«La rottura del terzo polo non è una buona notizia per la politica italiana», così esordisce Mario Giro, presidente di Democrazia solidale (Demos) ed esponente di spicco della Comunità di Sant’Egidio, alle continue prese di posizione sui social network e sui media degli elementi apicali delle due formazioni che il “cosiddetto terzo polo” formano, cioè Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda. «Al posto della nascita di un nuovo partito unitario – commenta al riguardo Giro -, che avrebbe dovuto fondere assieme Azione e Italia Viva, avremo un’ulteriore spinta del processo di frammentazione politica».
FRAMMENTAZIONE POLITICA IN ATTO
«In particolare – prosegue il presidente di Demos -, ciò avviene al centro, dove, al contrario, si sente la necessità di un nuovo tipo di aggregazione per superare il duopolismo attuale, che non ha dato buona prova di sé sin dagli albori della seconda Repubblica». Egli sottolinea altresì come «al di là dei giudizi che si possono dare sulle personalità coinvolte e sulle ragioni della rottura, ciò che emerge è la prosecuzione di un processo di frammentazione che rimane deleterio per la politica italiana, aumenta la sfiducia degli elettori e li allontana dal voto».
RIAGGREGAZIONE NEL CENTROSINISTRA
«Fin dalla sua nascita nell’ottobre 2018 – conclude Giro -, Demos ha sempre ritenuto necessaria una riaggregazione nel centrosinistra, abbandonando la mentalità della vocazione maggioritaria, allo scopo di corrispondere meglio alla realtà socio-politica del Paese, che è certamente plurale e necessita di un maggior spirito coalizionale. In questo senso, Democrazia Solidale continuerà a lavorare alla creazione di una coalizione più larga, nella quale venga rispettato il pluralismo della società e delle sue componenti».