SOCIETÀ, personaggi. Roma: ritorna “Cavallo Pazzo”, il mondo trema! Frammenti di una vita underground

Il compianto squilibrato «piottaro» che fu indiano metropolitano e, alla fine della sua breve ma intensa esistenza, anche incredibile pacifico invasore di campo nel corso di numerose partite di calcio dell’AS Roma, viene ricordato attraverso una mostra fotografica allestita negli spazi espositivi del WeGil nella Capitale.

«La mia è una spontaneità – affermava -, non voglio che la gente esca fuori e dica Appignani s’è sfogato, Appignani fa ride, Appignani è un buffone. No! Faccio del teatro è vero, ma è un teatro umano. Se posso dire delle cose ve le vojo dì». Fece di tutto: ruppe i coglioni a Pippo Baudo irrompendo sul palco durante il Festival della canzone italiana di San Remo nel 1992, riuscì a fare incazzare Marco Pannella prorompendo nel corso dei lavori dei congressi del Partito Radicale (di  per loro già non del tutto normali) assieme al gruppo di indiani metropolitani reduci di un mondo che ormai non c’era più, annunciò invasioni di campo prima di partite di calcio dell’AS Roma giocate in casa e in trasferta, poi puntualmente fatte nonostante Digos e celerini blindassero quei rettangoli verdi. Memorabile in questo senso fu quella di Brescia-Roma, quando si verificarono scontri gravissimi tra le opposte tifoserie e le Forze dell’ordine, che vide l’Appignani trattenuto in stato di arresto e poi processato pochi giorni dopo nel triste Palazzo di Giustizia dalla facciata verde della città lombarda. In quell’occasione venne intervistato dai giornalisti della televisione, tuttavia lui preferì dedicare quei brevi momenti di celebrità concessi dai media in cerca di sensazionalismi, per rassicurare un gruppetto di energumeni degli Ultras del Brescia vestiti da skinhead che, come lui, attendevano là fuori che iniziasse l’udienza che li vedeva imputati. «Nun ve preoccupate, è na fregnaccia, se risorve tutto», gli disse.

QUESTO ERA CAVALLO PAZZO

Questo fu dunque Mario Appignani, o meglio, Cavallo Pazzo, che da oggi, 13 aprile 2023, viene ricordato negli spazi espositivi del WeGil di Roma, hub culturale della Regione Lazio gestito dalla società regionale LAZIOcrea sito nel quartiere Trastevere, grazie alla mostra fotografica ivi allestita, Cavallo Pazzo/Mario Appignani – Frammenti di una Vita Underground, curata da Valerio M. Trapasso. Attraverso trentatré scatti inediti del giornalista e fotografo Andrea Falcon, che seguì Cavallo Pazzo per tutto il 1994, la mostra intende riscoprire la figura di questo complesso personaggio che, appunto, fu attivista radicale, indiano metropolitano, invasore di piazze e stadi, sabotatore televisivo, scrittore di denuncia sociale, sodale di Pasolini, outsider picaresco e sentimentale, presenza trasversale nei territori della politica e dell’underground, leader di se stesso ma protagonista dimenticato della vita pubblica italiana, morto a soli quarantuno anni nel 1996.

IL PIÙ EFFICACE DISTURBATORE MEDIATICO

Afferma il curatore della mostra, Valerio M. Trapasso, che «per molti Cavallo Pazzo è stato soltanto il primo e più efficace disturbatore mediatico d’Italia, dal palco di Sanremo alle invasioni di campo negli stadi. Ma la presenza costante di Mario Appignani sulla stampa per trent’anni testimonia un’attività irrefrenabile, una performance permanente dove lo scandalo era non solo cercato e celebrato, ma anche vissuto sulla pelle». Dalle foto, che si situano a metà tra il reportage e il pedinamento, emerge l’ironia e la spregiudicatezza del personaggio, oltre all’’intensità dei momenti quotidiani da lui vissuti quando si spogliava dal ruolo di sabotatore e performer. Gli scatti di Falcon, all’epoca ventiquattrenne, restituiscono la complicità ottenuta sul campo, appresso alle incursioni nei cortei e nei palazzi del potere o nella tregua della comunità di recupero Saman a Borgo Sabotino (quella di Michele Rostagno). Una rincorsa continua nei confronti di un personaggio sfuggente, tra appuntamenti improvvisi, richieste assurde, confessioni private, dimostrazioni di familiarità. Attraverso queste immagini Cavallo Pazzo sembra scendere per un momento dal palco e sospendere l’eterna corsa.

MILLANTATORE E IN QUALCHE MODO ANCHE GURU

Testimonia Andrea Falcon: «Più ci passavo tempo insieme più cercavo di capire chi fosse. Con il rischio di non capirlo mai, poiché era spontaneo, semplice, alla mano. Raccontava un sacco di cose ma lasciandomi spesso il dubbio se credergli. Molte volte era spiazzante: quando pensavo che l’avesse sparata grossa scoprivo poi che mi aveva svelato una verità oppure accadeva il contrario». Oltre alla galleria fotografica, la mostra Cavallo Pazzo / Mario Appignani – Frammenti di una Vita Underground si compone di due interventi dell’artista Leonardo Crudi. Una tela dedicata ad Appignani della serie “Novecento dimenticato” mediante la quale l’artista continua nella sua personale ricerca sull’immaginario dell’underground romano. Una video installazione ideata dallo stesso artista e dal curatore Trapasso, che intende restituire l’aspetto più visionario di Cavallo Pazzo montando interventi pubblici di Appignani, riprese di Falcon al suo seguito e immagini della sua Roma.

UN VISIONARIO NELL’UNDERGROUND ROMANO

A completare il progetto della mostra Cavallo Pazzo / Mario Appignani – Frammenti di una Vita Underground è il catalogo editoriale curato da Trapasso, 60 pagine e 25 immagini corredate dagli interventi dello stesso Trapasso e di Filippo Ceccarelli, Andrea Falcon, Stefano Ciavatta, Patrizio Bati, oltre a materiali di archivio tra i quali documenti, lettere e ritagli. Ricorda il curatore della mostra che «quando Appignani morì, a soli quarantuno anni di età nel 1996, fu il Comune di Roma con Francesco Rutelli sindaco a farsi carico delle spese del funerale. Fu il riconoscimento che la città, catalizzatore naturale di esistenze underground e di personalità pubbliche, aveva perso uno dei suoi figli più irrequieti. Ma anche il segno della trasversalità di Cavallo Pazzo che aveva intercettato la storia d’Italia fin dagli anni Settanta: da Pasolini alla Fallaci, da Bertolucci a D’Alema, da Renato Nicolini a Bettino Craxi».

L’AUTORE E IL CURATORE DELLA MOSTRA

Andrea Falcon è fotografo e giornalista professionista che vive a Roma, la città dove è nato nel novembre del 1969. Per la vela e il mare ha seguito Olimpiadi, Coppa America, e campionati del mondo Ha collaborato con i maggiori quotidiani italiani. Valerio M. Trapasso è autore e documentarista. Ha curato mostre e progetti legati alla fotografia cosiddetta anonima o di famiglia. La società di produzione cinematografica Groenlandia sta curando lo sviluppo di un suo documentario proprio su Mario Appignani detto Cavallo Pazzo.

Cavallo Pazzo / Mario Appignani, Frammenti di una Vita Underground

Mostra e catalogo a cura di Valerio M. Trapasso

33 fotografie inedite di Andrea Falcon

opera e video installazione di Leonardo Crudi

Condividi: