GIUSTIZIA, carceri. Detenute madri e bambini in cella: Pratelli, «necessaria formazione e luoghi alternativi»

L'assessore alla Scuola e la Garante dei detenuti di Roma hanno visitato la casa circondariale femminile di Rebibbia

Roma, 28 marzo 2023 – «Oggi insieme alla neo Garante dei detenuti di Roma, Valentina Calderone, ho fatto visita al carcere femminile di Rebibbia. Ho scelto di andare per vedere da vicino le condizioni delle detenute e dei propri figli e le proprie figlie». Questo è quanto ha dichiarato l’assessore a Scuola, Formazione e Lavoro di Roma Capitale, Claudia Pratelli.

VISITA AL CARCERE DI REBIBBIA

Ella ha quindi aggiunto che «si tratta di una realtà che nelle scorse settimane è tornata sotto i riflettori per la proposta di legge Serracchiani, portata in Commissione Giustizia e poi ritirata per l’impossibilità di proseguirne l’iter a causa di una serie di emendamenti avanzati dalla maggioranza. Eppure il tema resta centrale al fine di scongiurare che anche solo un bambino o bambina finisca per vivere uno stato di detenzione, passando i primissimi anni in un ambiente limitato e con pochissime occasioni di socialità tra pari. Per questo credo sia fondamentale promuovere i luoghi protetti fuori dal carcere dove le madri possono condividere il tempo di vita con i propri figli e prevedere, come abbiamo fatto a Roma, priorità di accesso ai nidi e alle scuole d’infanzia comunale, con il riconoscimento di un punteggio dedicato proprio per i bambini con uno o entrambe i genitori in condizione di detenzione».

STUDIO E FORMAZIONE

«Nel carcere di Rebibbia – ha proseguito la Pratelli – ho visitato la scuola e mi sono convinta sempre più che lo studio e la formazione, dall’assolvimento dell’obbligo scolastico fino ai gradi superiori, debba essere una assoluta priorità per garantire che la funzione reinserimento del carcere sia effettiva e concreta. È come sempre una questione di opportunità che nel carcere diventa ancora più evidente tanto per le detenute quanto per gli eventuali figli e figlie. Quando queste opportunità mancano finisce per essere un danno sia per chi sta scontando una pena sia per l’intera società. Oggi con la direttrice Alessia Rampazzi, che voglio ringraziare per la sua disponibilità, abbiamo avuto modo di toccare con mano una realtà complessa, affrontare temi e confrontarci, ma ancora più importante ho avuto modo di rinnovarle l’intenzione di fare la mia parte per proseguire nel nostro impegno. E’ una questione che riguarda tutti e tutte, dentro e fuori dal carcere. Vale la civiltà e la stessa sicurezza del Paese».

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