È ufficiale: il Parlamento europeo ha dato il suo definitivo «via libera» all’accordo precedentemente raggiunto in sede di Consiglio europeo lo scorso novembre, avente a oggetto alla cessazione della circolazione negli Stati membri a partire dal 2035 dei veicoli di nuova immatricolazione a endocombustione interna, aventi quindi motori alimentati a gasolio o benzina.
DAL 2035 NIENTE PIÙ GASOLIO E BENZINA
In questo senso si è espressa la plenaria di Strasburgo, con 340 voti a favore e 279 contro, mentre 21 sono stati gli astenuti. Gli obiettivi intermedi (al 2030) in termini di riduzioni di emissioni climalteranti sono stati fissati al 55% per le autovetture e al 50% per i veicoli pesanti, inoltre, la nuova normativa europea prevede per i piccoli costruttori che produrranno piccoli volumi in un anno solare (da 1.000 a 10.000 autovetture e da 1.000 a 22.000 veicoli industriali) un eventuale deroga fino alla fine del 2035, mentre coloro i quali produrranno meno di 1.000 veicoli all’anno continueranno a venire esentati anche dopo quella data. A questo punto, il testo dovrà ricevere un’approvazione formale da parte del Consiglio europeo.
REAZIONI POLITICHE AL PROVVEDIMENTO EUROPEO
Al riguardo si è mostrato estremamente critico il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti italiano Matteo Salvini, che ha definito la decisione assunta in ambito europeo «folle e sconcertante» che «va contro l’industria e i lavoratori italiani ed europei a vantaggio dei costruttori cinesi». Le forze politiche di maggioranza che sostengono il Governo Meloni hanno votato contro il provvedimento, che non è stato approvato a grande maggioranza da una assemblea che ha registrato spaccature intestine sia ai gruppi politici che ai singoli partiti. Il nuovo regolamento comunitario è stato approvato grazie al voto favorevole dei socialisti democratici, dei verdi, delle sinistre, contro invece i Popolari.