Questi sono giorni difficili per tutti noi. Siamo nel bel mezzo di una crisi civile che molti di noi ritengono senza precedenti. Comprendiamo tutti che è prerogativa e persino dovere di un nuovo governo promuovere nuove politiche e modificare le regole esistenti, poiché ciò è l’anima della democrazia. Tuttavia, allo stesso tempo è compito altrettanto importante di qualsiasi governo rispettare le regole fondamentali del gioco democratico è questo significa il rispetto dei diritti umani e della libertà di espressione, sulla base di un sistema di equilibri e bilanciamenti interni tra i diversi poteri concepito al fine di proteggere i diritti delle minoranze e prevenire derive tiranniche. Anche questo fa parte dell’anima della democrazia.
L’ANIMA DELLA DEMOCRAZIA
Una serie di dichiarazioni e di azioni registrate nelle ultime settimane hanno sollevato serie preoccupazioni circa l’intenzione del governo attualmente in carica di rispettare queste regole del gioco. Infatti, in primo luogo, sono state espresse opinioni, alcune delle quali offensive per i diritti delle minoranze, inoltre nelle ultime settimane si è assistito a un tentativo diretto da parte del governo di mutare radicalmente l’impianto del sistema legale del Paese. Tutto questo raggiungerà il suo apice lunedì prossimo (oggi, n.d.t.), quando alla Knesset si cercherà di approvare leggi che potrebbero assegnare poteri illimitati all’esecutivo. È importante notare come in questo contesto tutti comprendano la necessità di apportare alcuni cambiamenti nel sistema giudiziario, tuttavia, c’è una grossa differenza tra una riforma di esso e la sua completa distruzione.
UN PERICOLO PRIMA MAI CONOSCIUTO
Tutto il mondo accademico e quello della ricerca, nessuno escluso, ha espresso contrarietà a qualsiasi tentativo di violazione dei diritti umani, emettendo un comunicato congiunto nel quale vengono espresse fondate e gravi preoccupazioni circa l’attuale proposta di riforma. C’è una ragione alla base di questa critica: nei paesi nei quali i diritti umani non vengono garantiti, paesi autoritari dove prevale il potere dell’esecutivo a scapito degli altri, generalmente si riscontra arretratezza e l’economia, la cultura e l’istruzione superiore risultano gravemente limitati. Noi proteggiamo Israele con grande orgoglio quale Stato democratico ed ebraico, ma all’improvviso questo stato ebraico e democratico si trova in un pericolo in precedenza da noi mai conosciuto.
ESPRIMERE IL PROPRIO DISSENSO
Tuttavia, la direzione dell’Università ebraica è consapevole dell’esistenza di settori della comunità che non sono d’accordo con le posizioni che ha assunto, pertanto finora abbiamo cercato di procedere con cautela: da un lato esprimendo le nostre opinioni su questi temi in una serie di lettere, alcune delle quali di concerto con altri atenei, dall’altra facendo valere le nostre ragioni con moderazione, cercando sempre di evitare la conflittualità e di prevaricare le opinioni e le posizioni di coloro i quali non condividono le nostre opinioni riguardo alla questione della Giustizia. Cosa è cambiato? Innanzitutto la speranza che si avviasse una vera discussione sulle modifiche costituzionali, che purtroppo non c’è stata. L’attuale pacchetto di leggi ad avviso della quasi totalità degli esperti della materia se varato equivarrebbe alla distruzione del sistema legale.
ALLO STATO ATTUALE NON È POSSIBILE RIMANERE SILENTI
In secondo luogo, si registrano dichiarazioni estremistiche da parte dei politici in vista della concreta attuazione di queste modifiche costituzionali. C’è chi è addirittura giunto a chiedere l’arresto dell’ex consulente giuridico del governo perché aveva osato preconizzare pericoli di spargimento di sangue nel paese a seguito delle riforme che l’esecutivo di destra vuole varare. Se le leggi proposte verranno approvate il governo sarà nelle condizioni di incarcerare persone come l’ex consulente giuridico o chiunque altro esprima dissenso, poiché in questi casi non ci sarà più un sistema giudiziario al quale appellarsi. Va da sé che in una situazione a tal punto critica è impossibile rimanere silenti.
IL TIMORE DI UNA DERIVA AUTORITARIA
Alla luce di tutto questo il rettorato della Hebrew University incoraggia i suoi membri e la Comunità a prendere parte alle manifestazioni di protesta contro la riforma della Giustizia indette per questo lunedì e, più in generale, a sostenere la lotta democratica contro il tentativo di trasformare Israele in uno stato autoritario dove un governo, sia esso di destra come di sinistra, potrà fare ciò che vuole in assenza di un sistema di bilanciamento dei poteri. La Hebrew University of Jerusalem è orgogliosa di essere una componente importante di Israele e come tale è tenuta ad agire con tutti i mezzi democratici dei quali dispone nei confronti di una minaccia posta alla natura democratico-ebraica dello Stato.