In occasione del Fuorisalone 2023, evento correlato al Salone del Mobile 2023 (che ha preso avvio quest’oggi presso Fiera Milano a Rho, che sarà aperto al pubblico fino a domenica 23 aprile), GDG Architects presenta Elledue Vesta Collection. Lo fa in collaborazione con Artelier C, Italamp, Roberto Molteni e Floricoltura Capraro. A venire esposte nella mostra allestita e curata da Luisa Manzoni sono le opere di Paolo Tait e Manuela Carrano. Sia nel corso dell’evento del 19 aprile, così come per tutta la durata del Salone, sarà possibile ammirare l’esposizione dei due artisti.
MANUELA CARRANO
Manuela Carrano vive e lavora a Milano, dagli anni Novanta si dedica alla ricerca e al perfezionamento di diverse tecniche artistiche: pittura, disegno, acquaforte, sculture, installazioni, fotografia e ricamo. La sua ricerca trasversale e polimaterica, unita alla passione del viaggio, la porterà ad esporre a New York, a Londra, a Marsiglia, ad Amburgo, in Egitto e in tutta Italia, inclusa la Biennale di Venezia nel 2009. L’autrice alterna esposizioni in gallerie aliane e internazionali, a opere pubbliche come per la Metropolitana milanese, per l’Aeroporto di Malpensa. Le sue opere sono esposte in modo permanente al Parco dell’Arte dell’Idroscalo e a Palazzo Lombardia a Milano. I suoi temi ricorrenti sono: la relazione fra il naturale e ambiente che lo ospita e la fragilità dell’ecosistema causato dall’uomo.
PAOLO TAIT
Paolo Tait vive e lavoro a Mezzocorona, in provincia di Trento, dai primi anni Settanta inizia un’intensa attività pittorica e, in seguito, si dedica anche a diverse tecniche artistiche quali la scultura, la grafica, lo smalto, la tappezzeria, il disegno e il graffito. Nello stesso periodo espone in rassegne sia personali che collettive in Danimarca, Germania, Regno Unito, Romania, Russia e Ucraina. Nel 2011 partecipa alla Biennale di Venezia. Realizza importanti opere per istituzioni pubbliche e private, tra cui le esposizioni permanenti al MART di Rovereto, all’Università di Trento, alle caserme dei Vigili del fuoco di Fai, Mezzolombardo, al Comune di San Michele, all’Ospedale Armanni di Arco e negli Istituti ospedalieri di Rovereto. Le sue opere rivelano energia, peso e massa implosa nel segno.