Con l’innesto delle prime cento piante nell’area infetta nel Brindisino, ha preso avvio il maxi intervento di salvataggio degli ulivi secolari attaccati dal batterio della xylella, si tratta di un territorio che ha già perso un terzo di piante di inestimabile valore. Lo riferisce la newsletter specializzata agricultura.it – https://www.agricultura.it/2023/03/21/xylella-in-puglia-e-partito-il-maxi-salvataggio-degli-oliveti-secolari/ -, che rende inoltre noto come l’operazione di rinascita sia partita da Carovigno nel primo giorno di primavera, in concomitanza con il decennale dell’arrivo del terribile batterio killer in Italia.
CONTRASTARE IL BATTERIO KILLER
L’iniziativa ha luogo nel quadro dello sviluppo di un progetto varato da IKEA Italia assieme a Unaprol, Coldiretti e AzzeroCO₂, nell’ambito della campagna nazionale Mosaico verde, che vede la partecipazione del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e di Legambiente Puglia. Un impegno concreto che cade nella Giornata internazionale delle foreste, istituita dall’Onu allo scopo di accrescere la consapevolezza del valore inestimabile di tutti i tipi di piante minacciate da incendi, siccità e parassiti. Infatti, gli ulivi plurisecolari non soltanto dono custodi di storia, ma altresì di elementi in grado di aiutare l’uomo contemporaneo ad affrontare nel miglior modo possibile il mutamento climatico in atto. Per questo motivo si rende assolutamente necessario recuperare e rendere produttive il maggior numero possibile di queste piante.
ULIVI PLURISECOLARI E STORIA DELL’UMANITÀ
Si stima che alcune di esse abbiano addirittura un’età di tremila anni, con circonferenze che superano i dieci metri. Una ricchezza anche dal punto di vista turistico oltreché culturale, fino a oggi mantenuta in vita grazie all’impegno di generazioni di agricoltori a prezzo di grandi sacrifici. L’epidemia di Xylella dal 2013 a oggi ha colpito ottomila chilometri quadrati di territorio cagionando un danno stimato in oltre un miliardo e mezzo di euro (dati Coldiretti). Una vera e propria tempesta perfetta con gli agricoltori senza reddito da ormai sette anni, milioni di ulivi secchi, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e cinquemila posti di lavoro nella filiera dell’olio extravergine di oliva andati perduti. Un trend, denuncia Coldiretti, che rischia di divenire irreversibile se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il «disastro colposo» che ha colpito il Salento, rilanciando così la più grande fabbrica green italiana.
UNICA ALTERNATIVA: GLI INNESTI
La gestione di un ulivo monumentale è molto più complessa rispetto a quella di una normale pianta, essa per altro ha rese produttive notevolmente più basse, oltre a comportare una raccolta esclusivamente manuale e maggiori difficoltà a livello di potatura e trattamento. Non bastasse, ai problemi causati dalla xylella quest’anno si sono aggiunti quelli climatici, con effetti negativi sulla produzione di olio, che ha registrato un calo quantitativo pari al 37% a livello nazionale, 52% in Puglia, dove viene prodotta grossomodo la metà dell’extravergine Made in Italy. «Se non esistono cure per salvare gli ulivi infetti da xylella – afferma Nicola Di Noia, direttore di Unaprol –, l’unica strada che rimane è quella della convivenza con il batterio attraverso la pratica dell’innesto con varietà resistenti al fine di salvaguardare almeno gli ulivi millenari».
leggi il testo integrale dell’articolo su www.agricultura.it: https://www.agricultura.it/2023/03/21/xylella-in-puglia-e-partito-il-maxi-salvataggio-degli-oliveti-secolari/