DIFESA, Aeronautica militare italiana. Capacità, criticità e prospettive: audizione del generale Luca Goretti alla Camera dei Deputati

Il capo di stato maggiore ha esordito tranquillizzando la Commissione Difesa: «Non sono venuto qui con la lista della spesa», tuttavia, alcuni nodi non potevano non venire al pettine. Come quello del caccia di VI generazione e dei due differenti e concorrenti programmi di sviluppo, oppure la questione della messa a fattore comune delle informazioni per la sicurezza e, ancora, la costituzione di una «cabina di regia interforze» per la prevenzione della minaccia cibernetica. Nella sua relazione al Parlamento, Goretti rinviene le due maggiori carenze dello strumento difensivo di cui è al vertice nel personale e nella formazione dei piloti. «Prepararsi alle lunghe distanze», cioè ai possibili teatri di intervento in Africa e nell’Indo-Pacifico. Verso una «interconnessione osmotica» tra spazio e aerospazio; l’audio integrale della seduta della Commissione palamentare Difesa della camera dei Deputati è disponibile su insidertrend.it (A516)

E infatti, le istanze della Forza armata sono state formulate già nella prima parte dell’intervento del suo capo di stato maggiore, che ha fatto chiaramente riferimento alla necessità di ripristinare da 90 a 135 il numero complessivo di velivoli F-35 nelle diverse versioni destinate all’Aeronautica e alla Marina militare. Ha al riguardo sottolineato Goretti, come in linea generale tutte le principali operazioni militari non lascino dubbi circa la «fondamentale importanza di possedere una forza aerea capace, efficace, ben addestrata, tecnologicamente adeguata e opportunamente dimensionata», poiché «la sola tecnologia in assenza di numeri proporzionati può poco contro un avversario numericamente preponderante e, in tal senso, gli eventi in Ucraina non fanno eccezione alcuna».

SUPERIORITÀ AEREA E CONTROLLO DEI CIELI

Se è vero che i sistemi di combattimento aereo del prossimo futuro costituiranno la nuova frontiera e il cuore delle operazioni multi-dominio (cioè la guerra moderna), a oggi, il capo di stato maggiore dell’Aeronautica ha comunque fatto ricorso all’argomento relativo al «controllo dei cieli», quale «centro di gravità nei moderni conflitti», premessa alla sua conclusione: «Proprio dalle conferme provenienti dalle attuali esperienze operative che mi trovo in questa sede a dovere sensibilizzare una particolare maggiore attenzione riguardo all’elemento essenziale di ogni aeronautica: la componente aerea da combattimento (…) è dunque indispensabile una inversione di tendenza rispetto alle austere scelte fatte nel passato, figlie di una congiuntura economica generale e non risultato di scientifiche analisi militari, al fine di ripristinare in tempi rapidi almeno il numero di velivoli che era stato attentamente studiato prima del 2012».

LA LISTA DELLA SPESA DI VIALE PRETORIANO

Goretti ha quindi «enfatizzato» le necessità poste dalle necessarie scorte di munizionamento di precisione, assicurando i parlamentari della Repubblica che non si tratta di una «miope escalation verso il riarmo,  ma solo ciò che è necessario allo scopo di fornire al personale della Forza armata gli strumenti migliori per assolvere ai compiti istituzionali». Ad avviso del capo di stato maggiore sono tre gli insegnamenti fondamentali tratti dal conflitto in atto da un anno in Ucraina: «È ormai evidente – ha egli affermato – che non c’è rifugio dalla guerra moderna, perché grazie ai sistemi d’arma tecnologicamente sempre più avanzati il nemico è in grado di colpire in tutta la profondità dell’area operativa superando i confini geografici e gli ostacoli orografici. La sopravvivenza dei nodi nevralgici dell’apparato militare e delle infrastrutture critiche va ricercata in una compiuta capacità di difesa aerea e antimissile, unitamente a una moderna riconsiderazione del concetto di dispersione sul territorio dei depositi di stoccaggio dei materiali e del carburante, dei nodi di comando e controllo e delle basi aeree».

UCRAINA: LESSONS LEARNED

Il conflitto ucraino ha poi confermato la pressante necessità di una capacità di rischieramento in tempi rapidi e con un minimo preavviso della componente militare terrestre in qualunque area di operazioni, di risulta, Goretti ha evidenziato l’importanza fondamentale di una efficace linea di velivoli da trasporto, «soprattutto considerando la prospettiva che il continente africano e lo scacchiere indo-pacifico potranno divenire aree di intervento nei prossimi venti-trenta anni». Il terzo elemento che è emerso dalla guerra in Ucraina è la connotazione sempre più trasparente del campo di battaglia, poiché quasi più nulla sfugge ai sistemi aerei e satellitari di ricognizione, che riescono ad acquisire nello spettro del visivo, dell’infrarosso e dell’elettromagnetico un’enorme mole di informazioni. Queste ultime, soltanto se opportunamente raccolte e analizzate possono apportare un reale beneficio sul piano strategico nelle chiara comprensione dell’andamento del conflitto, inducendo i decisori ad assumere corrette scelte sul piano operativo.

INFORMAZIONE È POTERE

E qui Goretti ha fatto cenno ai bisogni della sua Forza armata in termini di velivoli senza pilota (SAPR, sistemi a pilotaggio remoto, o anche UAV) e agli aeromobili pilotati da ricognizione e sorveglianza, oltreché a una richiesta capacità di accentramento delle informazioni che ne favorisca il processo di analisi, dunque la successiva, tempestiva, capillare disseminazione dei prodotti di essa sia alle altre componenti dello strumento difensivo che ai decisori politici e militari. «In questo articolato quadro generale – ha proseguito il capo di stato maggiore dell’Aeronautica – è impensabile non considerare la rapida evoluzione del dominio più trasversale in assoluto: quello cyber. Le innovazioni normative e organizzative recentemente introdotte in questo ambito a livello nazionale, soprattutto l’istituzione dell’Agenzia nazionale per la cybersicurezza e il formale riconoscimento del dominio cyber tra quelli di intervento della Difesa, hanno determinato un radicale punto di svolta».

CYBERSECURITY: VERSO UNA «CABINA DI REGIA» INTERFORZE?

Pianificare e condurre operazioni cyber che producano effetti sul dominio aerospaziale impone l’acquisizione della padronanza di tale innovativa dimensione, conseguibile esclusivamente grazie alle competenze e alla disponibilità di adeguato capitale umano. «Ritengo personalmente, che ogni singola componente dello strumento militare debba, prima di tutto, essere capace di difendere sé stessa da attacchi trasversali subdoli e invasivi come quelli cibernetici. Ecco perché guardo con favore all’idea di una cabina di regia interforze che possa coordinare le specifiche peculiarità di ogni segmento, terrestre, marittimo e aeronautico, per creare un osmotico ombrello protettivo di tutto il comparto e una gestione oculata dello sforzo complessivo. Si eviteranno così duplicazioni inutili in un settore nel quale l’elevata competenza e la professionalità sono difficili da creare in pochi minuti».

PARTECIPAZIONE ALLO SVILUPPO DEL CACCIA DI VI GENERAZIONE

Riguardo alla compatibilità dell’orientamento della Forza armata verso due programmi di sviluppo del caccia di VI generazione, Goretti ha inteso rassicurare, chiarendo che «è possibile, poiché si è ancora in una fase di studio, di individuazione dei requisiti operativi, per cui è naturale che ogni singolo paese cerchi di proporre qualcosa, magari per sostenere la propria industria ed essere rilevante. Quindi, è ovvio che quando abbiamo scelto di andare con gli inglesi è perché la storia pregressa ci porta naturalmente verso gli inglesi (si tratta del Global Combat Air Programm – GCAP, con Regno Unito e Giappone, n.d.r.). Ci sono delle dinamiche industriali molto complesse in ambito europeo, dove qualcuno magari cerca di dettare la legge. Ecco, la forza contrattuale di un paese come l’Italia è quella di saper difendere le nostre industrie. E sono convinto che la scelta fatta, sia dal governo precedentemente in carica che da quello attuale, sia stata proprio quella di tutelare e di preservare la nostra capacità industriale nel giocarsi la partita e non venire annichiliti da grosse industrie, anche europee, che avrebbero relegato quella italiana a partner di terzo o quarto livello».

INTELLIGENCE E BUROCRAZIA

«Spesso e volentieri la burocrazia sottrae tempo. Nel settore dell’intelligence la necessità di poter disporre di informazioni passa attraverso dei processi molto lunghi, forse retaggio di una storia del passato che andrebbe modificato. Oggi con i rapporti di amicizia che abbiamo con il comparto Sicurezza riusciamo a passarci i dati in tempo reale, ma la burocrazia resta e snellire questi processi può costituire un’opportunità. Ma spesso si perde tempo nella richiesta e nello scambio di dati, peccato che quei dati servano subito, non dopo tre giorni, perché la dinamicità delle operazioni aeree e sul terreno richiede anche un cambiamento degli ordini e in questi casi il dato, l’informazione, conta moltissimo. Oggi, al di là della disposizione di qualsiasi piattaforma, vince il detentore dei dati e chi è in grado di negare il possesso di queste informazioni al suo avversario. Lo ha dimostrato la guerra in Ucraina».

Di seguito è possibile ascoltare l’intera audizione del generale di squadra aerea Luca Goretti, capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare italiana, presso la Commissione parlamentare Difesa della Camera dei Deputati, che ha avuto luogo il 9 marzo 2023 (A516)

A516 – DIFESA, AERONAUTICA MILITARE ITALIANA: CAPACITÀ, CRITICITÀ E PROSPETTIVE, audizione presso la Commissione parlamentare Difesa della Camera dei Deputati del generale di squadra aerea LUCA GORETTI, capo di stato maggiore della Forza armata.
Egli ha esordito tranquillizzando la Commissione Difesa: «Non sono venuto qui con la lista della spesa», tuttavia, alcuni nodi non potevano non venire al pettine. Come quello del caccia di VI generazione e dei due differenti e concorrenti programmi di sviluppo, oppure la questione della messa a fattore comune delle informazioni per la sicurezza e, ancora, la costituzione di una «cabina di regia interforze» per la prevenzione della minaccia cibernetica. Nella sua relazione al Parlamento, il capo di stato maggiore dell’Aeronautica rinviene le due maggiori carenze dello strumento difensivo di cui è al vertice nel personale e nella formazione dei piloti. «Prepararsi alle lunghe distanze», cioè ai possibili teatri di intervento in Africa e nell’Indo-Pacifico. Verso una «interconnessione osmotica» tra spazio e aerospazio.
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