AMBIENTE, imprese e sostenibilità. Cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica: Cleanker, un progetto italiano

Ha avuto luogo nella giornata di ieri presso Palazzo Baldassini, in via delle Coppelle 35 a Roma, la presentazione dei risultati del progetto Cleanker, CLEAN clinKER production by calcium looping process, cioè del primo prototipo italiano di cattura e stoccaggio della CO₂ nel contesto di un processo aziendale operativo. Avviato nel 2017, esso viene finanziato mediante il programma quadro europeo Horizon 2020, mentre il suo sviluppo avviene nell'impianto di produzione di cemento di Vernasca, azienda di proprietà del Gruppo Buzzi Unicem. Si tratta di un primo esempio virtuoso di politiche e approcci necessari a una strategia di decarbonizzazione dell'industria

Afferma Maurizio Spinelli (Cleanker), che «la forza del progetto è nell’utilizzare componenti e materiali già presenti nel processo di lavoro del cementificio, inoltre si tratta di una tecnologia che non ha impatto sugli elementi più critici del cementificio. Per quanto, al pari di tutte le altre procedure di cattura della CO₂, si tratta di un processo che richiede molta energia e, in virtù del funzionamento ad alta temperatura, genera anche calore, che può venire facilmente recuperato e impiegato per produrre elettricità. Infine, se si usasse quale combustibile un biocarburante si potrebbe arrivare a un sistema di emissioni nette negative».

LIMITARE L’IMPATTO CLIMALTERANTE

Un pilota ha dimostrato come si possa agire su più fronti al fine di limitare l’impatto climalterante delle produzioni industriali, per quanto la CCS oggi è un processo ancora costoso e per questo è necessario continuare a investire in ricerca e innovazione così che possa divenire sempre più sostenibile anche economicamente. «Amici della Terra è uno dei tredici partner del progetto Cleanker – spiega Monica Tommasi, presidente degli Amici della Terra -, ma nel contesto di questo evento vogliamo anche aprire il  dibattito sulla prospettiva del confinamento della CO₂, perché questo al momento è uno dei percorsi tecnologici più promettenti per la decarbonizzazione in settori industriali energivori come i cementifici, le acciaierie, i trasporti pesanti e gli aerei. Questi settori, apparentemente inaccessibili alla decarbonizzazione, sono anche dei grossi emettitori di CO₂. Per questo la CCS può rappresentare una tecnologia su cui investire in questi settori».

IN DIREZIONE DELLA NEUTRALITÀ CARBONICA

Un dibattito aperto, soprattutto alla luce della recente comunicazione inviata dalla Commissione europea agli Stati Membri mediante la quale ha invitato questi ultimi a includere all’interno dei nuovi PNIEC anche i processi di cattura e stoccaggio della CO₂. Ad avviso degli Amici della Terra si tratta di un’opportunità che per l’Italia potrebbe diventare occasione di sviluppo, visto l’investimento nell’approfondire la tecnologia della CCS sulla quale il Paese non ha mai smesso di investire in termini di ricerca e innovazione». Nel corso dell’evento romano Luigi Buzzi, di Unicem, ha esposto i fattori chiave per la decarbonizzazione del settore cementifero, introducendo successivamente la road map dellai Buzzi Unicem in direzione della carbon neutrality, cioè le azioni previste per la progressiva riduzione delle emissioni di CO₂ sulla base dei target fissati al 2030 e al 2050.

NUOVO IMPULSO AI PROGETTI

Esposte quindi, seppure in sintesi, le principali tecnologie e i progetti di CCUS applicabili al settore attualmente in corso presso Buzzi Unicem. Il dottor Matteo Romano ha invece illustrato il ruolo della CCUS nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione in Europa. Dopo una contestualizzazione della deludente storia della CCS nei dieci anni appena trascorsi, egli ha inteso dimostrare come le nuove condizioni regolatorie ed economiche stiano imprimendo un nuovo impulso agli specifici progetti, in modo particolare in Europa. «Il prossimo decennio – egli ha sostenuto – sarà decisivo ai fini della dimostrazione della fattibilità tecnica ed economica della catena del valore CCS completa, oltreché per preparare una diffusione massiva della tecnologia e dell’infrastruttura nel ventennio 2030-50».

LA FASE DI SPERIMENTAZIONE

Insieme alle rinnovabili e all’elettrificazione, la CCS giocherà un ruolo fondamentale per la decarbonizzazione dell’industria e per disporre nel lungo periodo di sistemi ad emissioni negative che compensino le emissioni residuali. Infine, Maurizio Spinelli ha illustrato i risultati e le potenzialità del progetto Cleanker, descrivendo il concetto di base della tecnologia Ca-Looping, sulla quale è incentrata l’intera attività di ricerca del progetto, di cui ha brevemente ripercorso la storia, soffermandosi su alcune fasi salienti. Partendo dalle prime analisi di laboratorio, ha riferito delle fasi successive, cioè la realizzazione dell’impianto pilota integrato nel cementificio Buzzi-Unicem di Vernasca e l’effettuazione dei test sperimentali, che attualmente sono in fase di completamento.

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