Introducendo l’angelus domenicale di ieri mattina il Pontefice ha inteso soffermarsi e sottolineare «lo spirito di servizio» dimostrato da Giovanni Battista, che, «compiuta la sua missione sa farsi da parte, si ritira dalla scena per fare posto a Gesù e ora si mette a sua volta in umile ascolto. Da profeta diviene discepolo».
IL GESUITA E LO SPIRITO DI SERVIZIO
«Giovanni – ha aggiunto Bergoglio – non lega nessuno a sé, e questo è difficile ma è il segno del vero educatore: non legare le persone a sé. Giovanni fa così: mette i suoi discepoli sulle orme di Gesù. Non è interessato ad avere un seguito per sé, a ottenere prestigio e successo, ma dà testimonianza e poi fa un passo indietro, perché molti abbiano la gioia di incontrare Gesù. Apre la porta e se ne va. Con questo suo spirito di servizio, con la sua capacità di fare posto, Giovanni il Battista ci insegna una cosa importante: la libertà dagli attaccamenti. Il servizio comporta la gratuità, il prendersi cura degli altri senza vantaggi per sé, senza secondi fini».
PAROLE AFFATTO SIBILLINE
Seppure Papa Francesco suggerisca di «coltivare la virtù di farci da parte al momento opportuno, testimoniando che il punto di riferimento della vita è Gesù», imparando così a congedarsi «liberandosi dagli attaccamenti del proprio», non è difficile cogliere uno dei possibili sensi di queste parole affatto sibilline. «Saper farsi da parte costa – afferma il Papa -, ma è molto importante», poiché «è il passo decisivo per crescere nello spirito di servizio». Infatti, a conti fatti attualmente i bergogliani elettori costituirebbero la maggioranza in conclave, dunque non è affatto fuori luogo ritenere che dietro queste affermazioni si celi una sottile strategia gesuitica che contempli un possibile ennesimo caso di rinunzia al pontificato dopo quella di Benedetto XVI.
UN ARGOMENTO ORMAI RICORRENTE
In effetti, quello della rinunzia di Bergoglio, seppure da alcuni settori della Curia romana e del laicato venga esorcizzato, costituisce in ogni caso un argomento che negli ultimi tempi è emerso con forza nei dibattiti alimentando anche delle polemiche. Tornando alla mattinata di piazza San Pietro, va rilevato che, dopo aver recitato l’angelus, il Papa ha ricordato la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che avrà luogo dal 18 al 25 gennaio. «Il cammino ecumenico è legato a quello sinodale della Chiesa – ha detto rivolgendosi ai fedeli -, il 30 settembre si terrà una veglia ecumenica di preghiera per la XVI Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi».