La Spagna andrà dunque al voto anticipato il prossimo 23 luglio (la scadenza naturale avrebbe dovuto avere invece luogo in dicembre), è la conseguenza della netta sconfitta subita del Psoe (il Partito socialista, che esprime il primo ministro oggi soltanto nominalmente uscente) nelle elezioni amministrative di ieri. Infatti, il primo ministro Pedro Sánchez ha sciolto il parlamento (Cortes Generales) e ha rassegnato le proprie dimissioni. In realtà si tratta di una scelta discrezionale che per costituzione è prerogativa del capo del governo, atto che viene controfirmato dal sovrano, con il primo che di fatto permane nella carica.
LA SOTTILE STRATEGIA DI PEDRO SÁNCHEZ
È la costituzione stessa a fissare la data delle successive consultazioni elettorali, una statuizione che non lascia spazio al sovrano nella formazione di un nuovo esecutivo. L’opposizione di centrodestra non ha infatti una maggioranza sufficiente per formare un esecutivo attraverso l’istituto della cosiddetta sfiducia costruttiva. Sánchez attende quindi la formazione delle amministrazioni regionali e municipali, e qui sarà eventualmente determinante il peso di Vox, ma va tuttavia rilevato che, al momento, il partito di estrema destra e i Popolari, anche qualora si unissero in coalizione, non disporrebbero comunque dei numeri sufficienti al raggiungimento di una maggioranza assoluta, di risulta Sánchez potrebbe ricavare dei margini di sopravvivenza politica attraverso il sostegno dei partiti regionalisti, tradizionalmente orientati verso formazioni politiche meno centraliste (si pensi al riguardo a catalani e baschi), che quindi potrebbero rinvenire nei socialisti e nei loro alleati una alternativa alla destra.
I POTENZIALI SCENARI POLITICI CHE SI APRONO
Questi i potenziali scenari che si aprono a seguito dei risultati delle elezioni amministrative che hanno avuto luogo nel corso dell’ultimo fine settimana in Spagna, che hanno sancito la netta sconfitta dei socialisti e la crescita dei popolari alle elezioni amministrative in Spagna. L’ondata conservatrice è anche frutto della conversione del sentimento dell’elettorato da una dimensione meramente locale a un referendum di sfiducia del governo e del primo ministro in carica. «Serve un chiarimento della volontà del popolo spagnolo», questo il commento del primo ministro uscente il giorno dopo lo spoglio delle schede, con la sconfitta del Psoe, che ha perduto importanti regioni e città come Siviglia. Sull’altro fronte politico registrata la crescita dei Popolari di Isabel Diaz Ayuso, riconfermata con notevoli consensi alla guida della Comunità di Madrid, questo mentre al municipio della capitale permane il sindaco uscente José Luis Martinez Almeida, anche lui del Partito popolare.