Era nato a Bad Ischl, in Austria, e nel 1964 aveva lavorato come comparsa cinematografica a Roma durante le riprese del film “Vaghe stelle dell’orsa”, in seguito venne scoperto dal regista Luchino Visconti, evento che segnò l’inizio ddel suo successo nel mondo dello spettacolo. Infatti, il grande regista italiano nel 1966 gli avrebbe affidato il suo primo ruolo nell’episodio “La strega bruciata viva”, mentre l’anno seguente Berger ebbe la sua prima parte da protagonista nel film “I giovani tigri” diretto da Antonio Leonviola. Ma il vero successo lo conseguì con “La caduta degli dei” nel 1969, diretto da Visconti, che lo volle nella parte del decadente Martin von Essenbeck.
UNA LUNGA CARRIERA NEL CINEMA
Con Visconti lavorò in “The Damned”, “Ludwig” (tra i suoi film più famosi, nel quale interpretava Ludovico II di Baviera) e “Conversation Piece”, quindi ne “Il giardino dei Finzi-Contini” di Vittorio De Sica, “Dorian Gray” di Massimo Dallamano e ne “Il Padrino Parte III” di Francis Ford Coppola, mentre nel 1975 fu il protagonista maschile di “Salon Kitty” di Tinto Brass. Oltre al rapporto di natura professionale, con Luchino Visconti ebbe anche una profonda relazione sentimentale durata fino alla morte del regista, nel 1976, al punto da definirsi egli stesso, in una intervista, la «vedova» del grande maestro del cinema. Con lui ho vissuto il vero amore, ci siamo trasferiti sotto lo stesso tetto quattro mesi dopo esserci incontrati. Mi ha educato, mi ha fatto conoscere una miriade di personaggi famosi come Grace Kelly, Salvator Dalì e la Callas».
LA DOLCE VITA TUTTA LA VITA, SENZA RIMPIANTI
Dopo avere affrontato una serie di problemi di salute, nel novembre del 2019 Berger annunciò la fine della sua carriera di attore. Aduso al consumo di alcol e droghe, praticava liberamente il sesso, aspetti della sua intensa esistenza che gli confermarono il soprannome di «dannato» che sempre lo accompagnò. Si afferma che gli eccessi di qualsiasi natura non lo spaventassero e probabilmente è vero, ma visse. Dopo la morte di Visconti la sua carriera cinematografica conobbe il declino, seppure negli ultimi anni recitò in alcune produzioni televisive. Il principio che informò la sua esistenza fu: la dolce vita per tutta la vita, senza rimpianti.