ARTE, esposizioni. Roma, “Evasioni”: la personale di Julia Breiderhoff il 28 marzo ai Musei di San Salvatore in Lauro

Dal 2006 si dedica alla pittura avendo maturato il desiderio di comunicare col mondo attraverso i colori e le sue visioni, spesso appunto “evasioni”. Estati lontane, «flash» riaffiorati da un bel Novecento europeo fatto di storie e album di famiglia e di letture e di quadri amati

“Evasioni” è il titolo della mostra di Julia Breiderhoff curata da Marco Di Capua, che sarà aperta al pubblico a partire dal 28 marzo fino al 7 maggio alla Galleria Umberto Mastroianni dei Musei di San Salvatore in Lauro a Roma. L’ingresso è gratuito (orari d’apertura: dal martedì al sabato dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00, domenica e lunedì chiuso).

JULIA BREIDERHOFF

Il vernissage avrà luogo martedì 28 marzo alle sette della sera nei Musei di San Salvatore in Lauro, all’evento, oltre all’artista e al curatore, interverrà Lorenzo Zichichi, presidente della casa editrice Il Cigno GG Edizioni, che ha realizzato anche il catalogo. Julia Breiderhoff nasce in Germania, a Solingen, il 3 marzo 1971. Figlia di un architetto, cresce in un ambiente familiare stimolante e votato alle arti; già in tenera età si fa strada in lei una profonda passione per il disegno, la pittura e la storia dell’arte. Nel 1992 decide di trasferirsi in Italia per studiare recitazione, ma si laurea in Fisica e successivamente inizia a studiare ed esercitare trattamenti legati al benessere fisico e cognitivo della persona. La relazionalità è il denominatore comune che lega queste esperienze, che si presentano come indizio rispetto alla curiosità nutrita nei confronti del mondo e che contraddistinguerà poi la sua arte.

RELAZIONALITÀ E ARTI FIGURATIVE

Dal 2006 Julia si dedica alla pittura avendo maturato il desiderio di comunicare col mondo attraverso i colori e le sue visioni, spesso appunto “evasioni”. «Eccole qui, ritrovo adesso, davanti a me, le spiagge e le bagnanti –  scrive nel catalogo Marco Di Capua -, come fossero di estati lontane, flash riaffiorati da un bel Novecento europeo fatto di storie e album di famiglia e di letture e di quadri amati: lo so che questa è la pittura nell’attimo di affacciarsi sul mondo, e lo guarda, e lo ricorda con un misto di felicità e di languore, rendendolo tuttavia sempre fisicamente e mentalmente presente, molto più di qualsiasi fotografia, per dire, dove la vita, per quanto sia rappresentata con esattezza in ogni sua parte e dettaglio, appare ogni volta com’era, dunque già tramortita».

LE OPERE IN ESPOSIZIONE

Tra i quadri in mostra (tutti in olio su tela) ci sono una serie di opere dedicate al mare e ai bagnanti come “Zattera” (2023, cm 100×150), “In estate al mare” (2022, cm 250×100), “Le bagnanti” (2019, cm 150×100), “Sperlonga” (2020, cm 80×60), “Message in a bottle” (2023, cm 150×100), “La sirenetta” (2019, cm 70×90); ci sono poi una serie di ritratti di dive del cinema, personaggi di spicco del passato, come “Anna” (2023, cm 150×100), “Blondie”  (2023, cm 150×100”, “Fanny Ardant” (2023, cm 150×100), “I have a dream” (2023, cm 150×100), “L’angelo azzurro” (2023, cm 150×100), “La divina” (2023, cm 150×100), “Romy Schneider” (2023, cm 150×100), “Lady D.” (2023, cm 150×100), “Mata Hari” (2023, cm 150×100), “Sognando il glamour” (2023, cm 250×150), “Matrimonio e-steso”  (2022, cm 250×150), “Julia autoritratto” (2019, cm 70×50), “Renaissance – la rinascita” (2023, cm 250×150); una sezione di opere, presentate solo sul catalogo, sono dedicate alle “Straordinarie quotidianità” come “Everyday Everywhere Everybody”  (2020, cm 100×70), “Lock-out” (2020, cm 80×60), “Senza pensieri” (2020, cm 90×70), “Chi non beve in compagnia…” (2021, cm 107 x 77), e “Pupo” (2022,  cm 50×70”.

EVADERE DALLA DIMENSIONE CASALINGA

«Il mare – afferma la Breiderhoff – rappresenta la gioia e la libertà, a cominciare dall’infanzia, evasione dalla routine quotidiana. La stanza con lo stendino, strumento banale e allo stesso tempo così personale, elevato a simbolo del peso casalingo da cui evadere. La ragazza che vuole evadere per diventare giovane donna e fuggire attraverso il sogno. Le dive che evadono dalla loro origine verso la divinità. Martin Luther King che sogna l’evasione dalla schiavitù perenne davanti ad una bandiera trasparente che fonde tutti i colori. La ragazza a casa, protetta da un muro che abbatte per evadere da tutte le cose ovvie. Nei miei quadri ho cercato di fermare nell’istante il bello dell’eterno evadere da ciò che ci condiziona per divenire noi stessi sempre di più».

UNA ESISTENZA SPIEGABILE, DUNQUE SOPPORTABILE

«I quadri di Julia Breiderhoff – conclude Di Capua -, ci forniscono il pretesto di riconsiderare la pittura anche come fonte di narrazioni, di racconti personali e collettivi. Scorrere accanto alla vita, appuntandola, come in un diario: è il modo in cui l’arte rende l’esistenza non dico spiegabile, ma almeno sopportabile. Altrimenti come interpretare un lavoro come Reinassance così disseminato di indizi e simboli, quasi a comporre un rebus autobiografico, un enigma da percorrere con lo sguardo e, possibilmente, da risolvere, con la figura allo specchio, lo squarcio circolare nel Muro, e lo scrivo in maiuscolo ricordando che Julia è tedesca, il quadro nel quadro, un bellissimo leopardo e i tristi strumenti di un lavoro casalingo, quotidiano, in un mix di frustrazione e di aspirazione ad evadere da quella stanza. Stanza che pure, ha detto Virginia Woolf una volta per tutte, era finalmente tutta per sé».

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