Occhi puntati sul Gemelli dalla Cina Popolare. È accaduto alcuni giorni or sonoi in occasione di un complesso intervento di chirurgia epato-biliare effettuato su un uomo di sessantuno anni da Felice Giuliante, docente ordinario presso l’Università Cattolica e direttore della UOC di chirurgia generale ed epato-biliare di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Egli era ssisstitto dalla sua équipe formata dal professor Francesco Ardito, dal dottor Francesco Razionale, insieme agli anestesisti professoressa Liliana Sollazzi e dottor Flaminio Sessa, e agli infermieri strumentisti di sala operatoria dedicati a questa chirurgia. L’incontro è stato il primo di un programma di scambio scientifico che vede protagonisti i centri di Roma e di Sichuan.
LAPAROSCOPIA A UNA EPATECTOMIA CENTRALE
Il paziente è stato sottoposto in laparoscopia a una epatectomia centrale, cioè all’asportazione dei segmenti 5 – 8 (in pratica la parte centrale, il “cuore” del fegato), poiché affetto da una dilatazione congenita delle vie biliari intraepatiche, complicata dalla formazione di calcoli all’interno del fegato. Si tratta di una precancerosi che espone al rischio di colangiocarcinoma intraepatico, un tumore delle vie biliari dalla prognosi spesso non favorevole. Riuscire ad intervenire in tempo, riduce fino ad abbatterlo il rischio di andare incontro a questo tumore. In Italia questa è una patologia relativamente rara, mentre in Cina ha un’incidenza molto più elevata. «Il nostro Centro di chirurgia epato-biliare – ha affermato il professor Giuliante – è un riferimento nazionale con esperienza trentennale su questa patologia e abbiamo la maggiore casistica occidentale su questo problema. Per questo, i chirurghi cinesi hanno chiesto di poter assistere in diretta a questo intervento, allo scopo di confrontare le nostre tecniche con quelle da loro utilizzate e di trarre vantaggio dal confronto delle esperienze. Particolare interesse ha sollevato nei colleghi cinesi l’uso dell’ecografia intraoperatoria laparoscopica durante la resezione, tecnica meno usata nei loro centri, ma della quale hanno apprezzato l’elevato livello di accuratezza tecnica raggiunto e l’estrema precisione che questa consente nella definizione dell’estensione della patologia e nella guida alla resezione epatica».
MEETING BILATERALE DI LIVE SURGERY
Il collegamento per questo meeting bilaterale italo-cinese di live surgery, avvenuto tra la sala operatoria del Gemelli e il West China Hospital dell’Università di Sichuan, ha consentito al professor Wu Hong, vicepresidente del West China Hospital, vicepresidente del Comitato tecnico per la chirurgia dei trapianti d’organo dell’Associazione dei medici cinesi e presidente eletto del Comitato per le malattie di fegato di Sichuan, di assistere in diretta all’intervento. Insieme a lui una folta schiera di chirurghi cinesi di vaglia, quali il professor Yang Jialyn, direttore del Centro trapianti d’organo del West China Hospital, il professor Wang Wentao, direttore del Dipartimento di Chirurgia epatica del medesimo ospedale, il professor Qiu Jianguo, vicedirettore del Dipartimento di Chirurgia epato-biliare dell’Università di Chongqing, il professor Li Bo, direttore della Chirurgia generale ed epato-biliare della Southwest Medical University, il dottor Li Youwei, vicedirettore della Chirurgia epato-biliare e pancreatica dell’Ospedale Popolare di Deyang, il professor He Jiabing, direttore del Dipartimento di Chirurgia generale dell’Ospedale Centrale di Guangyuan, il professor Wang Xuewen, direttore della Clinica epato-biliare, pancreatica e splenica Zigong Fourth People’s Hospital, il dottor Chen Jianming direttore della Chirurgia generale dell’Ospedale del Popolo della Contea di Peng ‘an.
L’OSPEDALE UNIVERSITARIO DI SICHUAN
L’Ospedale Universitario di Sichuan è un gigante con tre campus e 4.900 posti letto (12.691 dipendenti). Ma c’è già in programma la costruzione di un ospedale da 10.000 posti letto. Nel 2022 sono state effettuate 8,97 milioni di visite ambulatoriali, 302.000 ricoveri e 207.000 interventi chirurgici, con una degenza media di 6,54 giorni. La chirurgia complessa rappresenta il 38,79% di tutti gli interventi, quella mininvasiva il 24,59%. Molto elevata la reputation nazionale di questo gigante della sanità, come si evince dalla ‘doppia A’ ottenuta per 4 anni consecutivi dalla China performance evaluation. Esso figura inoltre al primo posto nel ranking nazionale in ben 34 specialità e questo ne fa il secondo per importanza in tutta la Cina Popolare per la parte assistenziale, mentre svetta al primo posto per volume di ricerca.
FONDI DESTINATI ALLA RICERCA
Nel suo campus studiano 3.362 universitari e 3.142 post graduate; a questi si aggiungono i mille discenti iscritti a vari Master Universitari. Da almeno vent’anni quella di Sichuan è l’università più importante per la formazione in ambito specialistico; dal 2000 sono usciti da questo ateneo circa 5.000 specialisti, attualmente 600 l’anno. Negli ultimi tre anni, l’Università di Sichuan è al primo posto nel Paese per fondi erogati al finanziamento della ricerca scientifica. Nature Index (una data base mondiale di contributi scientifici relativi ad articoli pubblicati su 82 riviste ad alto impatto) nella sua classifica lo mette al primo posto in Cina e al decimo posto nel mondo. Sono già in costruzione nuovi centri dedicati al trattamento di malattie rare e difficili. L’ospedale di Sichuan dispone inoltre di una piattaforma per la ricerca di base, dedicata allo sviluppo di nuovi farmaci ed è dotato di tecnologie all’avanguardia per la medicina rigenerativa, intelligenza artificiale e medicina di precisione.