Nella mattinata di oggi, in concomitanza con la Giornata mondiale contro il razzismo, ha avuto luogo a Roma l’African Fashion Gate 2023, X edizione del premio internazionale “La moda veste la pace”, ideato da Nicola Paparusso, una iniziativa che fin dai suoi esordi ha vantato il patrocinio della Camera nazionale della moda italiana e quello dell’Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei ministri.
IN MEMORIA DI VIVIENNE WESTWOOD
Quest’anno l’evento è stato dedicato alla memoria di (Dame) Vivienne Westwood, stilista e attivista per i diritti umani e civili, che African Fashion Gate conoscevano e stimavano. Dopo il saluto di benvenuto di Antonio Parenti, direttore della Rappresentanza italiana della Commissione europea, si è svolto il dibattito sulle prospettive future delle società di benefit e, più in generale, del fenomeno del «greenwashing», termine al quale si fa sovente ricorso nella sua valenza negativa, come a indicare una sorta di maquillage di imprese e istituzioni a fronte di ineludibili scelte nella direzione della sostenibilità, ma che invece assume un significato del tutto diverso qualora adeguatamente chiarito. La registrazione integrale dei lavori di stamani è disponibile di seguito su questo sito web (A524A), come lo è il contributo reso a insidertrend.it da uno degli esperti che al dibattito hanno preso parte, Adriano Marsala, CEO di MAN Consulting (A524B).
IL «GREENWASHING» PORTERÀ ALL’ESTIZIONE DI PARTE DELLE IMPRESE?
Per alcuni si tratta dell’inizio di una grande rivoluzione, per altri, invece, sarà l’inizio di una fase difficile per buona parte delle imprese italiane, che alzata troppo l’asticella degli adeguamenti (è infatti ormai cogente in materia una legge della Repubblica, mentre l’Unione europea esercita sempre maggiori pressioni al riguardo) non saranno in grado di reggere i tempi e, di conseguenza, la «selezione naturale» del mercato le porterà all’estinzione. Ma di cosa si tratta veramente? Perché la sostenibilità dovrebbe necessariamente confliggere con il profitto delle imprese? E ancora, ci si dovrà davvero sforzare al fine di avviare un «più grande greenwashing nazionale» in attesa di quello mondiale? Tali quesiti assumono venature a tratti messianico-millenariste, tuttavia i relatori intervenuti a Spazio Europa hanno egualmente tentato di porvi risposta.
SOCIETÀ BENEFIT: COME MUTA IL PARADIGMA
Più che parlare di società benefit – asseriscono i relatori convenuti all’African Fashion Gate 2023 – si dovrebbe parlare di mutamento di paradigma, poiché il modello di impresa che produce esclusivamente per distribuire successivamente i dividendi dei profitti, massimizzando quindi gli interessi dei portatori di capitali propri, viene attualmente affiancato (e in alcuni casi superato) da un altro che, invece, persegue anche un fine pubblicistico, con un ritorno in capo alla comunità, alle persone. Dunque, non più un’impresa che si ponga quale proprio obiettivo il profitto e i dividendi, ma che indirizzi le sue attenzioni anche nei confronti di altri soggetti portatori di diversi interessi, che non siano coinvolti direttamente con il capitale dell’impresa medesima. Si tratta di un nuovo paradigma che sta portando al cambiamento di non pochi aspetti all’interno delle realtà aziendali.
Di seguito è possibile ascoltare la registrazione audio integrale del dibattito e dell’intervista (A524A e A524B)