recensione a cura di Giorgia Pagliuca, UnINT (Università degli Studi internazionali di Roma, Vision & Global Trends; International Institute for Global Analysis – Nel volume Saggi scelti di geopolitica classica. Dai nuovi heartland alle nuove guerre dell’acqua (Roma, 2023), a cura degli studiosi Tiberio Graziani ed Emanuel Pietrobon sono raccolti sette scritti del geopolitico statunitense Phil Kelly, docente di Scienze politiche per molti anni presso l’Emporia State University nello stato americano del Kansas.
GEOPOLITICA CLASSICA E RELAZIONI INTERNAZIONALI
Oltre a numerosi articoli e saggi pubblicati in riviste specializzate, egli ha al suo attivo cinque libri, tra i quali figurano Checkerboards and Shatterbelts: the Geopolitics of South America (1997), Geopolitics of the Southern Cone and Antarctica (con Jack Child, 1988), Assessing Democracy in Latin America: A tribute to Russel H. Fitzgibbon (1998), testi considerati fondamentali dagli esperti di settore ai fini dell’orientamento nella complessità delle relazioni geopolitiche tra il subcontinente americano e gli Stati Uniti. In oltre quarant’anni di ricerca e produzione accademiche, Kelly ha testato, applicandoli in diversi contesti, i principali concetti della geopolitica classica, condensando poi i risultati ottenuti nel volume Classical Geopolitics (2016). In seguito in lui si è andata radicando la convinzione dell’importanza teorica della geopolitica classica nello studio delle relazioni internazionali, che lo ha portato a farne un instancabile e appassionato promotore di tale approccio teorico e pratico a un tempo.
NEL SOLCO DI MACKINDER
Membro del Mackinder Forum, Kelly considera l’illustre geografo britannico suo mentore, come esplicitamente affermato nella conversazione con i due curatori, pubblicata a corredo del presente volume. Saggi scelti di geopolitica classica è prefato da Federico Bordonaro della Webster University (Vienna), autore di La geopolitica anglosassone (Milano, 2009, 2012), il quale invita studenti e studiosi alla lettura di questo testo che considera importante per tre ragioni. Per Bordonaro, Kelly (a) offre un’articolata e solida difesa della geopolitica classica sviluppatasi nel mondo anglofono tra il 1890 e il 1945; (b) contribuisce al miglioramento di tale tradizione classica, rivalutando non solo il concetto di Heartland ma anche precisandone la collocazione geografica; (c) ricostruisce oltre un secolo di studi geopolitici classici, mettendolo a disposizione di studenti, analisti ed esperti.
CONTRASTI CON KENNAN E GRAY
In Saggi scelti di geopolitica classica concentra l’attenzione sulla definizione di «geopolitica», ponendo l’accento sul fatto che essa non è una scienza, bensì un modello per profilare l’approccio che uno Stato ha agli affari esteri. Kelly aderisce alla geopolitica classica ponendosi in contrasto con altri colleghi, quali Kennan e Gray che considera realisti e Spykman che ritiene aderisca tanto al modello realista quanto a quello della geopolitica classica, mentre individua come suo mentore Halford Mackinder con il quale si trova, tuttavia, in contrasto solo sul posizionamento del pivot globale, individuato, come noto, dallo studioso britannico nell’Eurasia, mentre per l’autore è l’America settentrionale. Egli ritiene che un ruolo particolare vada riconosciuto al Mississippi, quarto fiume più lungo del mondo, quasi interamente navigabile, che dunque consente un traffico di merci sicuro; i corsi d’acqua sono collegati ad abbondanti depositi energetici e minerari, le terre ad esso adiacenti sono fertili e coltivabili.
IL RUOLO DEL FIUME MISSISSIPI
Caratteristiche che evidenziano quanto sia eccezionalmente importante questo fiume nell’America settentrionale e come esso costituisca il vero fulcro del potere che ha contribuito a elevare l’impatto globale degli Stati Uniti. Nel saggio Contrasto tra due versioni della geopolitica l’autore si focalizza sulle differenze tra geopolitica classica e critica, sottolineando che la prima è definita come lo studio di ubicazioni e posizioni di stati, regioni e risorse che influenzano le azioni e le politiche estere di uno stato, mentre la seconda riguarda il processo decisionale delle élite di uno stato. Ma il vero obiettivo della raccolta è «salvare la geopolitica classica separandola dal realismo»; così è intitolato il secondo saggio nel quale lo studioso statunitense spiega che senz’altro la geopolitica classica rientra nella tradizione del realismo politico e condivide con quest’ultimo alcuni presupposti ma, subordinando la prima al secondo si rischia di perdere quei benefici che potremmo trarre dall’emancipare un modello dall’altro.
GLI USA QUALE UNICO STABILIZZATORE GLOBALE
Nei saggi centrali pubblicati in questo volume, Phil Kelly si sofferma sugli Stati Uniti, considerati quale unico stabilizzatore globale essendo una potenza che, sottolinea l’autore, dispone degli elementi in grado di controllare sia la terra che il mare, a differenza dei suoi sfidanti, Russia e Cina, potenze esclusivamente terrestri. Per il prossimo futuro, Phil Kelly, servendosi dell’analisi geopolitica, prevede agitazioni dovute alla scarsità dei beni e a tale tema è dedicato il saggio Geopolitica della scarsità globale scritto con David Claridge. La penuria, secondo i due autori, è la risultante di altri elementi spaziali tra i quali: cambiamento climatico, esaurimento delle acque e declino delle ricchezze naturali ed energetiche.
ESAURIMENTO DELLE RISORSE E CRITICHE DIPENDENZE
Nella ricerca di soluzioni al problema della scarsità andrebbe considerata, secondo Kelly e Claridge, in maniera particolare la tesi della dipendenza che vede stati prosperi in contrapposizione a stati impoveriti dalla loro incapacità di generare ricchezze per sé stessi. Inoltre, viene osservato, il cambiamento climatico sta penalizzando le aree già indigenti e si iniziano a percepire i rischi legati al surriscaldamento, tra cui decessi per il caldo, incendi boschivi e distruzione di flora e fauna, nonché alla scarsità idrica. Tra l’aumento di temperatura e del livello del mare i fattori di rischio non riguardano solo lo scioglimento dei ghiacciai e la scarsità di acque sempre più inquinate che diffondono malattie, ma anche la questione delle migrazioni e il costante aumento della popolazione. Le migrazioni sempre più consistenti dalle terre povere potrebbero generare opposizione da parte di chi abita le zone sicure e più ricche e tutto questo renderebbe un clima favorevole, non solo ai nazionalismi, bensì anche ai promotori della purezza razziale.
LE SOLUZIONI POSSIBILI
Nella parte terza del saggio, Kelly e Claridge, pur scettici in merito alla possibilità che esse vengano applicate, propongono alcune soluzioni relative all’interesse della comunità, che dovrebbe avere la priorità su quello del singolo, la cooperazione tra pubblico e privato e invitano anche alla trasparenza. Il messaggio che Kelly assieme ai co-autori vuole inviare è quindi un invito agli Stati più ricchi a occuparsi di quelli più poveri al fine di ridistribuire ricchezze per evitare tensioni e guerre. Per concludere, una raccolta di saggi illuminante anche per chi, come gli studenti, si avvicinano a questo insegnamento per la prima volta; la professione di docente e ricercatore emerge dagli scritti di Phil Kelly e permette al lettore di comprendere anche i passaggi più complicati.
SCHEDA VOLUME
autore: Phil Kelly
titolo: Saggi di geopolitica classica. Dai nuovi heartland alle guerre dell’acqua
curato da: Tiberio Graziani ed Emanuel Pietrobon
prefazione: Federico Bordonaro
pagine: 192
editore: Callive-Media&Books, Roma 2023
collana: Heartland
ISBN: 9788889991176
prezzo: euro 20