Obiettivo di esso è il rafforzamento «as soon as possible» della capacità produttiva di armi e munizionamento che, successivamente, verrà inviato al Governo ucraino allo scopo di consentire a quest’ultimo di reintegrare le proprie disponibilità e, conseguentemente, impiegarle contro le forze occupanti russe. A Strasburgo sono stati respinti gli emendamenti presentati dalla sinistra, che chiedevano l’esclusione dell’uso eventuale di parte dei fondi del Piano nazionale di resilienza e ripresa (Pnrr) dei Fondi di coesione, a copertura di questo genere di spese. Ora si attende l’accordo con il Consiglio europeo, che comunque dovrebbe seguire a breve.
UN’ECONOMIA DI GUERRA
«L’industria bellica europea deve passare alla «modalità di economia di guerra», ha al riguardo affermato il Commissario al Mercato unico Thierry Breton, poiché a suo avviso «c’è ormai urgenza, bisogna agire in fretta perché la guerra in Ucraina, che è stata all’inizio guerra di stock, sta diventando una vera guerra industriale». Il conflitto in Ucraina, già in atto da anni seppure nella modalità semi-congelata, ma reso oltremodo critico dall’aggressione militare delle truppe di Vladimir Putin, ha indotto i Paesi dell’Unione europea e più in generale della NATO a incrementare gli stanziamenti nei loro bilanci alla voce “Difesa”, sforando quel tetto (che rappresentava al tempo stesso una sorta di soglia psicologica) del 2% del prodotto interno lordo. Dell’impegno tedesco in questo senso è noto, la Francia dal canto suo prevede spese di centinaia di miliardi nei prossimi anni, mentre lo strumento militare della Polonia ha raggiunto la dimensione maggiore in Europa occidentale.
IMPLEMENTARE LA CAPACITÀ PRODUTTIVA DI MUNIZIONAMENTO
Per implementare le capacità produttive di munizionamento in Europa, Bruxelles ha stanziato cinquecento milioni di euro e, sulla base della pianificazione effettuata, nel 2024 si ritiene di poter conseguire una capacità adeguata nello specifico campo, in particolare in quello dei proietti degli obici di artiglieria da 155 millimetri di calibro. I finanziamenti erogati allo scopo dall’Unione europea verranno attinti dal Fondo europeo di Difesa, dotato di sette miliardi di euro destinati alla ricerca e sviluppo nel settore, oltreché dal programma Edirpa, che tuttavia è ancora in via di finalizzazione, che dovrebbe consentire l’ordinazione congiunta di acquisti di armi come avvenne con i vaccini quando si dovette fronteggiare la pandemia di Covid. Un aspetto controverso è però quello relativo all’approvazione da parte del Parlamento europeo della possibilità di ricorrere ai Fondi di coesione e a quelli previsti per il Next Generation EU al fine di incrementare la spesa per munizionamento e armi.