TURCHIA, elezioni. Domani 64 milioni di elettori alle urne; Erdoğan: «Rispetteremo il risultato, se perdo lascerò»

Egli si presenta all’attesa e temuta consultazione dopo vent’anni di esercizio del potere, dieci nelle vesti di primo ministro e altrettanti da presidente della Repubblica, ma questa volta viene indicato in difficoltà dai sondaggi di opinione pre-elettorali

Il presidente autocrate turco è in difficoltà, poiché non si è arrestata la sua graduale emorragia di consensi, evidenziata in modo clamoroso nelle ultime elezioni municipali svoltesi nel Paese. Domani sessantaquattro milioni di cittadini turchi si recheranno alle urne per eleggere il loro presidente della Repubblica e rinnovare il parlamento nazionale, ma almeno un milione i cittadini vittime del terremoto che ha devastato alcune regioni della Turchia il 6 febbraio scorso, non riusciranno a votare. Si tratta di un aspetto rilevante ai fini delle previsioni relative ai risultati, poiché le zone maggiormente colpite dal sisma vengono considerate bacini di consenso elettorale dell’Akp, il partito politico di Erdoğan, che tuttavia ha ricevuto dure critiche per la sua gestione della fase successiva al terremoto, indice di un profondo malcontento diffuso nella popolazione, in particolare di quei luoghi.

LE INCOGNITE SULLA STRADA DELL’AUTOCRATE

Recep Tayyip Erdoğan si presenta all’attesa e temuta consultazione elettorale dopo venti anni di esercizio del potere in Turchia, dieci nelle vesti di primo ministro e altrettanti da presidente della Repubblica, ma questa volta viene indicato in difficoltà dai sondaggi di opinione pre-elettorali. Non è forse dunque casuale che la stretta repressiva del sistema di potere che a lui fa capo continui a silenziare scomode voci di dissenso oltre a semplici cronisti che prendono atto della realtà, come verificatosi questa mattina con Kemal Ozkiraz, fondatore dell’istituto di sondaggi Avrasya, che aveva previsto la sconfitta di Erdoğan e che è stato arrestato dalla polizia. Ozkiraz è stato arrestato assieme ad altre diciassette persone a seguito della denuncia del presidente del Country Party, Muharrem İnce, che li ha accusati di avere ottenuto e diffuso illegalmente i suoi dati personali, violando così la riservatezza della vita privata del candidato ritiratosi giovedì scorso dalla competizione per la presidenza della Repubblica.

UN ESITO DEL VOTO AFFATTO SCONTATO

Nonostante si presenti con sicumera di fronte all’opinione pubblica – «rispetteremo il risultato e se perderò lascerò», continua ad affermare pubblicamente nel tentativo di rassicurare sulla democraticità del suo agire sia i turchi che le cancellerie all’estero -, egli teme però la sconfitta nelle urne. Infatti, l’esito delle elezioni di domani non è affatto scontato, dato che dei sessantaquattro milioni di cittadini turchi aventi diritto al voto più della metà sono donne, mentre cinque milioni sono giovani che si recano alle urne per la prima volta, due componenti dell’elettorato in grado di condizionare il risultato indirizzando il Paese verso una nuova e diversa fase politica. Il candidato dell’opposizione alla presidenza, Kemal Kiliçdaroglu, ha parlato ai suoi elettori esortandoli a evitare manifestazioni di piazza e festeggiamenti in caso di successo, perché si temono ritorsioni della polizia e violenze di piazza scatenate dai militanti del partito di  Erdoğan e dall’estrema destra.

VELENI E REPRESSIONE

Il presidente e capo dell’Akp quest’oggi ha avuto modo di esprimersi causticamente nei confronti del suo principale avversario politico: «Il signor Kemal Kilicdaroglu prende ordini dai terroristi – ha dichiarato Erdoğan durante un comizio tenuto nel quartiere di  Umraniye a Istanbul -, noi lo facciamo dal nostro Dio e dalla nostra  nazione: questa è la differenza». Un chiaro riferimento ai presunti legami con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), considerato dal governo di Ankara una organizzazione terroristica. Erdoğan concluderà questa vigilia elettorale a Santa Sofia, cattedrale che proprio lui ha trasformato in moschea tre anni fa, un atto controverso ma allo stesso tempo di enorme valore simbolico che allora accrebbe notevolmente il consenso dell’opinione pubblica turca nei suoi confronti.

VOTO ED OPERAZIONI DI SCRUTINIO

Domani si voterà dalle ore otto alle diciassette, ma la commissione elettorale (Ysk) diffonderà i risultati ufficiali delle consultazioni a partire dalle ore ventuno, mentre dalle ore diciotto inizieranno a venire diffusi i primi dati relativi allo spoglio delle schede. Qualora nessun candidato alla presidenza otterrà più del 50% dei voti, domenica 28 maggio avrà luogo il ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di consensi.

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