IMPRESE, ittica. Sorveglianza e controlli, sistemi TVCC installati a bordo dei pescherecci: Federpesca insorge contro il Regolamento europeo,

A seguito di cinque anni di complessi negoziati, i co-legislatori dell'Unione europea hanno raggiunto un accordo politico sulla revisione del sistema di controllo della pesca, volto a modificare le misure di controllo ed esecuzione precedentemente adottate nel 2009. Per l’associazione imprenditoriale del settore, che fa capo a Confiondustria, si tratta di un «attacco inaccettabile»

Federpesca si unisce alla voce di Europêche e di alcuni eurodeputati, che in queste ore stanno esprimendo preoccupazione riguardo all’obbligo di installazione delle telecamere a bordo. Pur non essendo ancora stato pubblicato il testo base, dai comunicati stampa del Parlamento europeo e della Commissione europea, viene dichiarato come il nuovo regolamento controlli preveda l’installazione obbligatoria di telecamere a bordo per i pescherecci di lunghezza superiore a diciotto metri che presentano un rischio elevato di non conformità all’obbligo di sbarco. Gli Stati membri possono imporre l’uso di sistemi di TVCC per altri scopi e per le imbarcazioni più piccole.

APPROCCIO RITENUTO VESSATORIO

«Ancora una volta la Commissione europea conferma un approccio vessatorio che considera gli operatori della pesca presuntamente colpevoli, un assunto basato sulla sfiducia nei confronti del settore che riteniamo inaccettabile», è la posizione ufficiale di Federpesca, che in una nota diffusa ieri alla stampa ha sottolineato come «gli sforzi di miglioramento del testo fatti in questi anni non hanno tuttavia evitato un’impostazione che va rigettata senza indugi e che non ha precedenti in altri settori. Qui è in gioco la difesa della dignità di una categoria di lavoratori che già tanti sacrifici ha dovuto affrontare in questi anni. Lavoreremo per fare in modo che la voce dei pescatori contrari a quest’obbligo venga ascoltata al voto in plenaria al Parlamento europeo, auspicando che gli europarlamentari esprimano il loro dissenso e difendano le legittime istanze dei pescatori e di milioni di famiglie che vivono onestamente di pesca».

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