a cura di Nino Galetti, direttore di Konrad-Adenauer-Stiftung Italia – La rielezione del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan è stata accolta con un sentimento negativo dalla politica tedesca. Manfred Weber (CSU), presidente del Partito popolare europeo (PPE), intende ora porre fine al processo di adesione all’Unione europea di Ankara, congelando i negoziati con essa. Gli ultimi anni hanno dimostrato che un partenariato stretto è importante, ma né la Turchia né l’Unione europea desiderano la piena adesione. «Questo processo – ha dichiarato Weber – deve essere archiviato, perché ostacola relazioni migliori anziché favorirle».
PARLARE O NO CON ERDOĞAN?
Al contrario, il vicepresidente della CSU ritiene sia il momento opportuno per «una ripartenza generale delle relazioni tra l’Unione europea e la Turchia su una base realistica». Le aspettative, dopo la vittoria di Erdoğan, sono chiare: «Abbiamo bisogno di una cooperazione reciproca, soprattutto per quanto riguarda l’obiettivo di una pace tra Ucraina e Russia, la politica migratoria, la modernizzazione economica e la questione riguardante Cipro. Adesso a Erdoğan non resta che approvare immediatamente l’adesione della Svezia alla NATO».
IL PRAGMATISMO DI SCHOLZ
Il cancelliere Olaf Scholz ha dal canto suo mostrato un atteggiamento pragmatico, congratulandosi con Erdoğan per la sua rielezione alla carica di presidente e ribadendo la sua volontà di cooperare. «Ora vogliamo portare avanti i temi comuni con rinnovato slancio – ha dichiarato il cancelliere tedesco -, la Germania e la Turchia sono partner e alleati stretti, il nostro legame è forte sia sul piano economico che sociale». Analogamente al primo turno elettorale, in Germania prevale nettamente la disillusione per la scelta elettorale dei turchi che risiedono nel Paese.
IL VOTO DELLA DIASPORA TURCA IN GERMANIA
Una cospicua maggioranza di essi, pari al 67,4% dei circa 1,5 milioni di elettori, ha votato al ballottaggio a favore di Erdoğan. Il ministro dell’Agricoltura Cem Özdemir (Verdi), politico tedesco di origini turche, ha espresso il proprio disappunto mostrando tutta la sua collera: «Vivere qui, in una democrazia pluralista, e poi votare per una dittatura in patria senza dover rispondere delle conseguenze è assurdo».