TURCHIA, terremoto in Anatolia. Le violente scosse sismiche hanno colpito anche la Siria: migliaia di morti

L’evento di magnitudo 7.8 si è verificato nella notte, poi sono seguite le scosse di assestamento. Ulteriore scossa un’ora fa con epicentro nel distretto di Erbistan, avvertita anche nella capitale Ankara. La Farnesina ha comunicato che «al momento tra le vittime non risultano cittadini italiani

È di quasi 1.800 persone il bilancio dei morti causati dal violento sisma di magnitudo 7.8 che la notte scorsa (alle ore 04:17, le 02:17 ora di Roma) ha colpito il sud della Turchia e le province nordorientali della Siria, quelle tuttora interessate dalla guerra civile.  Sulla base di un primo bilancio, i cadaveri estratti dalle macerie in Turchia ammontano a oltre 1.790, mentre in Siria sarebbero quasi 500, oltre 300 nelle zone controllate dal governo di Damasco e circa 120 in quelle sotto il controllo dei ribelli, inclusa la provincia di Idlib.

UN DISASTRO SENZA  PRECEDENTI

Probabilmente si tratta del maggiore disastro del genere che abbia colpito la Turchia dal 1939, cioè da quando Erzincan venne devastata da un terremoto che provocò la morte di 33.000 persone, mentre il sisma verificatosi a İzmit nel 1999, di magnitudo 7.6, provocò più di 17.000 morti. Sono oltre trenta gli eventi sismici registrati a seguito del primo, quello devastante di magnitudo 7.8, seguito da uno sciame sismico ancora in corso. Dopo un’altra scossa più recente, di magnitudo 7.5, ne è stata quindi avvertita un’altra scossa a 85 chilometri a est dell’epicentro delle prime (localizzato nei pressi di Gaziantep, città del sudest della Turchia sita a cinquanta chilometri dal confine siriano), questa di magnitudo 5.8. Del centinaio di scosse di assestamento registrate finora più della metà hanno avuto una intensità superiore ai 4 gradi della scala Richter, sette addirittura più di 5 gradi. Il sisma, che ha fatto tremare l’intero Medio Oriente ingenerando l’allarme tsunami in Italia (nella notte in Calabria e Puglia è stato temporaneamente interrotto il movimento dei convogli sulle linee ferroviarie), è stato avvertite anche in Groenlandia.

COLPITA LA SIRIA

La organizzazione non governativa siriana White Helmets (protezione civile) ha lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano al più presto nel nordest del paese recando aiuti. Migliaia di edifici sono stati distrutti dalla furia del sisma. Oltre alle abitazioni anche numerosi opere di estremo valore storico-culturale e architettonico, come la Chiesa dell’Annunciazione di Iskenderun, cattedrale cattolica risalente al XIX secolo che è quasi completamente crollata, o il castello di Gaziantep, fortezza di epoca romana edificata nel III secolo. Scattata la macchina dei soccorsi turca, in parallelo alla immediata solidarietà internazionale, ma è comprensibile come moltissime persone si trovino ancora sotto le macerie. Per quanto concerne l’eventualità di possibili cittadini italiani rimaste vittime del disastro, il Ministero degli Affari esteri ha reso noto che, per il momento, «nelle zone colpite dal sisma in Turchia e Siria nessun connazionale risulta coinvolto nel sisma, né tra i feriti né tra i morti.

PAURA IN LIBANO

Le forti scosse sono state avvertite anche in Libano in diverse città, dove la gente si è precipitata in strada rimanendo all’addiaccio o nelle proprie autovetture fino al mattino nel timore dei crolli delle loro abitazioni, questo malgrado il  maltempo che sta battendo la regione in queste ore. Nel Paese dei cedri non vengono tuttavia registrate vittime né danni di rilievo alle cose. Il ministro dell’interno di Beirut, Bassam Mawlawi, ha disposto che la protezione civile metta in sicurezza la popolazione civile nelle aree dove ci sono edifici o infrastrutture pericolanti.

L’UNITÀ DI CRISI DELLA FARNESINA

Recita il comunicato della Farnesina: «A seguito del violento terremoto che questa notte alle 04:17 ha colpito le regioni della Turchia meridionale e della Siria settentrionale, l’Unità di crisi del Ministero degli Esteri ha preso contatto con i connazionali presenti nel paese e sta agendo in stretto raccordo con le rappresentanze diplomatico-consolari italiane dell’area per verificare le condizioni delle comunità italiane nelle zone colpite. Al momento non risultano feriti o morti tra i connazionali. A tutti gli italiani presenti nelle zone colpite a qualsiasi titolo, anche temporaneamente, si richiede di registrarsi sul sito “Dove siamo nel mondo” e scaricare la app “Unità di Crisi” per cellulari, attivando la geolocalizzazione».

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