SPETTACOLI, cultura ebraica. Oylem Goylem: Moni Ovadia intrattiene il pubblico in yiddish e klezmer

Un esempio di come in uno spettacolo di centoventi minuti risulta possibile fondere umorismo e tradizione, intelligenza colta e gusto popolare in una formula linguisticamente internazionale: suono dell’esilio, musica della dispersione

La lingua, la musica, e la cultura Yiddish, quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, la condizione universale dell’Ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono al centro di “Oylem Goylem”. Si potrebbe affermare che lo spettacolo abbia la forma classica del cabaret comunemente inteso. Alterna, infatti, brani musicali e canti a storielle, aneddoti, citazioni che la comprovata abilità dell’intrattenitore sa rendere gustosamente vivaci.

YIDDISH E KLEZMER

Ma la curiosità dello spettacolo sta nel fatto di essere interamente dedicato a quella parte della cultura ebraica di cui lo Yiddish è la lingua e il Klezmer la musica. Ovadia e i musicisti che lo accompagnano danno vita a una rappresentazione basata sul ritmo, sull’autoironia, sull’alternanza continua di toni e di registri linguistici, dal canto alla musica; una grande carrellata di umorismo e chiacchiere, battute fulminanti e citazioni dotte, scherzi e una musica che fa incontrare il canto liturgico con le sonorità zingare. Uno spettacolo che «sa di steppa e retrobotteghe, di strade e sinagoghe». Tutto questo è ciò che Ovadia definisce il «suono dell’esilio e la musica della dispersione».

IL SUONO DELL’ESILIO, LA MUSICA DELLA DISPERSIONE

In una parola: la diaspora. La Moni Ovadia Stage Orchestra si rifà alla tradizione della musica klezmer nell’incrocio di stili, nell’alternanza continua dei toni e degli umori che la pervadono, dal canto dolente e monocorde che fa rivivere il clima di preghiera della sinagoga all’esplosiva festosità di canzoni e ballate composte per le occasioni liete. Oylem Goylem è un esempio di come in uno spettacolo di centoventi minuti risulta possibile fondere umorismo e tradizione, intelligenza colta e gusto popolare in una formula linguisticamente internazionale. Suono dell’esilio, musica della dispersione.

INFO

Oylem Goylem, di e con Moni Ovadia; con la Stage Orchestra formaata da Maurizio Dehò (violino), Luca Garlaschelli (contrabasso), Paolo Rocca (clarinetto), Alberto Mihai (fisarmonica) e Marian Serban (cymbalon); scene e costumi: Elisa Savi; progetto sonoro: Mauro Pagiaro; produzione CTB Centro Teatrale Bresciano e Corvino Produzioni; lo spettacolo sarà in cartellone al Teatro Vascello di Roma dal 24 al 29 gennaio prossimi; apertura al pubblico dal martedì al venerdì alle ore 21:00, il sabato alle ore 19:00 e la domenica alle ore 17:00. Biglietti, prezzi: intero euro 25; ridotto over 65, under 26 e convenzionati euro 18; ridotto studenti euro 15; è possibile acquistare i biglietti anche on line sul sito web: https://www.vivaticket.com/it/Ticket/oylem-goylem/182435

Info: +39065898031; +39065881021

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Teatro Vascello, via Giacinto Carini n. 78 Roma

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