L’Italia è il Paese d’Europa con il più alto prelievo di acqua, 9,2 miliardi di metri cubi, dei quali il 30,5% avviene nel distretto idrografico del fiume Po mentre le perdite sulle reti idriche si assestano sul 42,2% del totale immesso in rete secondo l’ISTAT. Al contempo, il nostro Paese vanta il maggior prelievo di acque minerali del Vecchio Continente, un dato in costante crescita, abbinato a un’elevata vulnerabilità al rischio idrogeologico, come dimostra l’emergenza di questi giorni. Sono alcuni dei dati citati nel nuovo numero di “Energia, Ambiente e Innovazione”, il magazine scientifico dell’ENEA che approfondisce con esperti, ricercatori e protagonisti del settore le «problematiche, i progetti di innovazione tecnologica e il contributo che la ricerca scientifica può fornire nella prospettiva di ridurre lo stress idrico, promuovere l’uso sostenibile della risorsa acqua, rafforzare il monitoraggio del territorio e delle infrastrutture critiche, accrescere la resilienza e salvaguardare uomo e ambiente», come sottolinea nel suo editoriale il presidente di ENEA Gilberto Dialuce.
SOS ACQUA
La risorsa idrica fra nuovi rischi, strategie di tutela e di utilizzo evidenzia che il ‘bene acqua’ è sempre più a rischio non solo in Italia ma a livello globale a causa del consumo eccessivo, ma anche con tre miliardi di persone che soffrono di carenza e scarsità: una situazione che potrebbe peggiorare causando migrazioni e conflitti. Secondo le stime dell’Onu, infatti, da qui al 2050, la popolazione urbana in stress idrico aumenterà dell’80% passando dai 930 milioni del 2016 a una cifra compresa tra 1,7 e 2,4 miliardi. Fra le tematiche affrontate, l’acqua come risorsa sempre più rara e preziosa da preservare e tutelare; la siccità e la desertificazione come minaccia crescente a livello sociale ed economico; il rischio idrogeologico e l’impoverimento del suolo per gli effetti del cambiamento climatico con i suoi impatti su uomo e ambiente.
NECESSARIO UN USO EFFICIENTE DELLE RISORSE
Roberto Morabito, direttore del Dipartimento ENEA di Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali, sottolinea l’importanza di implementare approcci per l’uso e la gestione sostenibile e circolare a vari livelli, nei contesti urbani e in quelli industriali e produttivi, sviluppando iniziative e strumenti per promuovere la transizione verso modelli di produzione e consumo basati sull’uso efficiente delle risorse e un cambio degli stili di vita. Sulla stessa linea l’Agenzia europea dell’ambiente che, con l’esperto Nihat Zal che sottolinea come a livello europeo lo stress idrico sia stato percepito come un problema solo a partire dai primi anni Duemila e stia diventando sempre più diffuso e frequente. Da parte loro, i ricercatori del Centro comune di ricerca della Commissione europea (JRC) presentano le attività a supporto delle politiche e delle normative europee che promuovono la circolarità della risorsa idrica da recuperare mentre Nicola La Maddalena, vicedirettore del Centro internazionale di alti studi agronomici mediterranei (CIHEAM), passa in rassegna le misure tecniche e di gestione necessarie per far fronte all’emergenza.
IL «GAP» INFRASTRUTTURALE
Una sfida che è necessario affrontare insieme, come affermano Benedetta Brioschi e Nicolò Serpella di The European House Ambrosetti che, attraverso la community Valore Acqua per l’Italia, lavorano per una piattaforma di confronto permanente multistakeholder. Aspetti normativi, criticità e scenari sono al centro del contributo di Enrico Rolle della Fondazione sviluppo sostenibile e Fabio Trezzini del Gruppo 183 che analizzano gli aspetti ai quali occorrerà prestare attenzione negli anni a venire per recepire le più recenti norme comunitarie. Come afferma nella sua intervista il direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo, «oggi la sfida è il recupero accelerato del gap infrastrutturale e il tema della governance è fondamentale», mentre per Andrea Guerrini, componente del collegio dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA) e presidente dell’Associazione europea dei regolatori dei servizi idrici (WAREG), «occorre un approccio a 360 gradi, ragionando sulle connessioni tra diversi settori e l’impegno istituzionale a vari livelli».
UNA SFIDA GLOBALE
Di fatto, alla sfida globale dell’acqua il mondo della ricerca può dare un apporto strategico attraverso innovazioni, soluzioni e informazioni scientificamente rigorose per un cambio di paradigma negli stili di vita, come dimostrano anche gli interventi dei ricercatori ENEA nei quindici focus e nelle schede di progetto che completano la rivista, proponendo soluzioni per affrontare l’SOS Acqua.