismo. Nel 2022 si era già registrata una tendenza analoga, anche se la quota di persone residenti in Italia che erano state in vacanza in quell’anno non aveva ancora raggiunto i livelli pre-pandemici. Sono pari al 5,7% le persone che hanno fatto almeno una vacanza tra luglio e settembre 2022; più del 2021 (33,9%), meno del 2019 (37,8%); la metà delle famiglie con almeno tre figli non può permettersi una vacanza. Si tratta di una serie di elementi indice della crescita nella quota di famiglie con figli che non si sono potute permettere una vacanza

Tutto questo lo rende noto la Fondazione Open Polis attraverso la pubblicazione di una propria ricerca effettuata di recente – https://www.openpolis.it/troppe-famiglie-con-figli-non-possono-permettersi-una-vacanza/?utm_source=Newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=poverta-educativa -, dalla quale emerge come, con l’agosto in arrivo, sarà importante osservare se la fine definitiva dall’emergenza dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) nel maggio scorso corrisponderà a un pieno ritorno alla normalità anche su questo versante. La questione non riguarda solo lo sviluppo del comparto turistico. Tocca direttamente anche la condizione di bambini e famiglie, che in Italia non possono permettersi una vacanza in oltre un caso su tre. La quota di nuclei che nel 2021 ha rinunciato alle ferie sale addirittura a uno su due in presenza di almeno tre figli.

INCREMENTO DELLE PRESENZE TURISTICHE

In questi giorni diversi studi stanno segnalando una forte crescita delle presenze turistiche nella prima metà del 2023. Grazie all’uscita dall’emergenza Covid, prosegue la tendenza emersa lo scorso anno, con l‘aumento dei viaggi per turismo. Nel 2022 si era già registrata una tendenza analoga, anche se la quota di persone residenti in Italia che erano state in vacanza in quell’anno non aveva ancora raggiunto i livelli pre-pandemici. Con l’agosto in arrivo, sarà interessante osservare se la fine definitiva dall’emergenza, dichiarata dall’Oms nel maggio scorso, corrisponderà a un pieno ritorno alla normalità anche sul versante del turismo. Ma la questione non riguarda solo lo sviluppo del comparto turistico, poiché investe direttamente anche la condizione di bambini e famiglie, che in Italia non possono permettersi una vacanza in oltre un caso su tre.

QUANTE FAMIGLIE NON VANNO IN VACANZA

La quota di nuclei che nel 2021 ha rinunciato alle ferie sale addirittura a uno su due in presenza di almeno tre figli. Per bambini e ragazzi viaggiare con la propria famiglia e con i coetanei, trascorrendo alcuni giorni lontano da casa, può essere anche un’importante esperienza formativa. Ciò a maggior ragione in questi anni di emergenza Covid, in cui le restrizioni dovute alla pandemia hanno limitato la possibilità delle scuole di effettuare gite, visite a musei e altre esperienze culturali, ludiche, sociali ed educative. Acuendo di fatto il divario tra chi ha alle spalle una famiglia che può permettersi questo tipo di opportunità e chi no.

OPPURTUNITÀ FORMATIVE PER IL MINORE

Tra le famiglie con figli minori, un terzo non può permettersi una settimana di vacanza lontano da casa. La quota sale al 50% se nel nucleo vivono tre o più bambini. E sebbene la quota di famiglie con figli che rinunciano alle ferie sia in diversi casi inferiore alla media nazionale (38,1%) vanno sempre tenute presenti alcune raccomandazioni, anche della letteratura internazionale, nell’approcciare questo tipo di dati. Il rischio di una sottostima, specialmente per i nuclei familiari dove vivono dei bambini, non va sottovalutato. I risultati pubblicati possono sembrare dati obiettivi, ma dietro ogni statistica sulla deprivazione c’è un genitore che deve rispondere se sia in grado o no di permettere a suo figlio di «partecipare a gite ed eventi scolastici», o di «invitare a casa degli amici per giocare e mangiare insieme», oppure di avere «un posto tranquillo con spazio e luce a sufficienza per fare i compiti».

SEGNALI CONTRASTANTI

Questo aspetto va considerato a maggior ragione nella fase di uscita dall’emergenza Covid, in cui l’andamento del fenomeno mostra segnali contrastanti. Tra 2019 e 2020, la quota di famiglie con figli minori che non avevano potuto permettersi una vacanza lontano da casa sembrava essere diminuita, seppure in modo asimmetrico. Un calo riscontrabile tanto tra le coppie con figli piccoli (dal 37,1% al 30,4%), quanto tra i nuclei monogenitoriali, dove era calata di quasi 10 punti: da 48,7% a 39,3 per cento. Nel 2021 si rilevano segnali di crescita delle famiglie con bambini a carico che hanno dichiarato di non potersi permettere una vacanza. Parliamo di circa un terzo delle coppie con figli minori (33,5%) e del 42,7% dei nuclei con un solo genitore. In entrambi i casi, circa 3 punti percentuali in più dell’anno precedente, a fronte di una crescita media che appare più contenuta (+1,1 punti, dal 37% del 2020 al 38,1% del 2021); +3,1 l’aumento in punti percentuali della quota di coppie con almeno un figlio minore che non ha potuto permettersi le ferie, tra 2020 e 2021.

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Tendenze registrate nel corso della pandemia che è interessante confrontare, territorio per territorio, alla luce dell’andamento complessivo nella condizione socio-economica. Da questo punto di vista un indicatore, pur molto parziale e soggetto alle distorsioni dovute all’evasione fiscale, è quello offerto dai livelli dei redditi. In particolare la quota dei contribuenti con i redditi dichiarati nella fascia più bassa.

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