Nell’originale e impeccabile trasposizione di un vissuto arduo e complesso, segnato da eventi, ferite e vicissitudini traumatiche su un beat travolgente e super catchy, egli gioca con la metafora. Lo fa con eleganza e delicatezza, poiché ci tiene al suo intimo rapporto con la musica, al punto che giunge a equipararla a una relazione di coppia, che tuttavia all’improvviso perde la sua accezione benefica, divenendo giorno dopo giorno tossica e distruttiva.
BEDE E L’AMORE PER LA MUSICA
Irrequietezza, instabilità, ansia e disillusione, si alternano a un profondissimo e sincero amore unilaterale che il protagonista continua a nutrire verso la propria amata, una partner venerata, idolatrata e a tratti idealizzata, nei confronti della quale, però, riserva anche un pizzico di rancore, in quanto è stata in grado di rapirlo, sedurlo e ammaliarlo sin dal primo istante facendolo perdutamente innamorare per poi lasciarlo inerme, in balìa di se stesso e di una serie di correnti impervie e tumultuose. Un amore irruento e viscerale che non cessa di esistere e alimentarsi, poiché malgrado tutto nei momenti di assoluta necessità la musica si è sempre fatta trovare pronta, con la mano tesa, volta ad accudire, lenire e ricucire le ferite di un cuore che ha rischiato di interrompere il suo battito per sempre: «Non mi hai lasciato manco sul letto dell’ospedale», egli infatti confida.
UNA DOLOROSA MA CATARTICA AUTOANALISI
Una storia, la sua, che nell’assoluta sensibilità della sua penna, rimane celata per lasciar spazio alle storie di ciascun ascoltatore, infrangendo con le onde della sola empatia, l’influenza ed il condizionamento di una narrazione-guida volta a raccontare un percorso già delineato, dando così modo di far fluire e parlare solo ed esclusivamente l’altalenante successione di sentimenti contrastanti che avvolgono e permeano l’intero pezzo. La produzione malinconica e impetuosa al contempo, curata dal tocco ineccepibile di Thephra, segue perfettamente il flusso di coscienza riversato nel testo, avvalorando con il suono quel nido di silenzio interiore capace di comunicare ben più e ben oltre le parole. Nel susseguirsi di versi e strofe, l’artista racconta il suo periodo riabilitativo post-trauma, evidenziando quanto, la musica, sia stato il suo unico appiglio ed il solo stimolo che gli ha consentito di trovare la forza di rialzarsi e ricominciare a vivere, esortandolo a dare il meglio di sé ogni giorno: «Mi hai insegnato a guardare in alto sempre più in alto»; un viaggio arduo e difficoltoso che lo ha costretto a ripetuti face to face con i propri limiti e le proprie fragilità, giungendo sovente a una dolorosa ma innegabilmente catartica autoanalisi: «A letto noi ci graffiavamo fino a fare uscire il sangue».
UNILATERALITÀ DI PASSIONI E SENTIMENTI
«L’idea del brano è nata in studio da Thephra – racconta l’artista -, in Trentino. In una settimana, partendo da zero, abbiamo creato questa traccia con l’idea di donare una certa profondità ed importanza al testo. Volevamo chiudere un pezzo che toccasse l’anima della gente e che arrivasse dritto al cuore dell’ascoltatore. Per dare un tono particolare, la scelta di non dedicare il tutto ad una donna, ma di parlare di un tipo di amore che va al di là delle persone e che, in un certo senso, per quanto possa regalarci molto ed essere totalizzante, rimane sempre e solo a senso unico, quello per la musica». Ed è sull’unilateralità di passioni e sentimenti che l’artista ci invita a riflettere, ricordandoci che la centralità dell’esistenza è amare, indipendentemente dal concetto di reciprocità che, ancora troppo spesso, ci impedisce di vivere pienamente e di inseguire emozioni, sogni e sentimenti per il solo, meraviglioso, dono di poterlo fare. “Gran Galà” è accompagnato dal videoclip ufficiale, girato a Roma sotto la direzione di Valerio e Alessio Vasselli con la partecipazione di Silvia Proietti.
L’ARTISTA
Bede, rapper reggino nato nel 2000 vive a Roma e da quando aveva sei anni è immerso nella musica. avvicinandosi, durante l’adolescenza, alla scena rap internazionale ed alla cultura Hip Hop, scrivendo e componendo i suoi primi testi. A Giugno 2017 dà il via alla collaborazione con la label ZeroMoneta, sotto l’ala del producer Giuseppe Cirino ed inizia a dar forma e vita alle sue prime release. Ogni brano evidenzia versatilità, talento e sensibilità, artistica ed autorale, che gli consentono di spaziare e sperimentare le diverse sfumature dell’urban. Dopo l’incredibile successo di streams e views ottenuto con “Riscatto”, “Bocca chiusa” e “Schiavi”, brani che l’hanno reso tra le più promettenti star del web, nel 2021 pubblica “Vista Mare”, un pezzo che riporta il rap alla dimensione di denuncia sociale e, l’ascoltatore, a riflettere sulle dinamiche sistematiche della società contemporanea. Eclettico, autentico e da sempre affine alle tematiche che gravitano intorno all’universo dei più fragili, è tra i migliori esponenti del conscious rap italiano.