a cura di Marco Mancini, pubblicato dall’agenzia giornalistica ACI Stampa il 26 giugno 2023, https://www.acistampa.com/story/papa-francesco-il-giornalista-non-e-mai-un-contabile-della-storia?utm_campaign=ACI%20Stampa&utm_medium=email&_hsmi=263792321&_hsenc=p2ANqtz-8UjGujMJJeLUrM-v1NRcuWmH7KOwJrlOeo56ZRkaES_LMAzBQTI-FUaIFjKMdFWKGRtm_fH5hluLX9-u8cRdxFckCfQQrly7lgdXb4fOlmLIwyTNg&utm_content=263792321&utm_source=hs_email – «Solo insieme, ciascuno con le proprie specificità e prerogative, si può disegnare un orizzonte di speranza.
TACCUINO, PENNA E SGUARDO
È il lavoro quotidiano del giornalista, chiamato a consumare le suole delle scarpe o a percorrere le strade digitali sempre in ascolto delle persone che incontra», così si è espresso il Pontefice il 24 giugno scorso in occasione dell’udienza concessa alla delegazione del Premio Biagio Agnes. Anche in questa occasione Papa Francesco ha proposto tre parole chiave: taccuino, penna e sguardo. La prima parola è “taccuino”: «Annotare un fatto comporta sempre un grande lavorio interiore. Il taccuino ricorda l’importanza dell’ascolto, ma soprattutto del lasciarsi trafiggere da ciò che avviene. Il giornalista non è mai un contabile della storia, ma una persona che ha deciso di viverne i risvolti con partecipazione, con com-passione».
CONNETTERE MENTE E MANO PER ELABORARE IL PENSIERO
Quindi la penna, che «si usa sempre di meno, sostituita da mezzi tecnologicamente più avanzati. Eppure la penna aiuta a elaborare il pensiero, connettendo testa e mani, favorendo i ricordi e legando la memoria con il presente. La penna evoca il lavoro artigianale cui il giornalista è sempre chiamato: si prende la penna in mano dopo aver verificato i dettagli, vagliato le ipotesi, ricostruito e appurato ogni singolo passaggio. In questa tessitura agiscono insieme l’intelligenza e la coscienza, toccando le proprie corde esistenziali. La penna richiama così l’atto creativo dei giornalisti e degli operatori dei media, atto che richiede di unire la ricerca della verità con la rettitudine e il rispetto per le persone, in particolare con il rispetto dell’etica professionale».
UNO SGUARDO NON SOLTANTO VIRTUALE
Infine ecco lo sguardo: «Uno sguardo reale, non solo virtuale. Oggi, più che in passato, si può esserne distolti da parole, immagini e messaggi che inquinano la vita. Pensiamo, ad esempio, al triste fenomeno delle fake news, alla retorica bellicista o a tutto ciò che manipola la verità. Serve uno sguardo attento su ciò che avviene per disarmare il linguaggio e favorire il dialogo. Lo sguardo deve essere orientato dal cuore».