È un momento eccezionale, gentili ascoltatori. Che non abbiamo mai descritto nel corso di nessuna partita, di nessuna conclusione di nessun campionato di Serie A che abbiamo descritto in ventitré anni di attività in questa trasmissione Tutto il calcio minuto per minuto… è la fine! LA ROMA È CAMPIONE D’ITALIA!!! Sono le diciassette e quarantacinque… conquista il titolo con una settimana di anticipo rispetto alla fine del Campionato, diventa automaticamente una delle candidate, delle aspiranti al titolo europeo… è finita, in pratica, la fantastica galoppata dei giocatori giallorossi che sono travolti in questo momento dalla folla… nelle concitate parole pronunziate da Enrico Ameri al microfono della Rai dallo Stadio Marassi di Genova quel pomeriggio dell’8 maggio 1983 traspare forse tutto il significato di un evento che segnò non soltanto una città, la capitale d’Italia, ma bel oltre l’intero Paese.
UN MONDO CHE NON C’È PIÙ
Un mondo ormai molto lontano, un mondo che non c’è più, che si nutriva sì di miti, come d’altronde quello attuale, ma che recava in sé uno spirito diverso, più fiducioso. Erano i primi anni Ottanta e il Paese era praticamente uscito dalla lunga plumbea parentesi del terrorismo e attraversava una fase di riflusso, qualcuno alimentava l’ottimismo paventando grandi prospettive che si sarebbero dovute aprire grazie ai radicali cambiamenti di natura politica ed economica, e in effetti i mutamenti rispetto al recente passato si andavano evidenziando in maniera marcata nella moda e nel costume, nella comunicazione e nella televisione, che per la verità aveva già iniziato in precedenza alcune felici sperimentazioni. Sandro Pertini era il Presidente e una reclame divenuta oltremodo nota magnificava la «Milano da bere».
UN MOMENTO MAGICO PER LA CITTÀ
Quei primi anni ottanta significarono molto anche per Roma, che parve rinascere. Una fase efficacemente emblematizzata da due successi sportivi: quello dell’AS Roma calcio che vinse lo scudetto e quello del Banco Roma Basket (Virtus), squadra anch’ella campione d’Italia che si sarebbe aggiudicata anche il tiutolo europeo. Aggregazioni di sportivi certamente mitizzati e ben pagati, che tuttavia appaiono assai distanti dalle divinità olimpiche di oggi costruite a tavolino dal circuito miliardario dello star system applicato allo sport. I campioni d’Italia della Roma allenata da Nils Liedholm erano molto diversi da questi ultimi, più umani. Essi, grazie alla presidenza dell’indimenticabile Dino Viola, segnarono la transizione sul piano sportivo di una delle due maggiori squadre di calcio della Capitale, trascinandola via da quella dimensione di Rometta da mezza classifica se non da lotta per non retrocedere in Serie B che l’aveva caratterizzata negli anni precedenti, a esclusione di quel memorabile campionato alla metà degli anni Settanta in cui si classificò terza ed ebbe accesso alla Coppa UEFA.
LA NUOVA ROMA
Con Dino Viola, gradualmente, la squadra venne trasformata e divenne realmente competitiva, segnando i prodromi di quello che sarebbe poi divenuta negli anni a venire, una compagine di alta classifica e prestigio internazionale. Una dinamica che è stata illustrata dalla testimonianza resa da Riccardo Viola, figlio del presidente dello scudetto, nel corso dell’evento che ha avuto luogo venerdì 14 luglio 2023 presso l’Aula Giulio Cesare del Campidoglio. Egli ha ripercorso la vicenda esistenziale di suo padre e dell’intera sua famiglia, quando venne presa la decisione di acquistare l’AS Roma, cedendo l’impresa di famiglia allo scopo di fare cassa e coprire le spese. Ebbene, da allora la squadra di calcio della capitale italiana crebbe assumendo via via il ruolo e il lignaggio che gli si addicevano in quanto tale. Fino alla sfortunata finale di Coppa dei Campioni giocata allo Stadio Olimpico contro gli inglesi del Liverpool, e a tutto ciò che poi sarebbe seguito fino a oggi.
IL LIBRO “CAMPIONI”
Campioni, volume opera di autori vari (Marco E. Gialloreti, Francesco Goccia, Giorgio Martino, Marianna Monelli e Roberto Pruzzo) narra quell’epopea durata un campionato, articolandosi in una parte storica nella quale si prendono le mosse dal primo scudetto romanista del 1941-42 (vittoria forse non goduta per via della tragedia della guerra), e una parte di cronaca, che prende in esame partita per partita tutto quel campionato. Il libro è stato presentato stamani in Campidoglio per iniziativa del presidente della Commissione Sport di Roma Capitale Nando Bonessio e della presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli, entrambi con un passato di sportivi. Un evento che ha registrato la presenza e gli interventi di alcuni dei protagonisti di allora e di qualche tifoso giallorosso Vip che a quelle giornate partecipò.