RUSSIA, tentato golpe. La Wagner ritorna nelle proprie basi «per evitare spargimenti di sangue»

«Z» rosse contro Armata russa: la guerra civile è forse soltanto un rischio, tuttavia da queste drammatiche dinamiche risulta incontrovertibile l’indebolimento di Vladimir Putin e il vuoto di potere a Mosca, questo dopo che due importanti capoluoghi regionali russi sono caduti nelle mani dei «contractors» di Prigožin e al fronte gli ucraini proseguono nella loro controffensiva preannunciaata in anticipo da giorni. Giunti a duecento chilometri dalla capitale le colonne dei mercenari arrestano la loro avanata e fanno ritorno. Per ora Putin (che ha lasciato il Cremlino) resta ancora vivo

I 25.000 uomini in marcia verso Mosca si sarebbero fermati, seppure da Kiev il presidente ucraino Zelensky affermi che stiano ancora proseguendo verso la capitale russa. Nel frattempo il presidente bielorusso Lukashenko ha annunciato la possibile soluzione del caso attraverso una mediazione tra Prigožin e Putin. Evgenij Prigožin avrebbe accettato la proposta della quale si era fatto latore Lukashenko di arrestare la marcia della colonna motocorazzata dei suoi uomini verso Mosca e interrompere le attività in grado di generare tensioni.

TENSIONE E SCONTRO INTESTINO A MOSCA

A Mosca la tensione è elevata: mentre i servizi segreti parlano ufficialmente di «tentativo di colpo di Stato» attorno alla capitale e al suo interno vengono approntate difese nell’eventualità dell’arrivo delle truppe della Wagner, inoltre è scattato il livello più elevato di all’erta terrorismo, con la chiusura e la evacuazione dei siti pubblici e l’allontanamento del presidente della Federazione Russa, riguardo al quale voci trapelate lo vedrebbero già fuori da Mosca. Vladimir Putin non è quindi al Cremlino, evidente indice di insicurezza e di debolezza dell’ex kagebešník divenuto presidente. Va poi considerato il comportamento di parte dei vertici militari russi, oltremodo anomalo, che induce a ritenere che resti alla finestra in attesa dello sviluppo degli eventi, una interpretazione dei fatti che spiegherebbe, ad esempio, il non completo ingaggio della Wagner da parte dell’Armata russa e (se si eccettuano le poche missioni degli elicotteri Kamov abbattuti) la sostanziale inerzia dell’aeronautica militare, che non ha attaccato le colonne dei mercenari di Prigožin.

LA TRATTATIVA

Il rientro del golpe sottende a un ritiro della crudele vendetta dell’insubordinazione da parte del Cremlino? Prigožin è perfettamente consapevole riguardo a quali siano le sue reali capacità e di risulta fa bene i propri conti. Stante la debolezza dello strumento militare russo e a fronte dei ripetuti allarmi relativi al tentativo di colpo di Stato, vanno in ogni caso considerata le concrete possibilità di riuscita di uno scontro militare tra la Wagner e le forze armate russe. L’ipotesi maggiormente plausibile è quella relativa a un accordo tra vertici dell’Armata (GRU in particolare, l’intelligence militare) e FSB (servizio segreto erede del Kgb), settori di quest’ultimo che da tempo lavorano per indebolire la posizione di potere di Putin. Un patteggiamento dunque, una intesa che sarebbe in parte passata sopra la testa del presidente nella generale situazione conflittuale che vede l’assunzione del potere in Russia quale obiettivo delle varie parti in lotta. Per ora Putin resta ancora vivo, ma la sua posizione è oltremodo precaria.

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