Clero e omosessualità, un argomento da sempre oggetto di polemica e luoghi comuni, sfruttato in vario modo dalla stampa (anche quella più autorevole) e fonte di share per talk show e trasmissioni televisive di approfondimento dal taglio “nazional-popolare” a tratti dietrologico.
CLERO E OMOSESSUALITÀ
Come affrontare dunque lucidamente, con distacco ed equilibrio, un tema del genere evitando di cadere nella classica trappola del minestrone mediatico che tanto fa bene sul piano della stimolazione di pruriginose morbosità? Luciano Tirinnanzi, giornalista ed editore livornese di nascita, ci ha provato attraverso un saggio, “Lasciate che i gay (non) vengano a me”, che muovendo da alcuni assunti ormai comuni (oltreché dall’imbarazzo manifestato da una parte del clero cattolico romano, quello usualmente definito maggiormente «tradizionalista») attraverso le pagine del suo ultimo libro conduce il lettore a una serie di interrogativi ai quali tenta poi di fornire una risposta.
LA POLEMICA È UN’OPERAZIONE STRUMENTALE?
A prima vista essi non farebbero che confermare una certa loro speciosità, evidenziando la loro funzione apparentemente strumentale, al pari di un banale stilema giornalistico di impiego comune nelle redazioni minori, tuttavia non è così. Egli infatti pone delle domande sul velo di ipocrisia steso dalle gerarchie cattoliche sul tema dell’omosessualità nella Chiesa, agganciando in questo modo l’altro grande argomento del momento (in realtà al centro dell’attenzione da quanto Bergoglio è assiso sullo scranno petrino): le riforme di questo papa e il suo incerto destino, la sua azione accentratrice fortemente osteggiata dalla fronda conservatrice della Curia.
OLTRE TEVERE È LA XXV ORA
Tutto parrebbe rimettersi in discussione, tutto vacilla dopo la morte del vecchio Papa rinunziatario, il grande teologo conservatore fattosi da parte che, postumo, ha trovato nel suo segretario particolare, monsignor Georg Gänswein, il proprio efficace megafono. Di colpo, tutto sembra accadere simultaneamente: le rivelazioni dell’arcivescovo che è sempre rimasto vicino a Ratzinger, la riapertura del misterioso caso della scomparsa di Emanuela Orlandi (con annessa richiesta di istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta presso la Camera dei Deputati della Repubblica italiana, primi firmatari il Pd e il Movimento 5 stelle con il personale sostegno di Carlo Calenda), il sinodo tedesco che se ne va sempre più per conto suo, l’indimenticabile ddl Zan (l’abortito provvedimento normativo contro l’istigazione all’omofobia affossato dal Parlamento italiano), la benedizione dei matrimoni tra omosessuali e i gay che prendono i voti.
SQUARCIARE IL VELO D’IPOCRISIA
Ma il fatto che tra i sacerdoti cattolici ci siano degli omosessuali non costituisce certo una novità, e allora? Quale è la reale posizione della Chiesa cattolica riguardo a questo controverso tema, si interroga ancora Tirinnanzi nel suo libro. «Li considera dei sodomiti peccatori da condannare oppure, nella migliore delle ipotesi, da curare, ovvero esseri umani che al pari degli altri vantano legittimi diritti che nel XXI secolo gli dovrebbero venire riconosciuti evitando discriminazioni? Cosa pensa davvero di tutto questo Papa Francesco?». Il saggio edito per i tipi di Paesi Edizioni si rivela dunque un’indagine giornalistica unica nel suo genere, equilibrata e distaccata, che ha altresì il pregio di squarciare il velo di ipocrisia che ammanta il tema dell’omosessualità oltre Tevere.
UN PAPA CONTRADDITORIO
Tirinnanzi introduce infine l’ipotesi relativa al tentativo di aprire una breccia nella dottrina cattolica da parte di Papa Francesco, riflettendo sul ruolo, a suo avviso «spesso anche contraddittorio», svolto da questi. Al riguardo, egli sottolinea l’ondivago muovere tra aperture all’accoglienza ed esigenza di non modificare nulla, al punto, che «oggi non si capisce più quale sia la reale posizione del Papa e della Santa Sede». Le numerose testimonianze riassunte nel testo, fanno dell’opera un’inchiesta attuale ed esaustiva sull’argomento; l’indice del libro ne è un esempio.
CHI SONO IO PER GIUDICARE?
Chi sono io per giudicare?
Tutti a caccia della lobby gay
Sodoma e Gomorra
L’amante del Papa
Seminari arcobaleno
Un transessuale in Vaticano
Il giallo del documentario
Lo strano caso di monsignor Novell
La fine prematura del Ddl Zan
Lo spettro di uno scisma europeo
Gli Stati Uniti contro Bergoglio
L’AUTORE
Luciano Tirinnanzi è nato a Livorno nel 1979; laureatosi in Scienze politiche e Relazioni internazionali presso l’Università di Pisa, dal 2005 vive e lavora a Roma. Giornalista professionista, scrive da molti anni per il settimanale “Panorama” ed è stato direttore responsabile della rivista di geopolitica “LookOut News”; è inoltre autore del romanzo “Crepi quel lupo!” (Robin Edizioni), oltreché di numerosi saggi, tra i quali si ricordano “I semi del male” (2020), “I comunisti lo fanno meglio” (2021) ed “È la guerra, bellezza!” (2022). “Lasciate che i gay (non) vengano a me”, parte della collana Montesquieu, espressamente dedicata all’attualità, è edito da Paesi Edizioni, casa editrice specializzata in volumi di analisi degli scenari internazionali.
LASCIATE CHE I GAY (NON) VENGANO A ME
Titolo: Lasciate che i gay (non) vengano a me;
autore: Luciano Tirinnanzi;
editore: Paesi Edizioni;
prezzo: 15,00 euro, verisone digitale (e-book) 6,99 euro;
pagine: 160;
uscita: 10 febbraio 2023;
ISBN: 979-12-80159-70-0;
booktrailer al link YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=Sj9iHB7F208
info: www.paesiedizioni.it
di seguito è possibile ascoltare la registrazione audio del dibattito sul tema (A505)