ISRAELE, eliminazioni mirate. Ucciso in Siria un ingegnere membro della Jihad islamica palestinese: da Gaza accusano il Mossad

Il fatto è avvenuto ieri nei pressi della città di Damasco. Mediante una propria dichiarazione, l'ala militare della Jihad islamica palestinese, cioè le Brigate al-Quds, ha poi specificato che l’uomo all’interno dell’organizzazione rivestiva posizioni apicali, nel comunicato viene infatti definito «un leader». Sabato notte un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza contro il territorio dello Stato di Israele ha colpito un centro abitato senza tuttavia causare danni o feriti. Con ogni probablità, Gerusalemme non ha risposto all'attacco con dei raid aerei contro le installazioni di Hamas a Gaza per evitare di alimentare il clima di tensione nell’immediatezza del vertice internazionale in Egitto, volto a favorire la calma nella regione mediorientale in vista del delicato periodo del Ramadan, che inizierà alla fine di questa settimana

Il trentunenne Ali Ramzi al-Aswad, ingegnere di origini palestinesi membro della Jihad islamica è stato ucciso ieri nei pressi della città di Damasco. In seguito, dalla Striscia di Gaza l’organizzazzione armata islamista filo-iraniana ha dichiarato che le responsabilità dell’azione omicidiaria vanno ascritte allo Stato di Israele, poiché «l’assassinio recherebbe le impronte digitali del nemico sionista».

L’INGEGNERE «LEADER» DELL’ORGANIZZAZIONE

Mediante una propria dichiarazione resa pubblica dopo il fatto, l’ala militare della Jihad islamica palestinese, cioè le Brigate al-Quds, è stato inoltre specificato che al-Aswad, che era un ingegnere, all’interno dell’organizzazione rivestiva posizioni apicali, infatti nel comunicato viene definito «un leader». La famiglia dell’uomo è originaria della città portuale di Haifa, sulla costa settentrionale dell’allora Palestina (oggi Israele), e si è stabilita in un campo profughi in Siria a seguito della guerra del 1948. Al momento non sono disponibili ulteriori dettagli relativi alla dinamica dell’uccisione, se non che esso sia avvenuta nel sobborgo damasceno di Qudssaya.

RITORSIONE DI HAMAS: RAZZI CONTRO ISRAELE

Sabato notte un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza contro il territorio dello Stato di Israele ha colpito un centro abitato senza tuttavia causare danni o feriti. L’attacco è avvenuto dopo che giovedì scorso quattro palestinesi, dei quali almeno due vengono ritenuti dalle autorità di Gerusalemme appartenenti a gruppi terroristici, erano stati uccisi dalle forze di sicurezza israeliane che agivano sotto copertura nel corso di una operazione diurna a Jenin, in Cisgiordania. I due sospetti militanti erano Yusuf Shreim (ventinove anni, membro dell’ala militare di Hamas) e Nidal Khazem (ventotto anni, membro della Jihad islamica palestinese).

LE RAGIONI DELLA MANCATA RISPOSTA ISRAELIANA

Si ritiene con ogni probabilità che le Forze di difesa israeliane non abbiano risposto all’attacco missilistico di sabato con i consueti raid aerei contro le installazioni di Hamas nella Striscia di Gaza allo scopo di evitare di alimentare il clima di tensione nell’immediatezza del vertice internazionale previsto a Sharm el-Sheikh, in Egitto, volto a favorire la calma nella regione mediorientale in vista del delicato periodo del Ramadan, che inizierà alla fine di questa settimana.

PESANTE BILANCIO DI SANGUE IN QUESTI MESI

Il bilancio dello scontro negli ultimi mesi è pesante: gli attacchi terroristici palestinesi perpetrati nel territorio dello Stato ebraico e in Cisgiordania hanno provocato la morte di quattordici israeliani e il ferimento grave di numerose altre persone, mentre almeno ottantacinque palestinesi sono stati uccisi dall’inizio dell’anno, la maggior parte di essi nel corso di attacchi ai militari israeliani. Tuttavia, anche alcuni civili non coinvolti negli scontri sono rimasti vittime in circostanze che attualmente sono oggetto di indagine da parte delle competenti autorità israeliane.

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